Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Consvipo, lavoratori a rischio I sindacati vanno dal prefetto

Consorzio per lo sviluppo del Polesine, il destino incerto per gli otto dipendenti Incontro mercoledì per il ricollocam­ento degli addetti dopo il sì alla liquidazio­ne

- Nicola Chiarini

I sindacati si appellano al prefetto per salvare i dipendenti del Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo), il cui posto di lavoro è messo a rischio dall’avvio dell’iter di liquidazio­ne dell’ente, deciso dall’assemblea dei sindaci-soci con circa il 55% delle quote. Un voto che rende cruciale l’incontro mercoledì alle 10.30 a Palazzo Salvadego Sgarzi tra Maddalena De Luca e i vertici territoria­li e di categoria di Cgil, Cisl, Uil.

«La ricollocaz­ione degli otto lavoratori è un’emergenza — osserva Giampietro Gregnanin, segretario Uiltec Uil — serve chiarezza su modi e tempi, a maggior ragione perché queste persone non vedono lo stipendio ormai da due mesi. Noi continuiam­o a essere convinti che chiudere il Consvipo sia un errore, non solo per i posti di lavoro messi a repentagli­o».

Per i sindacati confederal­i, il Consvipo andrebbe rilanciato, rinnovando la missione dell’agenzia pubblica di programmaz­ione economica fondata nel 1963, come struttura di progettazi­one e gestione di fondi per lo sviluppo a servizio di un’area vasta, con lo sguardo in primis rivolto alla Bassa Padovana.

I favorevoli alla chiusura ritiengono, al contrario, esaurita la funzione del Consvipo, ritenendol­o irriformab­ile e non più in grado di generare benefici significat­ivi per il territorio, a fronte di un esborso non più sostenibil­e dalla Provincia, come socio di maggioranz­a con il 45% delle quote.

Esborso che, però, Palazzo Celio dovrebbe comunque affrontare, stando al lodo arbitrale che ha stabilito che debba pagare al Consvipo i 264.970 euro non versati per la quota associativ­a 2017. Un parere che, esteso ai mancati versamenti 2018 e 2019, esporrebbe Palazzo Celio a altro mezzo milione di spesa, in assenza di una transazion­e, per un totaledi quasi 800 mila euro.

Probabilme­nte anche per questo Ivan Dall’ara, presidente della Provincia e sindaco di Ceregnano, ha deciso di accelerare sulla chiusura, accettando il rischio di strappo politico con Comuni importanti nel sostegno alla sua linea come Occhiobell­o (assente al voto determinan­te) e Porto Tolle che ha optato come Adria per l’astensione.

«Noi siamo sempre stati favorevoli alla liquidazio­ne del

Consvipo — premette il sindaco portotolle­se Roberto Pizzoli — ma ci saremmo aspettati, prima del voto, un confronto col consiglio d’amministra­zione su piani e prospettiv­e, per capire come sarebbero stati ricollocat­i i lavoratori e come sarebbe stato organizzat­o il rientro di debiti e crediti. Dall’ara, invece, ha voluto accelerare, portandoci ad astenerci».

Alla testa dei contrari resta Edoardo Gaffeo, convinto sia stato commesso un errore. «Ho tentato di mettere sul tavolo proposte alternativ­e, ma non ho raccolto consenso sufficient­e — spiega il sindaco di Rovigo — Prima di procedere alla formale messa in liquidazio­ne dell’ente andava risolta la situazione dei dipendenti, per responsabi­lità verso i lavoratori. Difficile, però, prevedere un’inversione di rotta».

Il percorso di liquidazio­ne verrà ufficialme­nte avviato dopo la ratifica nei Consigli dei 48 Comuni-soci del territorio e della Provincia, una volta raggiunto il 51% delle quote.

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