Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Mondiali, Viviani resta a secco nell’omnium

Condizione non al top: niente medaglia per il veronese nella gara in pista in cui è olimpionic­o

- Lorenzo Fabiano

A bocca asciutta. Niente da fare per il veneto Elia Viviani che sulla pista di Berlino puntava a una medaglia nell’omnium, la specialità che quattro anni fa lo consacrò campione olimpico a Rio. A bassi giri di motore, Elia non è mai stato quel protagonis­ta che ci si aspettava. E tutto sommato ci sta. Siamo solo all’alba di una lunga stagione divisa in due tra strada con il sogno Sanremo vivo, e pista con Tokyo nel mirino.

Che il colpo di pedale non sia ancora quello dei giorni belli, lo si era già visto una settimana fa al Giro dell’algarve, chiuso senza squilli. E la caduta rimediata in Australia lo scorso gennaio non ha facilitato la marcia di avviciname­nto. A rientro dal Portogallo, il velocista di Vallese di Oppeano (Verona) si è allenato per qualche giorno in pista al velodromo di Montichiar­i, ma la condizione non era certo ottimale per pensare di sbancare un Mondiale che al via presentava il meglio del pedale. Ieri giornata subito in salita. Solo nono nella corsa di apertura dello Scratch, dominata dal francese Thomas (già campione del mondo nel 2017 e argento lo scorso anno), il campione olimpico ha purtroppo confermato la sua allergia nei confronti della Tempo Race, chiusa con un deludente 14° posto. La prova se l’è aggiudicat­a l’olandese Van Schip davanti all’onnipresen­te Thomas; a metà gara, la corsa all’oro pareva incanalata in un affare ristretto a questi due e il danese Hansen; in lizza anche il britannico Walls, il kazako Zakharov e il tedesco Kluge. Per Viviani, dodicesimo e giù di tono, la zona podio si è di fatto allontanat­a. Serviva a quel punto una scossa nelle due restanti prove: la corsa a eliminazio­ne e a punti. Il primo colpo di scena nell’eliminazio­ne, lo ha offerto il danese Hansen, subito spennato. Questa è una specialità in cui le distrazion­i non sono ammesse e costano caro. Viviani se ne è rimasto buono nel bel mezzo del drappello, attento a non farsi sorprender­e. Ha chiuso al quinto posto, che per un Viviani al top sarebbe un calice di fiele, ma che per quello attuale, ancora lontano dalla miglior condizione, non è nemmeno da buttar via.

Elia ha incassato 32 punti che gli hanno fatto risalire la china fino al decimo posto, lontano dalla zona medaglie. Successo per il neozelande­se Stewart, campione del mondo Ommium in carica; secondo il tedesco Kluge; terzo l’olandese Van Schip, e quarto il «francese del Garda» (vive a Desenzano) Benjamin Thomas, che ha così consolidat­o la leadership provvisori­a. Il lotto dei contendent­i alle medaglie, si restringev­a a questi quattro più il britannico Walls. La corsa a punti ha sancito la superiorit­à di Thomas, oro davanti a Van Schip e all’inglese Walls. Nono posto finale per Viviani. La strada per Tokyo è lunga e piena di lavori in corso. Per fortuna c’è tempo.

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A Berlinonie­nte medaglia sull’ovale berlinese per Elia Viviani

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