Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cittadella irriconoscibile
Serie B Granata sotto 2-0 con il Pordenone nel deserto del Tombolato chiuso per coronavirus Venturato a fine gara: «Non è stata una grande partita. L’avversaria? È stata più brava di noi»
Può essere una squadra dipendente da un unico giocatore? Nel caso del Cittadella, a vedere i novanta minuti col Pordenone, il dubbio che Davide Diaw sia diventato imprescindibile per i granata sorge e si fa strada con prepotenza. Si gioca in uno stadio deserto, a scuotere il silenzio solo le urla della famiglia Gabrielli, dei pochi presenti in tribuna e qualche grido dal campo che rende bene l’idea di cosa significa giocare a porte chiuse.
Il 2-0 finale non fa una piega, il Cittadella è irriconoscibile e il Pordenone vince con merito, arrivando spesso primo sui palloni e giocando con grande intensità, soprattutto in un primo tempo praticamente perfetto. Apre Barison di testa, chiude Ciurria su rigore. In ordine sparso sul taccuino anche un diagonale di Ciurria che trova pronto Paleari dopo pochi minuti, un colpo di testa di Rosafio fuori di poco, un cross velenoso di Luppi che non trova nessuno pronto all’appuntamento.
Nel primo tempo fuori dallo stadio si odono chiari i cori degli ultras «Rabaltai», che sfidano il divieto di adunanza tifando fuori dai cancelli, come già avvenuto in occasione della partita con la Cremonese.
Le scelte di Venturato sorprendono e stavolta non portano gli effetti sperati. Tutti si aspettano Perticone e, invece, in difesa c’è Pavan, coautore con Mora della marcatura errata sul gol di Barison su cross di Gavazzi. Mossa infelice, preso atto che Perticone non aveva problemi fisici e considerato che l’ex Renate gioca fuori ruolo.
Anche Rosafio fa ben poco per meritare una maglia da titolare. Vero è che l’unica occasione della gara è il suo colpo di testa a lato, altrettanto vero è che l’ex Juve Stabia proprio non vede la porta e questo è un problema, soprattutto quando manca Diaw: «Il Pordenone ci ha messo un po’ in difficoltà inizialmente — spiega Venturato — abbiamo preso gol in modo banale su una palla che è uscita e poi rientrata. Abbiamo sfiorato il gol con Rosafio, nella ripresa abbiamo cercato di fare qualcosa di più ma non ci siamo riusciti. In qualche episodio il Pordenone è stato più bravo di noi, anche se non è stata una grande partita. Il fatto di non riuscire a fare bene in casa è un dato oggettivo. Ci sono stati due tiri in porta del Pordenone e noi che abbiamo sfiorato il gol con Rosafio».
Nei novanta minuti emergono chiari i difetti granata. A centrocampo se si alza il ritmo Iori va in difficoltà e quando le due mezzali (Branca viene espulso nel finale) non sostengono il capitano si rompe tutto il meccanismo. Davanti quando manca Diaw non c’è sostanza e dietro non tutte le coppie difensive hanno lo stesso rendimento. Il Pordenone centra la terza vittoria consecutiva e dà un’impressione di solidità impressionante.
Il momento più buio è alle spalle e il presidente Mauro Lovisa a fine gara è raggiante: «Una prova di grande maturità – chiosa il numero uno neroverde – abbiamo raggiunto il primo obiettivo stagionale e speriamo di toglierci altre soddisfazioni». Ai playoff potrebbe esserci spazio per entrambe, ma non certo per il Cittadella visto ieri.