Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Carraro rilancia il suo appello all’unità Mattioli punta all’asse Verona-vicenza
Confindustria, i tre candidati alla presidenza incontrano il Nordest. Venetocentro con Bonomi
Come il ruolo di presidente di tutti gli imponeva, Enrico Carraro ci ha provato. Con convinzione: «Sì, ho fatto un appello all’unità degli industriali veneti - conferma il numero uno della Confindustria regionale, quando il faccia a faccia con i tre candidati alla presidenza nazionale si è concluso da pochi minuti all’hotel Sheraton di Padova perché l’unità è un valore, soprattutto verso l’esterno. E mi sbilancio: ho fiducia che l’appello possa essere accolto. Poi, come leggo sui giornali, la Lombardia è spaccata, l’emilia è spaccata, lo sono anche la Toscana, la Liguria, il Piemonte... Dovesse capitare anche qui, saremmo in buona compagnia».
Già, dovesse capitare. Le probabilità, nonostante le migliori intenzioni di Carraro, restano decisamente alte. Il «parlamentino» veneto degli industriali ieri ha ascoltato con il dovuto interesse i tre interventi separati dei pretendenti al trono - nell’ordine di estrazione: Licia Mattioli, Carlo Bonomi e, a chiudere, Giuseppe Pasini - ma poi, al di là delle dichiarazioni di prammatica rilasciate in fotocopia («Sono tutti profili di valore, comunque vada a finire cadremo in piedi», è il fedele riassunto del coro), resta la netta impressione che ognuno sia rimasto sulle proprie posizioni.
Le associazioni territoriali ora dovranno riunire i rispettivi consigli per esprimere la propria indicazione elettorale, ma si sa che i vertici di Venezia e di Assindustria Venetocentro, oltre che del Friuli Venezia Giulia, hanno preso le parti del candidato forte Carlo Bonomi («Così avete scritto sui giornali», sorride sibillina Maria Cristina Piovesana, presidente di Padova-treviso).
Questo non significa - come fa notare Eugenio Calearo Ciman , a sua volta impegnato in prima persona nella corsa per la presidenza dei Giovani - che le relative territoriali seguiranno automaticamente l’indicazione, però è chiaro che nella Patreve industriale c’è un orientamento forte verso il potente numero uno di Assolombarda. Con qualche significativa eccezione, sempre a proposito dell’unità auspicata da Carraro: è noto che a Padova alcuni soci particolarmente influenti (in particolare il presidente di Federacciai e di Acciaierie Venete, Alessandro Banzato, ma anche Mario Ravagnan della sezione metalmeccanici) hanno manifestato apprezzamento per la candidatura del bresciano Pasini, considerato autentico uomo d’impresa al posto giusto e nel momento giusto.
Uno come Massimo Finco, che di Venetocentro è stato il primo presidente, la vede così: «Io sono per il cambiamento e la discontinuità. Sogno una Confindustria diversa, aperta al mondo e che si occupi delle cose che interessano veramente agli imprenditori. Le mie consegne verso la Cina, per dire, in questi giorni sono ferme e chissà per quanto tempo lo saranno. A me piacerebbe che Confindustria si interessasse a questo».
Tornando alla contesa elettorale per la poltrona più importante, il punto nevralgico della questione ruota attorno a un interrogativo cruciale: i candidati rimarranno tre, saliranno addirittura a quattro (continua il pressing del settore food perché il triestino Andrea Illy rientri in corsa) oppure, come tutti in realtà si aspettano, alla fine si ridurranno a una coppia? Detto che finora non è mai accaduto che i «saggi» dell’associazione abbiano ammesso più di due pretendenti al voto finale, una tripartizione favorirebbe in modo smaccato il candidato che parte più avanti nei consensi, e cioè Carlo Bonomi, mentre un testa a testa rimescolerebbe le carte e i voti, regalando maggiore equilibrio. In questa prospettiva, dal fronte di Licia Mattioli confidano che Verona, Vicenza e Belluno (che però non esprime voti) sarebbero dalla sua parte. Anche perché l’imprenditrice orafa di Torino potrebbe incarnare una candidatura alternativa al «lombardo-centrismo» rappresentato dagli altri due contendenti.
Siparietto finale dallo Sheraton. Il presidente di Vicenza, Luciano Vescovi, dichiara convinto: «Abbiamo tre candidati di alto livello». Bonomi, che sta passando lungo il corridoio per andare a tenere il suo intervento, lo sente parlare, lo saluta calorosamente e sviluppa il concetto: «Sì, ma uno di più».