Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Spese, consulenze, gestione Mose, i punti sotto accusa
Il Cvn costa 24 milioni. Due banche pronte a finanziare
Le spese, le consulenze, la gestione generale del Consorzio Venezia Nuova. Nella lettera inviata il 14 febbraio scorso dall’avvocato dello Stato Vincenzo Nunziata alla Prefettura di Roma e all’anac, sarebbero questi gli «aspetti di problematicità» da lui trovati in questi primi tre mesi da commissario del Consorzio Venezia Nuova.
Le spese, le consulenze, la gestione generale del Consorzio Venezia Nuova. Nella lettera inviata il 14 febbraio scorso dall’avvocato dello Stato Vincenzo Nunziata alla Prefettura di Roma e all’anac, sarebbero questi gli «aspetti di problematicità» da lui trovati in questi primi tre mesi da commissario del Cvn al fianco dei colleghi Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, che sono invece al lavoro da cinque anni. Una segnalazione ritenuta doverosa, ma non per denunciare reati o malversazioni, quando dei meccanismi farraginosi e dei problemi strutturali che stanno bloccando la conclusione del Mose. E che hanno spinto il prefetto di Roma Gerarda Pantalone a nominare un «collegio interistituzionale di monitoraggio e verifica per l’ approfondimento degli evidenziati aspetti di problematicità relativi alla gestione commissariale del Cvn», che avrà due mesi di tempo (più altri due se serviranno) per stilare una relazione.
Pur essendo stato nominato solo a metà novembre, pochi giorni dopo l’«acqua granda» – andando a colmare un vuoto che durava da oltre due anni e mezzo, ovvero da quando si era dimesso Luigi Magistro –, Nunziata avrebbe già inquadrato i problemi del Consorzio. Costi di struttura molto elevati, per un totale di circa 24 milioni di euro; stipendi che, da soli, pesano per circa 800 mila euro al mese, per un totale di una decina di milioni di euro l’anno; consulenze per circa un paio di milioni, su cui peraltro ora ha messo gli occhi anche la commissione della Camera che si sta occupando della revisione della legge speciale e che ha chiesto al supercommissario Elisabetta Spitz di averne l’elenco completo. Un elemento che ha spesso creato delle critiche, sebbene una volta fossero ben più ricche (vicine ai dieci milioni annui), anche perché tra Consorzio Venezia Nuova e le due partecipate Comar (che gestisce le gare d’appalto) e Thetis ci sono circa 250 dipendenti. I commissari nel corso degli anni hanno limitato di molto le spese generali, ma sia Spitz che il provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone le riterrebbero ancora elevate, anche perché sta cambiando la modalità di pagamento. Una volta i costi del Cvn erano pagati attraverso l’aggio del 12 per cento sui pagamenti dell’allora Magistrato alle Acque: erano gli anni dei grandi fatturati da parte del Consorzio, dei cassoni di calcestruzzo, delle opere edili e marittime, e dunque quella quota era ricchissima. Ora che invece mancano solo i cablaggi e alcune opere di contorno, i soldi mancano: tanto che le imprese consorziate che stanno eseguendo alcuni dei lavori cosiddetti «complementari» e che lamentano di avanzare una decina di milioni di euro, hanno denunciato che i commissari avrebbero usato i loro soldi proprio per pagare gli stipendi. Mercoledì sera però hanno annunciato ai sindacati che i soldi sono finiti e che le paghe di marzo sono a rischio, preannunciando anche la cassa integrazione e il contratto di solidarietà. Mossa che ha irritato non poco Spitz, che avrebbe scritto una lettera pesante ai commissari e che Nunziata non ha condiviso, rifiutandosi di firmarla. Ora spetterà al prefetto Lucia Volpe, ai funzionari Anac Angela Lorella Di Gioia e Federico Dini, a Maria Grazia Di Cesare del ministero delle Infrastrutture e al dirigente della Ragioneria dello Stato Giovanni Logoteto fare chiarezza su che cosa sia successo negli ultimi anni e mesi.
Nel frattempo il 3 marzo sarà una giornata importante per il futuro. Al mattino si terrà infatti il nuovo test alla schiera di San Nicolò, che era a rischio proprio per la protesta delle imprese; queste ultime mercoledì sera hanno deciso di dare fiducia a Spitz, che ha convocato una riunione plenaria sempre di martedì, annunciando ai sindacati che per quella data sarà trovato il modo per sbloccare i soldi per pagare le imprese e gli stipendi. Una buona notizia sarebbe invece arrivata sul fronte bancario: dopo che le gare degli ultimi anni per un finanziamento erano sempre andate deserte, ora due istituti avrebbero manifestato la loro disponibilità ad anticipare al Cvn 80-100 milioni per portare avanti i lavori nei prossimi mesi fino all’estate, proprio per superare l’impasse dei finanziamenti, che ci sono ma non arrivano in cassa.