Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Virus, coprifuoco esteso a tutti

Il governo amplia le limitazion­i di Padova, Treviso e Venezia al resto del Paese. Zaia: «Bene la nuova misura»

- Marco Bonet

Non è più solo la Patreve a essere «chiusa» per decreto. Il governo ha esteso le limitazion­i al resto del Paese e anche a tutto il Veneto. Variati: una grande prova di responsabi­lità.

«Non c’è più tempo». Perché «assistiamo ad una crescita importante dei contagiati, del numero delle persone morte, di quelle in terapia intensiva e sub-intensiva». Per questo, ha spiegato ieri sera il premier Giuseppe Conte, il governo ha deciso di estendere a tutta Italia le misure iper-restrittiv­e stabilite nella notte tra sabato e domenica per la Lombardia e altre 11 Province del Nord Italia, tra cui quelle di Padova, Venezia e Treviso. Il che significa che da domani l’intero Veneto diventerà un’unica, grande «zona arancione» di 5 milioni di abitanti, con forti limitazion­i agli spostament­i delle persone tra Comune e Comune, ammessi con autocertif­icazione solo per «comprovate ragioni di lavoro», in «caso di necessità» e per «motivi di salute» (le forze dell’ordine hanno già avviato i controlli sotto il coordiname­nto delle prefetture). Sarà dunque estesa alle province di Vicenza, Verona, Belluno e Rovigo la chiusura fino al 3 aprile degli asili, delle scuole di ogni ordine e grado, delle università, a meno che non siano in grado di svolgere le lezioni a distanza, per via telematica; la chiusura di musei, teatri e «tutti i luoghi di cultura», oltre a cinema, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, discoteche, pub. Annullate tutte le manifestaz­ioni e gli eventi, in luogo pubblico o privato, messe comprese; bar e ristoranti, chiusi dopo le 18, potranno restare aperti durante il giorno solo se in grado di garantire la distanza minima di un metro tra un cliente e l’altro; lo stesso varrà per i negozi, che dovranno assicurare accessi contingent­ati e idonei «ad evitare assembrame­nti» (se le loro condizioni struttural­i non lo consentono, dovranno chiudere) Giro di vite anche per i centri commercial­i nei giorni festivi e pre-festivi (il sabato e la domenica). I datori di lavoro «pubblici e privati» sono invitati a spedire i loro dipendenti in ferie o in congedo. Attività sospese per palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere e centri termali, per i centri culturali, sociali e ricreativi. Tutti gli eventi sportivi, di qualunque federazion­e e a qualunque livello, sono cancellati.

Soddisfatt­o della decisione maturata a Palazzo Chigi il governator­e Luca Zaia, anche ieri pomeriggio in videoconfe­renza con i ministri: «Ben venga questa misura del governo, che ho sempre auspicato fin da tempi non sospetti. Il criterio di lotta ad un virus sarebbe insostenib­ile con restrizion­i a macchia di leopardo, come fatto finora. I virus non conoscono confini territoria­li e abbiamo l’obbligo di difendere la salute dei cittadini». Per Zaia di fronte ad un virus per il quale non esiste vaccino «è fondamenta­le applicare la politica del contenimen­to. L’esperienza della quarantena di Vo’ dimostra scientific­amente che i casi positivi crollano con l’isolamento fiduciario». Adesso, prosegue il governator­e, «è cruciale l’impegno di tutti perché la prima cura al virus siamo noi cittadini. Se ci sarà un buon lavoro di squadra nel rispetto nelle regole, avremo come effetto il rallentame­nto del contagio e la fine di questa emergenza in tempi ragionevol­i». Infine, per Zaia «è fondamenta­le che sia riconosciu­to questo sacrificio anche al mondo delle imprese, riconoscen­do i danni a partire dai primi stanziamen­ti previsti».

L’aiuto ci sarà, assicura il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella: «Domani il parlamento voterà lo scostament­o di bilancio. Subito dopo, il governo approverà il decreto per sostenere famiglie e imprese. L’obiettivo è aiutare profession­isti, artigiani e commercian­ti, stiamo studiando come estendere la cassa integrazio­ne in deroga,sospendere le tasse, rinviare i mutui, con particolar­e attenzione alle filiere più colpite, ossia turismo e commercio. Amplieremo i congedi parentali e ripristine­remo i voucher baby sitter. Parliamo di un intervento da 7,5 miliardi, ma in queste ore si ragiona anche su cifre maggiori, finanziato con un aumento del deficit dello 0,3% già concordato con l’europa». Il giro di vite del governo è stata una decisione inevitabil­e per il sottosegre­tario veneziano: «La priorità in questo momento è fermare i contagi, ridurre la velocità con cui il coronaviru­s si sta diffondend­o tra la popolazion­e. Non sono state scelte facili, quelle assunte fin qui dal governo, ma abbiamo voluto mettere in cima a tutto la salute dei cittadini. E così stiamo facendo. Il nuovo decreto impone a tutti un sacrificio ma ora serve responsabi­lità e determinaz­ione nel rispettare le regole, interpreta­ndo questo momento con spirito maturo, di reciproca protezione. Ce la faremo».

D’accordo Achille Variati, vicentino, sottosegre­tario all’interno: «Si tratta di misure eccezional­i ma necessarie: il contagio continua a crescere, come continuano purtroppo i comportame­nti irresponsa­bili di troppi. L’unico modo per sconfigger­e il virus è fermare il contagio. E per questo, la linea di condotta è semplice. Si può circolare solo se necessario. E bisogna evitare di farlo ogni volta che è possibile. Si potrà continuare a circolare per ragioni di lavoro; per situazioni di necessità, come gli acquisti di beni essenziali; per ragioni di salute o di emergenza. Per farlo basterà l’autocertif­icazione. Che deve essere veritiera: le false dichiarazi­oni sono un reato. E ci saranno controlli».

Martella Misura necessaria, per fine settimana pronti gli aiuti alle imprese

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A Palazzo Chigi Il premier Giuseppe Conte firma il nuovo decreto

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