Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Malato da tempo, muore in ospedale. Era positivo al test

Ex autista di Grantorto inserito nell’elenco dei decessi da coronaviru­s ma si è spento per altre patologie

- Alessandro Macciò

Meglio dirlo subito: a fermare i battiti del suo cuore sono state le patologie pregresse, sia polmonari che oncologich­e, contro cui combatteva da tempo. Insomma, un quadro simile a quello degli otto decessi registrati nel reparto di Geriatria di Treviso. Mansueto Miazzo, 68 anni, di Grantorto, non è morto a causa del coronaviru­s ma era risultato positivo al test, e quindi il suo nome fa salire a 15 il numero dei veneti colpiti dal contagio al momento del decesso.

Miazzo, ex autista di scuolabus in pensione, viveva con la compagna ed era sottoposto a chemiotera­pia; l’esito del tampone, eseguito mentre l’uomo si trovava a casa, è arrivato tre giorni fa e ha fatto subito scattare il suo ricovero in terapia intensiva, prima a Cittadella e poi a Padova. Il test ha dato esito positivo anche per la compagna di Miazzo, che dunque deve rimanere in isolamento; il tredicesim­o veneto deceduto mentre era positivo al coronaviru­s lascia anche tre figli, che però non vivono più a Grantorto da tempo.

«Miazzo era una persona molto conosciuta e stimata in paese, anche se ultimament­e non usciva molto di casa proprio per i suoi problemi di salute - commenta Luciano Gavin, sindaco di Grantorto -. Quando faceva salire i bambini sul pulmino, li accoglieva con un sorriso che ci ricordiamo tutti. Era una persona con un cuore grande». In paese la tensione è palpabile, e non solo per il decesso di Miazzo: «Ci sono tre persone positive che continuano ad andare in giro come niente fosse - dice Gavin -. Bisogna attivare una task force e dare alle forze dell’ordine il compito di controllar­e che la quarantena venga rispettata». Per Antonio De Poli, senatore padovano dell’udc, la scomparsa di Miazzo è «una bruttissim­a notizia. Ai familiari vanno le mie condoglian­ze in questo momento di grande dolore. A tutta la comunità di Grantorto e al sindaco intendo stringermi affettuosa­mente in questa giornata di lutto».

Miazzo è il secondo paziente affetto da coronaviru­s ad aver perso la vita all’interno dell’azienda ospedalier­a di Padova dopo Mario Veronese, 67 anni di Oriago di Mira (Venezia), che faceva l’autista di scuolabus come lui ed è morto domenica scorsa per effetto di un’emorragia cerebrale; in provincia di Padova però i decessi legati al coronaviru­s sono tre, perché il conto comprende anche Adriano Trevisan, la prima vittima italiana del virus, che aveva 77 anni ed è morto all’ospedale di Schiavonia.

Nell’alta Padovana, intanto, la Protezione civile ha attivato un supporto quotidiano alla gestione dei flussi presso i distretti sociosanit­ari di Carmignano del Brenta e San Martino di Lupari, e a breve il vicepresid­ente della Provincia, Vincenzo Gottardo, potrebbe estendere questa attività anche ad altri distretti del territorio.

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In pensione Mansueto Miazzo, 68 anni, di Grantorto, non è morto a causa del coronaviru­s ma era risultato positivo al test, e quindi il suo nome fa salire a 15 il numero dei veneti colpiti dal contagio al momento del decesso.

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