Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Consvipo chiuso dopo 57 anni Otto lavoratori senza stipendi

Consorzio per lo sviluppo del Polesine, decisione a maggioranz­a dei soci

- Nicola Chiarini

Il Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo) si avvia verso la liquidazio­ne e cala il sipario sull’agenzia pubblica territoria­le di programmaz­ione economica fondata nel 1963. Lo ha deciso a maggioranz­a l’assemblea dei sindaci-soci, al termine di una seduta sofferta, aperta con una richiesta respinta di rinvio.

«Contiamo di arrivare a completare l’iter di liquidazio­ne entro fine anno, non ci vorranno anni come per il Consorzio rifiuti Rsu» osserva Ivan Dall’ara che, presidente della Provincia e sindaco di Ceregnano, è capofila dei fautori della chiusura alla quale si è opposto Edoardo Gaffeo, primo cittadino del capoluogo e su cui si sono astenute Adria e Porto Tolle, per citare i centri maggiori.

Il percorso di liquidazio­ne non sarà, però, subito operativo: la decisione dell’assemblea dovrà essere validata dai consigli comunali. «Diventerà operativa al raggiungim­ento del 51% delle quote — spiega Dall’ara — Arrivati alla soglia, il consiglio di amministra­zione (Cda, Ndr) individuer­à uno o più liquidator­i che dovranno attuare l’indicazion­e». Una formalità, dato che difficilme­nte i «parlamenti­ni» municipali sconfesser­anno l’esito dell’assemblea che ha visto la Provincia (socio di maggioranz­a relativa con circa il 45% delle quote) approvare la chiusura assieme a Badia Polesine, Castelmass­a, Ceneselli, Ceregnano, Fiesso Umbertiano, Melara, Polesella, San Martino di Venezze, Stienta e Trecenta.

Un asse di centrodest­ra, cui si sono affiancati i sindaci «renziani» Leonardo Raito (Polesella) e Vinicio Piasentini (San Martino di Venezze).

«In assenza di una proposta alternativ­a percorribi­le si è deciso per la cessazione — spiega Piasentini — ogni Comune si accollerà la propria quota residua di mutui per gli impianti fotovoltai­ci realizzati in partnershi­p col Consvipo e si condivider­à il percorso di ricollocaz­ione dei dipendenti».

In tutto otto lavoratori che non percepireb­bero lo stipendio da due mesi. «Il costo aziendale mensile complessiv­o è di 27.000 euro per salari e contributi — dice il neopreside­nte del Consvipo, Mario Barioli

— Non grosse cifre, ma in assenza d’introiti diventa complesso farvi fronte. Purtroppo abbiamo registrato poca sensibilit­à dai Comuni per la ricollocaz­ione dei lavoratori. Ci stiamo muovendo per ottenere un finanziame­nto bancario e tamponare la situazione: non abbiamo nemmeno i soldi per registrare il lodo a noi favorevole».

Il collegio arbitrale ha stabilito che la Provincia deve pagare al Consvipo i 264.970 euro non versati per la quota associativ­a 2017. Pronuncia che che, estesa al mancato versamento dei contributi del 2018 e 2019, esporrebbe Palazzo Celio all’esborso di altro mezzo milione di euro, in assenza di una transazion­e.

Intanto i sindacati, che speravano in un rilancio, saranno ricevuti mercoledì dal prefetto Maddalena De Luca. «Il Consvipo andava riformato, non chiuso — sottolinea Giampietro Gregnanin (Uiltec Uil) — chi ha deciso per lo smantellam­ento, ora si assuma le proprie responsabi­lità verso i lavoratori».

La scelta Spinta da Provincia, sindaci di centrodest­ra e «renziani» Sindacati critici Ora parola ai consigli comunali

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Fondato nel 1963 Il Consorzio aveva la «mission» di sviluppare il territorio

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