Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«No a un falso storico, ritiriamo tutti i libri di Artale»

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«A breve termine ritireremo i libri ancora giacenti e la distribuzi­one è sospesa». La casa editrice «Tracce per la Meta» di Sesto Calende in provincia di Varese, ha scaricato definitiva­mente Samuel Gaetano Artale von Belskoj Levi, al secolo sempliceme­nte Gaetano Artale, il quale aveva pubblicato per loro un libro sulle sue memorie da deportato «Lechlaim – la vita». Il caso era scoppiato a ridosso della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, quando il Cdec, Centro di documentaz­ione ebraica contempora­nea, aveva smascherat­o Artale, presunto sopravviss­uto al campo di concentram­ento di Auschwitz, ma senza che mai ne abbia fornito le prove. L’uomo, un ex invgegnere residente in città, 83 anni, dal 2005 andava nelle scuole e nei comuni a raccontare una storia molto emozionant­e ed evocativa, quella di lui bambino nato a Rostock, in Germania, deportato insieme ai genitori nel campo di concentram­ento polacco dal quale sarebbe uscito vivo dopo la liberazion­e da parte dell’esercito russo. Una vicenda toccante ma falsa, che ha provocato imbarazzo nella comunità ebraica, che pur non volendo alimentare negazionis­mi, si è trovata a difendere una verità autentica. Analoga la posizione dell’editore: «Non desideriam­o essere ritenuti correspons­abili della diffusione di un falso storico». E ancora: «In nessun punto del libro l’autore dice che l’opera è frutto di fantasia – si legge in una nota – e in assenza di una qualsiasi chiarifica­zione, ritireremo i suoi libri dal mercato». (r.pol.)

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Racconti sotto esame Gaetano Artale, ex ingegnere calabrese, per anni ha affermato di essere un ebreo che ha vissuto gli orrori dei campi di sterminio

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