Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sensori hi-tech per evitare crolli e black-out
Dopo Vaia Terna investe 3 milioni sulle reti più a rischio
L’esperienza insegna. E la tempesta Vaia del 2018, come la grande nevicata del 2013, hanno insegnato parecchio. Ad esempio che se vengono giù i tralicci e i cavi dell’energia elettrica, per la troppa neve, per il ghiaccio, per il vento, una frana o la caduta di un albero, la situazione si fa nera, in tutti i sensi: con i black-out si complicano le operazioni di soccorso, si interrompono le telecomunicazioni, i paesi restano isolati, la gente va nel panico. Per questo da un anno Terna, su input della Regione, si è messa al lavoro per trovare una soluzione, infine presentata ieri, durante una conferenza stampa a Palazzo Balbi alla presenza dell’amministratore delegato Luigi Ferraris e del governatore Luca Zaia.
Con un investimento di 3 milioni di euro sono stati installati su 26 linee «a rischio», concentrate nelle province di Belluno (in particolare Agordino, Feltrino, Cadore e Comelico), Vicenza e Verona, 291 sensori di tiro in grado di verificare la tensione dei cavi, 51 stazioni meteo per il monitoraggio costante di vento, temperatura, umidità e irraggiamento, 51 accelerometri ed inclinometri per il controllo delle vibrazioni e dell’inclinazione dei tralicci, oltre ad 85 dispositivi per la raccolta e la trasmissione dei dati alla centrale (è quello che gli addetti ai lavori chiamano «Internet of things», internet delle cose, per cui gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono
intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su loro stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri).
«In questo modo - ha spiegato Ferraris - siamo in grado di procedere con la manutenzione “predittiva” ossia di intervenire prima che il danno sia fatto, anticipando il guasto. Il beneficio è facilmente intuibile. Allo stesso modo, dal momento che le informazioni sono trasmesse via radio, siamo in grado di ricevere i dati anche quando la normale rete di telecomunicazione è interrotta, ad esempio in caso di catastrofe naturale».
Il monitoraggio avverrà ogni 15 minuti ma, potenzialmente, potrebbe svolgersi ogni secondo: «Con un ulteriore aspetto positivo - ha aggiunto Zaia - e cioè che queste centraline funzioneranno da stazione meteo anche per noi, per il sistema di protezione civile e per l’arpav, rendendo ancora più capillare e in “real time” la nostra rete di controllo sul territorio. Un modello unico a livello internazionale».
Conclude Ferraris: «L’accordo siglato oggi con la Regione rappresenta un’ulteriore occasione per aumentare la sicurezza e la sostenibilità della rete elettrica regionale. La transizione energetica in atto impone nuove sfide e rende la gestione della rete sempre più complessa e articolata; mettere tali sistemi innovativi a fattore comune con le istituzioni che operano a tutela del territorio, significa creare una nuova consapevolezza tecnologica con enormi vantaggi per il sistema elettrico e le comunità locali».