Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Libri di Cibotto al macero, querela archiviata
Denuncia di Sgarbi contro Boniolo, il presidente dei Concordi. «Nessun danno»
Non c’è stato nessun danneggiamento al patrimonio librario di Gian Antonio Cibotto, il notissimo scrittore rodigino deceduto il 12 agosto 2017 a 92 anni. Il giudice per le indagini preliminari Silvia Varotto ha archiviato, su richiesta del Pm Maria Giulia Rizzo, il fascicolo per danneggiamento che vedeva come indagato l’attuale presidente dell’accademia dei Concordi, Giovanni Boniolo.
Il fascicolo era nato dopo una denuncia-querela ai carabinieri del gennaio 2019 del critico d’arte-politico Vittorio Sgarbi, corredata di materiale fotografico, nella quale si segnalava come l’accademia dei Concordi avesse gettato al macero quintali di volumi che facevano parte del lascito di Cibotto.
I toni usati da Sgarbi erano stati durissimi. «Commesso un crimine, un delitto contro la città, contro la cultura, contro Cibotto. Quello che è accaduto a Rovigo è grave come l’assassinio Matteotti e l’alluvione del Po del 1951» aveva detto.
Come spiega Marco Petternella, l’avvocato di Boniolo che per la denuncia era stato indagato, «la richiesta del Pm accolta dal Gip era motivata dall’appropriatezza dell’operato dei Concordi, dal fatto che le operazioni di cernita del materiale librario da scartare erano avvenute in pieno accordo con l’erede di Cibotto e dall’assenza di qualsiasi legittimazione di chi ha sporto la denuncia, visto che l’erede e proprietaria non ha mai mosso rimostranze all’operato dell’accademia».
Il riferimento è alla nipote di Cibotto, Anna Maria Battizocco, donatrice dei libri dello scrittore all’accademia. Le polemiche si erano incentrate sul fatto che circa 2.800 volumi, su un totale di 40.000 del patrimonio librario dell’autore di «Scano boa», erano finiti al macero perché ormai in pessime condizioni.
Accusato di aver deciso l’eliminazione dei 2.800 volumi del lascito Cibotto senza condivisione di parte del consiglio d’amministrazione dell’accademia, Boniolo, presidente dell’ente dal dicembre 2017, aveva spiegato che al macero erano finiti «volumi con muffe o escrementi di topo o lacerati o con pagine mancanti per la maggior parte, oltre a bollettini universitari e quotidiani oltre a della manualistica degli Anni Settanta e Ottanta».