Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Virus, a Padova il primo morto d’italia
Contagiati due anziani di Vo’ Euganeo, a sera il più grave è deceduto. Chiuso il paese, l’ospedale sarà svuotato
Un pensionato di 77 anni di Vo’ Euganeo è morto ieri, all’ospedale di Schiavonia, per Coronavirus. E’ la prima vittima in Italia. Era ricoverato da dieci giorni in Terapia Intensiva per quella che sembrava influenza e che invece ieri è risultata l’infezione partita dalla Cina. Oltre a lui è ricoverato un altro pensionato dello stesso paese, 68 anni, che frequentava i medesimi due bar. A Vo’ scuole e negozi chiusi, l’ospedale di Schiavonia sarà svuotato, screening su 4200 cittadini, sanitari, degenti e veneti con influenza grave.
E’ padovana la prima vittima del Coronavirus in Italia. Si tratta di uno dei due pensionati di Vo’ Euganeo, 77 anni lui e 68 l’altro, da dieci giorni ricoverati all’ospedale di Schiavonia per l’influenza ma ieri risultati positivi al test per la nuova infezione arrivata dalla Cina. L’uomo andava a giocare a carte negli stessi due bar frequentati dal conoscente e ora chiusi con un’ordinanza del sindaco. E’ morto ieri sera, prima del trasferimento disposto dalla Regione per entrambi nel centro di Malattie Infettive dell’azienda ospedaliera di Padova, riferimento regionale per l’emergenza. Era molto grave ed era già in Terapia intensiva. Sono i primi veneti colpiti da Coronavirus in patria, senza essere mai stati in Cina, come i 15 diagnosticati in Lombardia nelle stesse ore. L’allarme è scattato alle 15.30, quando il test eseguito su entrambi ha dato esito positivo. Le prime avvisaglie del virus erano emerse mercoledì.
Si attende la conferma dall’istituto Spallanzani di Roma, ma c’è poco spazio per i dubbi, quindi è scattato l’allarme: i pazienti sono stati preparati per il trasferimento a Padova, i loro familiari rintracciati, sottoposti a tampone faringeo e messi sotto sorveglianza attiva (due volte al giorno l’usl chiama per sapere come stanno e se sia comparsa la febbre) in isolamento fiduciario domiciliare.
Ma la task force riunita nella sede dell’usl Euganea dal governatore Luca Zaia (presenti la direzione strategica, anche dell’azienda ospedaliera, l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, la responsabile della
Prevenzione, Francesca Russo, il prefetto di Padova, Renato Franceschelli, il sindaco Sergio Giordani, Protezione civile e Suem 118) ha adottato misure di protezione per l’intero paese. Vo’ Euganeo sarà isolato: da oggi scuole, pubblici esercizi e negozi sono chiusi (tranne le attività commerciali di pubblica utilità e i servizi essenziali), i mezzi pubblici interdetti, le attività ludiche e sportive e le feste di Carnevale sospese. I lavoratori dovranno restare a casa, a meno che non operino nei servizi essenziali e allora potranno muoversi solo dopo aver fatto il tampone e aver ottenuto esito negativo. In collegamento con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, la task force ha adottato inoltre provvedimenti «prudenziali». «L’ospedale di Schiavonia verrà chiuso e svuotato nel giro di 5-6 giorni — ha annunciato Zaia — nessuno potrà più entrare nè i degenti saranno dimessi prima di essere stati sottoposti a tampone». «Le attività programmate sono sospese, i ricoverati di tutti i reparti torneranno a casa solo dopo il ri
sultato del test, se negativo — ha precisato la dottoressa Russo —. Lo stesso vale per gli operatori sanitari venuti a contatto con i due soggetti infetti. I test saranno ripetuti nei reparti che li hanno accolti, cioè Pronto Soccorso, Medicina, Geriatria e Terapia intensiva. Le persone che dovessero risultare sintomatiche o positive al Coronavirus saranno ricoverate, i soggetti asintomatici rimarranno in sorveglianza attiva a casa. A meno che non preferiscano restare in ospedale come maggiore forma di protezione della famiglia, bambini piccoli soprattutto».
Per creare un cordone sanitario attorno a Vo’ Euganeo, affronteranno il tampone tutti i 3300 residenti, oltre ai 300 degenti dell’ospedale e ai 600 sanitari, per un totale di 4200 persone. Lo screening è partito subito, ieri pomeriggio, e oggi dovrebbero arrivare i primi 200-300 esiti. Per fornire un supporto logistico all’usl, la Regione ha creato una task force di medici e infermieri e la Protezione civile sta allestendo un campo base a Schiavonia. «Attenzione — ha avvertito Zaia — non accoglierà i malati, che continueranno a essere seguiti nei reparti Infettivi degli ospedali hub se casi sospetti o a Padova se positivi. Le tende riscaldate che la Protezione civile sta allestendo serviranno come supporto logistico, per fare i tamponi, per i sanitari in osservazione. Se poi dovessimo avere ulteriori problemi di spazio, potremmo appoggiarci alle scuole, che comunque saranno vuote. A ulteriore tutela dell’intera popolazione del Veneto, il test per il Coronavirus sarà esteso ai pazienti con gravi forme influenzali. Siamo preoccupati — ha ammesso il presidente della Regione — il virus non guarda in faccia nessuno. Stiamo cercando di ricostruire tutti i contatti dei due pazienti, i loro movimenti, le persone incontrate, per capire da chi sia partita l’infezione, chi sia il paziente zero. Non sono stati in Cina ed essendo pensionati conducono una vita abbastanza circoscritta, ma dobbiamo agire bene e in fretta».
Le misure descritte sono contenute nell’ordinanza firmata da Zaia (che invita i cittadini asintomatici a non intasare gli ospedali per una forma di psicosi, con il rischio di togliere spazio a chi invece dovrebbe essere visto), e dal ministro Speranza. Il quale sta seguendo la situazione in tempo reale. Non è esclusa una sua visita nelle prossime ore, come è avvenuto ieri in Lombardia, soprattutto alla luce della morte del 77enne.
Stamattina intanto, alle 9, la task force tornerà a riunirsi a Marghera, nella sede della Protezione Civile.