Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Consvipo chiuso dopo 57 anni Otto lavoratori senza stipendi
Consorzio per lo sviluppo del Polesine, decisione a maggioranza dei soci
Il Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo) si avvia verso la liquidazione e cala il sipario sull’agenzia pubblica territoriale di programmazione economica fondata nel 1963. Lo ha deciso a maggioranza l’assemblea dei sindaci-soci, al termine di una seduta sofferta, aperta con una richiesta respinta di rinvio.
«Contiamo di arrivare a completare l’iter di liquidazione entro fine anno, non ci vorranno anni come per il Consorzio rifiuti Rsu» osserva Ivan Dall’ara che, presidente della Provincia e sindaco di Ceregnano, è capofila dei fautori della chiusura alla quale si è opposto Edoardo Gaffeo, primo cittadino del capoluogo e su cui si sono astenute Adria e Porto Tolle, per citare i centri maggiori.
Il percorso di liquidazione non sarà, però, subito operativo: la decisione dell’assemblea dovrà essere validata dai consigli comunali. «Diventerà operativa al raggiungimento del 51% delle quote — spiega Dall’ara — Arrivati alla soglia, il consiglio di amministrazione (Cda, Ndr) individuerà uno o più liquidatori che dovranno attuare l’indicazione». Una formalità, dato che difficilmente i «parlamentini» municipali sconfesseranno l’esito dell’assemblea che ha visto la Provincia (socio di maggioranza relativa con circa il 45% delle quote) approvare la chiusura assieme a Badia Polesine, Castelmassa, Ceneselli, Ceregnano, Fiesso Umbertiano, Melara, Polesella, San Martino di Venezze, Stienta e Trecenta.
Un asse di centrodestra, cui si sono affiancati i sindaci «renziani» Leonardo Raito (Polesella) e Vinicio Piasentini (San Martino di Venezze).
«In assenza di una proposta alternativa percorribile si è deciso per la cessazione — spiega Piasentini — ogni Comune si accollerà la propria quota residua di mutui per gli impianti fotovoltaici realizzati in partnership col Consvipo e si condividerà il percorso di ricollocazione dei dipendenti».
In tutto otto lavoratori che non percepirebbero lo stipendio da due mesi. «Il costo aziendale mensile complessivo è di 27.000 euro per salari e contributi — dice il neopresidente del Consvipo, Mario Barioli
— Non grosse cifre, ma in assenza d’introiti diventa complesso farvi fronte. Purtroppo abbiamo registrato poca sensibilità dai Comuni per la ricollocazione dei lavoratori. Ci stiamo muovendo per ottenere un finanziamento bancario e tamponare la situazione: non abbiamo nemmeno i soldi per registrare il lodo a noi favorevole».
Il collegio arbitrale ha stabilito che la Provincia deve pagare al Consvipo i 264.970 euro non versati per la quota associativa 2017. Pronuncia che che, estesa al mancato versamento dei contributi del 2018 e 2019, esporrebbe Palazzo Celio all’esborso di altro mezzo milione di euro, in assenza di una transazione.
Intanto i sindacati, che speravano in un rilancio, saranno ricevuti mercoledì dal prefetto Maddalena De Luca. «Il Consvipo andava riformato, non chiuso — sottolinea Giampietro Gregnanin (Uiltec Uil) — chi ha deciso per lo smantellamento, ora si assuma le proprie responsabilità verso i lavoratori».
La scelta Spinta da Provincia, sindaci di centrodestra e «renziani» Sindacati critici Ora parola ai consigli comunali