Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Virus, coprifuoco esteso a tutti
Il governo amplia le limitazioni di Padova, Treviso e Venezia al resto del Paese. Zaia: «Bene la nuova misura»
Non è più solo la Patreve a essere «chiusa» per decreto. Il governo ha esteso le limitazioni al resto del Paese e anche a tutto il Veneto. Variati: una grande prova di responsabilità.
«Non c’è più tempo». Perché «assistiamo ad una crescita importante dei contagiati, del numero delle persone morte, di quelle in terapia intensiva e sub-intensiva». Per questo, ha spiegato ieri sera il premier Giuseppe Conte, il governo ha deciso di estendere a tutta Italia le misure iper-restrittive stabilite nella notte tra sabato e domenica per la Lombardia e altre 11 Province del Nord Italia, tra cui quelle di Padova, Venezia e Treviso. Il che significa che da domani l’intero Veneto diventerà un’unica, grande «zona arancione» di 5 milioni di abitanti, con forti limitazioni agli spostamenti delle persone tra Comune e Comune, ammessi con autocertificazione solo per «comprovate ragioni di lavoro», in «caso di necessità» e per «motivi di salute» (le forze dell’ordine hanno già avviato i controlli sotto il coordinamento delle prefetture). Sarà dunque estesa alle province di Vicenza, Verona, Belluno e Rovigo la chiusura fino al 3 aprile degli asili, delle scuole di ogni ordine e grado, delle università, a meno che non siano in grado di svolgere le lezioni a distanza, per via telematica; la chiusura di musei, teatri e «tutti i luoghi di cultura», oltre a cinema, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo, discoteche, pub. Annullate tutte le manifestazioni e gli eventi, in luogo pubblico o privato, messe comprese; bar e ristoranti, chiusi dopo le 18, potranno restare aperti durante il giorno solo se in grado di garantire la distanza minima di un metro tra un cliente e l’altro; lo stesso varrà per i negozi, che dovranno assicurare accessi contingentati e idonei «ad evitare assembramenti» (se le loro condizioni strutturali non lo consentono, dovranno chiudere) Giro di vite anche per i centri commerciali nei giorni festivi e pre-festivi (il sabato e la domenica). I datori di lavoro «pubblici e privati» sono invitati a spedire i loro dipendenti in ferie o in congedo. Attività sospese per palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere e centri termali, per i centri culturali, sociali e ricreativi. Tutti gli eventi sportivi, di qualunque federazione e a qualunque livello, sono cancellati.
Soddisfatto della decisione maturata a Palazzo Chigi il governatore Luca Zaia, anche ieri pomeriggio in videoconferenza con i ministri: «Ben venga questa misura del governo, che ho sempre auspicato fin da tempi non sospetti. Il criterio di lotta ad un virus sarebbe insostenibile con restrizioni a macchia di leopardo, come fatto finora. I virus non conoscono confini territoriali e abbiamo l’obbligo di difendere la salute dei cittadini». Per Zaia di fronte ad un virus per il quale non esiste vaccino «è fondamentale applicare la politica del contenimento. L’esperienza della quarantena di Vo’ dimostra scientificamente che i casi positivi crollano con l’isolamento fiduciario». Adesso, prosegue il governatore, «è cruciale l’impegno di tutti perché la prima cura al virus siamo noi cittadini. Se ci sarà un buon lavoro di squadra nel rispetto nelle regole, avremo come effetto il rallentamento del contagio e la fine di questa emergenza in tempi ragionevoli». Infine, per Zaia «è fondamentale che sia riconosciuto questo sacrificio anche al mondo delle imprese, riconoscendo i danni a partire dai primi stanziamenti previsti».
L’aiuto ci sarà, assicura il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella: «Domani il parlamento voterà lo scostamento di bilancio. Subito dopo, il governo approverà il decreto per sostenere famiglie e imprese. L’obiettivo è aiutare professionisti, artigiani e commercianti, stiamo studiando come estendere la cassa integrazione in deroga,sospendere le tasse, rinviare i mutui, con particolare attenzione alle filiere più colpite, ossia turismo e commercio. Amplieremo i congedi parentali e ripristineremo i voucher baby sitter. Parliamo di un intervento da 7,5 miliardi, ma in queste ore si ragiona anche su cifre maggiori, finanziato con un aumento del deficit dello 0,3% già concordato con l’europa». Il giro di vite del governo è stata una decisione inevitabile per il sottosegretario veneziano: «La priorità in questo momento è fermare i contagi, ridurre la velocità con cui il coronavirus si sta diffondendo tra la popolazione. Non sono state scelte facili, quelle assunte fin qui dal governo, ma abbiamo voluto mettere in cima a tutto la salute dei cittadini. E così stiamo facendo. Il nuovo decreto impone a tutti un sacrificio ma ora serve responsabilità e determinazione nel rispettare le regole, interpretando questo momento con spirito maturo, di reciproca protezione. Ce la faremo».
D’accordo Achille Variati, vicentino, sottosegretario all’interno: «Si tratta di misure eccezionali ma necessarie: il contagio continua a crescere, come continuano purtroppo i comportamenti irresponsabili di troppi. L’unico modo per sconfiggere il virus è fermare il contagio. E per questo, la linea di condotta è semplice. Si può circolare solo se necessario. E bisogna evitare di farlo ogni volta che è possibile. Si potrà continuare a circolare per ragioni di lavoro; per situazioni di necessità, come gli acquisti di beni essenziali; per ragioni di salute o di emergenza. Per farlo basterà l’autocertificazione. Che deve essere veritiera: le false dichiarazioni sono un reato. E ci saranno controlli».
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