Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Su Bonomi decisione presa Assindustria sarà compatta»
Piovesana e il voto in Confindustria: «L’unità veneta non sempre è un valore»
«Quando andrò dai Saggi? La prossima settimana a Milano». Il favore per Carlo Bonomi e le divisioni in Assindustria venetocentro, anche sulla proroga dei vertici per chiudere la fusione con Confindustria Venezia. Ma anche la posizione unitaria del Veneto sulla presidenza di Confindustria, da non trovare ad ogni costo. Entra nella doppia partita elettorale degli Industriali, Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria venetocentro, a margine della presentazione dell’accordo con gli atenei veneziani. E lo fa con chiarezza, nei giorni in cui i due match entrano nel vivo, dopo la presentazione, martedì a Padova, dei candidati alla presidenza di Confindustria, Carlo Bonomi, Licia Mattioli e Giuseppe Pasini. «Tre figure autorevoli dice Piovesana -. Ma sapete come ci siamo espressi fin dall’inizio; e abbiamo avuto la conferma che il candidato giusto per guidare Confindustria è quello da noi scelto».
Quindi Carlo Bonomi. E in Confindustria Veneto quando vi vedrete, per verificare una possibile posizione comune?
«Enrico Carraro sta cercando di fissare un incontro a breve, lasciando alle territoriali che non l’hanno ancora fatto il tempo di maturare una decisione. Poi ci vedremo».
Ma che spazi ci sono per definire una posizione unica, se avete già preso una decisione chiara?
«Gli altri matureranno la loro scelta. Da parte nostra la decisione è presa: non cambieremo idea perché il resto del Veneto va in un’altra direzione. Siamo convinti e terremo la nostra posizione».
L’obiezione che vi si può fare è che la discussione sull’unità veneta non parte da zero, avendo voi già deciso.
«L’unità può essere un valore. Ma siamo anche territori diversi, portatori di interessi e visioni diverse. Non sempre quindi l’unità è un valore. Penso che ogni territoriale abbia diritto di esprimere opinioni diverse. Se altri vedono bene un altro candidato, ci può stare. Questo però non deve esser motivo di inimicizia. Se altri decideranno in modo diverso avranno il mio massimo rispetto: vuol dire che è la volontà degli imprenditori di quel territorio».
La preoccupano le posizioni diverse, pro Pasini, emerse nel vostro consiglio generale del 10 febbraio?
«No. Abbiamo condiviso la scelta del candidato nel consiglio di presidenza. Non ci sono posizioni preoccupanti in Assindustria venetocentro».
Vede rischi che i vostri rappresentanti esprimano voti diversi nel consiglio generale del 26 marzo?
«Tra noi stiamo dialogando. Non voglio dare niente per scontato, perché niente lo è. Capisco anche posizioni diverse dovute all’esser associati a federazioni di Confindustria, come Federacciai».
Il caso del suo presidente, il padovano Banzato...
«Ma in Assindustria penso che arriveremo compatti».
E sul nuovo presidente di Assindustria o la possibile proroga degli incarichi di vertice?
«Come detto nei consigli di presidenza e generale, gli associati sono sovrani: ci rimetteremo a loro».
Quindi: il favore per una proroga degli incarichi deve emergere dalle consultazioni dei Saggi.
«Sì. Gli associati esprimeranno la loro opinione, se lo riterranno, in un senso o nell’altro».
La preoccupano le posizioni a Padova contrarie alla proroga? Finora il clima nella fusione tra Padova e Treviso era stato positivo. C’è un rischio che si raffreddi?
«Il clima è positivo, in un rapporto dialettico e con posizioni diverse. Alla fine la decisione la prenderanno gli associati, che possono esprimere ai Saggi le loro opinioni. Poi noi andremo nella direzione indicata dalla maggioranza».