Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Consvipo, lavoratori a rischio I sindacati vanno dal prefetto
Consorzio per lo sviluppo del Polesine, il destino incerto per gli otto dipendenti Incontro mercoledì per il ricollocamento degli addetti dopo il sì alla liquidazione
I sindacati si appellano al prefetto per salvare i dipendenti del Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo), il cui posto di lavoro è messo a rischio dall’avvio dell’iter di liquidazione dell’ente, deciso dall’assemblea dei sindaci-soci con circa il 55% delle quote. Un voto che rende cruciale l’incontro mercoledì alle 10.30 a Palazzo Salvadego Sgarzi tra Maddalena De Luca e i vertici territoriali e di categoria di Cgil, Cisl, Uil.
«La ricollocazione degli otto lavoratori è un’emergenza — osserva Giampietro Gregnanin, segretario Uiltec Uil — serve chiarezza su modi e tempi, a maggior ragione perché queste persone non vedono lo stipendio ormai da due mesi. Noi continuiamo a essere convinti che chiudere il Consvipo sia un errore, non solo per i posti di lavoro messi a repentaglio».
Per i sindacati confederali, il Consvipo andrebbe rilanciato, rinnovando la missione dell’agenzia pubblica di programmazione economica fondata nel 1963, come struttura di progettazione e gestione di fondi per lo sviluppo a servizio di un’area vasta, con lo sguardo in primis rivolto alla Bassa Padovana.
I favorevoli alla chiusura ritiengono, al contrario, esaurita la funzione del Consvipo, ritenendolo irriformabile e non più in grado di generare benefici significativi per il territorio, a fronte di un esborso non più sostenibile dalla Provincia, come socio di maggioranza con il 45% delle quote.
Esborso che, però, Palazzo Celio dovrebbe comunque affrontare, stando al lodo arbitrale che ha stabilito che debba pagare al Consvipo i 264.970 euro non versati per la quota associativa 2017. Un parere che, esteso ai mancati versamenti 2018 e 2019, esporrebbe Palazzo Celio a altro mezzo milione di spesa, in assenza di una transazione, per un totaledi quasi 800 mila euro.
Probabilmente anche per questo Ivan Dall’ara, presidente della Provincia e sindaco di Ceregnano, ha deciso di accelerare sulla chiusura, accettando il rischio di strappo politico con Comuni importanti nel sostegno alla sua linea come Occhiobello (assente al voto determinante) e Porto Tolle che ha optato come Adria per l’astensione.
«Noi siamo sempre stati favorevoli alla liquidazione del
Consvipo — premette il sindaco portotollese Roberto Pizzoli — ma ci saremmo aspettati, prima del voto, un confronto col consiglio d’amministrazione su piani e prospettive, per capire come sarebbero stati ricollocati i lavoratori e come sarebbe stato organizzato il rientro di debiti e crediti. Dall’ara, invece, ha voluto accelerare, portandoci ad astenerci».
Alla testa dei contrari resta Edoardo Gaffeo, convinto sia stato commesso un errore. «Ho tentato di mettere sul tavolo proposte alternative, ma non ho raccolto consenso sufficiente — spiega il sindaco di Rovigo — Prima di procedere alla formale messa in liquidazione dell’ente andava risolta la situazione dei dipendenti, per responsabilità verso i lavoratori. Difficile, però, prevedere un’inversione di rotta».
Il percorso di liquidazione verrà ufficialmente avviato dopo la ratifica nei Consigli dei 48 Comuni-soci del territorio e della Provincia, una volta raggiunto il 51% delle quote.