Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Coronarivus, l’usl acquista quasi 11 mila mascherine
«Seguite le indicazioni di Ministero e Regione per la prevenzione»
Visto il numero di contagiati (pari a zero in tutto il Veneto) la situazione non si può dire certo di grave allarme, ma mai dire mai. Così, seguendo il principio secondo il quale è meglio prevenire che curare, l’usl 6 Euganea acquista 10.600 mascherine facciali filtranti per affrontare l’emergenza Coronavirus: si tratta non delle classiche protezioni di tela ma di dispositivi con una valvola di espirazione che protegge da agenti tossici esterni come fosse un filtro e che aderiscono al volto coprendo naso, bocca e mento. Lo stabilisce una determina datata 12 febbraio, nella quale si legge che, dal momento in cui per importi inferiori ai 40 mila euro l’azienda sanitaria può optare per l’affidamento diretto, le mascherine saranno fornite dalla ditta 3M Italia srl di Pioltello, nel Milanese, per un importo di 30.400 euro. L’usl ha valutato anche un’altra azienda ma solo la 3M garantiva la consegna in tempi rapidi. «Ministero della Salute e Regione hanno detto di prepararsi per qualsiasi evenienza e noi lo stiamo facendo – spiega Lorena Gottardello del servizio Igiene e Sanità pubblica dell’usl 6 – Ci tengo a precisare che la situazione è molto tranquilla. Ovviamente non possiamo farci trovare impreparati come è successo solo qualche settimana fa in Cina, quando si sono ritrovati senza mascherine. Dobbiamo essere pronti a fronteggiare qualsiasi cosa».
L’acquisto delle mascherine, ora in deposito, non è la sola azione di prevenzione che ha messo in campo l’usl. «Abbiamo inviato le istruzioni operative divulgate dalla Regione ai nostri pronto soccorso, pediatri di famiglia e guardia medica: la prima cosa da fare è dotarsi delle mascherine per tutelare se stessi e gli altri cittadini – continua Gottardello – Inoltre, abbiamo inviato una circolare a tutte le scuole elencando i nostri indirizzi e numeri di telefono, così da essere sempre rintracciabili. In accordo con le famiglie, i bambini che rientrano dalla Cina, anche se non presentano sintomi, restano a casa 14 giorni in una sorta di autoquarantena. Abbiamo incontrato una grande collaborazione sia da parte degli istituti scolastici sia da parte delle famiglie». In pochissimi, assicura l’usl, si sono finora presentati con sintomi che potevano essere riconducibili al Coronavirus e che poi sono risultati negativi. Com’è noto, il centro di riferimento per tutta la regione è l’azienda ospedaliera di Padova, in particolare il laboratorio di virologia diretto dal professore Andrea Crisanti, dove è stato messo a punto uno dei test per verificare la positività alla malattia.
Il piano «Abbiamo diffuso le istruzioni operative nei pronto soccorso e tra i pediatri Circolare inviata a tutte le scuole »