Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Gaffeo ammette il passo falso «Il tribunale resti in centro storico»
Il sindaco ritrova l’appoggio del Consiglio: accolto il no della città all’opzione Maddalena
«Il tribunale deve rimanere in centro storico» e non spostarsi all’ex Maddalena in Commenda. Il consiglio comunale ha deciso in modo condiviso, anche se il dove è ancora incerto. Il «je m’accuse» del sindaco Edoardo Gaffeo, sul maxi tema dello spostamento del tribunale dal centro storico al centro cittadino, è arrivato alle 21,15 di ieri. A tre ore di dibattito dall’inizio del consiglio comunale monotematico, terminato a tarda notte, sulla nuova sede della cittadella giudiziaria. Un segnale politico, quello del sindaco di centrosinistra, all’amministrazione del capoluogo polesano da giungo 2019, servito a ridare unità di obiettivi a tutto il consiglio comunale, dopo i malumori della minoranza e soprattutto di alcuni consiglieri della maggioranza, sollevatisi nei giorni scorsi. Senza dimenticare proteste e gli interventi dei commercianti, giunti numerosi ieri pomeriggio a Palazzo Nodari, con tanto di striscioni, quindi i rappresentati degli avvocati rodigini.
Il sindaco è stato messo «alla sbarra» dal centrodestra, che ha contestato a Gaffeo una lettera, inviata il 21 novembre scorso alla presidenza del Consiglio,
all’insaputa di tutti i consiglieri, per segnalare dal Comune la disponibilità dell’ex ospedale in Commenda come possibile nuova sede, in alternativa a quella di via Verdivia Mazzini, per un possibile ampliamento; soluzione, quest’ultima, non più praticabile
La corsa Dopo 5 ore il voto sulla «partita» giustizia
poiché destinata a diventare la nuova sede del carcere minorile. Una missiva diretta a Roma e siglata Gaffeo, del tutto contraddittoria rispetto a quanto promesso già in campagna elettorale: mantenere il «Tribunalone» in centro storico.
Per l’ex candidata sindaco del centrodestra, Monica Gambardella, «il sindaco ha mancato di rispetto a tutti». Michele Aretusini, capogruppo della Lega in consiglio comunale, ha chiesto a Gaffeo «di fare mea culpa e trovare unità sull’importante argomento». Silvia Menon ha chiesto «un’operazione verità al sindaco». Dal canto suo, il presidente dell’ordine degli avocati, Enrico Ubertone, ha chiesto di valutare tre opzioni: «L’espansione della sede da via Verdi in via Mazzini, il recupero dell’ex questura di via Donatoni, o, ancora, la costruzione ex novo di un palazzo nell’area di piazzale di Vittorio. Soluzioni condivise dagli avvocati».
Dopo il dibattito è arrivata la «resa» di Gaffeo: «Se tutti siamo d’accordo che ho commesso un errore di ingenuità mi autoaccuso - le parole del sindaco nella replica -. Ritenevo mio dovere chiedere informazioni e mi risulta che nessun altro sindaco prima di me abbia chiesto informazioni sul tema, sennò avrei chiesto la documentazione». A tarda notte il voto favorevole alla mozione sul tema presentata del centrosinistra.