Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Malato da tempo, muore in ospedale. Era positivo al test
Ex autista di Grantorto inserito nell’elenco dei decessi da coronavirus ma si è spento per altre patologie
Meglio dirlo subito: a fermare i battiti del suo cuore sono state le patologie pregresse, sia polmonari che oncologiche, contro cui combatteva da tempo. Insomma, un quadro simile a quello degli otto decessi registrati nel reparto di Geriatria di Treviso. Mansueto Miazzo, 68 anni, di Grantorto, non è morto a causa del coronavirus ma era risultato positivo al test, e quindi il suo nome fa salire a 15 il numero dei veneti colpiti dal contagio al momento del decesso.
Miazzo, ex autista di scuolabus in pensione, viveva con la compagna ed era sottoposto a chemioterapia; l’esito del tampone, eseguito mentre l’uomo si trovava a casa, è arrivato tre giorni fa e ha fatto subito scattare il suo ricovero in terapia intensiva, prima a Cittadella e poi a Padova. Il test ha dato esito positivo anche per la compagna di Miazzo, che dunque deve rimanere in isolamento; il tredicesimo veneto deceduto mentre era positivo al coronavirus lascia anche tre figli, che però non vivono più a Grantorto da tempo.
«Miazzo era una persona molto conosciuta e stimata in paese, anche se ultimamente non usciva molto di casa proprio per i suoi problemi di salute - commenta Luciano Gavin, sindaco di Grantorto -. Quando faceva salire i bambini sul pulmino, li accoglieva con un sorriso che ci ricordiamo tutti. Era una persona con un cuore grande». In paese la tensione è palpabile, e non solo per il decesso di Miazzo: «Ci sono tre persone positive che continuano ad andare in giro come niente fosse - dice Gavin -. Bisogna attivare una task force e dare alle forze dell’ordine il compito di controllare che la quarantena venga rispettata». Per Antonio De Poli, senatore padovano dell’udc, la scomparsa di Miazzo è «una bruttissima notizia. Ai familiari vanno le mie condoglianze in questo momento di grande dolore. A tutta la comunità di Grantorto e al sindaco intendo stringermi affettuosamente in questa giornata di lutto».
Miazzo è il secondo paziente affetto da coronavirus ad aver perso la vita all’interno dell’azienda ospedaliera di Padova dopo Mario Veronese, 67 anni di Oriago di Mira (Venezia), che faceva l’autista di scuolabus come lui ed è morto domenica scorsa per effetto di un’emorragia cerebrale; in provincia di Padova però i decessi legati al coronavirus sono tre, perché il conto comprende anche Adriano Trevisan, la prima vittima italiana del virus, che aveva 77 anni ed è morto all’ospedale di Schiavonia.
Nell’alta Padovana, intanto, la Protezione civile ha attivato un supporto quotidiano alla gestione dei flussi presso i distretti sociosanitari di Carmignano del Brenta e San Martino di Lupari, e a breve il vicepresidente della Provincia, Vincenzo Gottardo, potrebbe estendere questa attività anche ad altri distretti del territorio.