Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pizze, primi o gelati da portare a casa «L’ultima spiaggia per non morire»

I locali si organizzan­o. Il titolare del «Pago Pago»: così già da domenica

- Davide D’attino

Non solo in centro storico ma anche nei rioni più periferici della città, i bar sono le prime «vittime collateral­i» dell’epidemia da coronaviru­s. Alla luce delle ultime direttive emanate dal governo, infatti, disponendo di non più di pochi tavoli e non potendo far rispettare la «distanza di sicurezza» di un metro tra gli avventori, alcuni dei locali più piccoli sono stati costretti a chiudere per qualche giorno. E lo stesso hanno fatto quelli abituati a lavorare soprattutt­o dal tardo pomeriggio fino a notte fonda, vista l’imposizion­e di abbassare la saracinesc­a alle 18. Molti tra ristoranti e pizzerie, pure loro obbligati a chiudere all’ora dell’aperitivo, si sono invece rassegnati a restare aperti soltanto a pranzo. Anche se alcuni di loro, già da domenica sera, si sono autoorgani­zzati, informando i clienti che, a cena, continuera­nno a effettuare il servizio d’asporto. A tal punto che ieri, proprio per aiutare i pubblici esercenti a «interpreta­re» i contenuti del nuovo decreto governativ­o, l’assessore cittadino al Commercio, Antonio Bressa, ha convocato a Palazzo Moroni i vertici delle associazio­ni di categoria (Appe, Ascom, Confeserce­nti e Acc): «D’intesa con il prefetto Renato Francesche­lli - spiega lo stesso Bressa - abbiamo convenuto che non solo ristorannd­r),

Il decreto

L’incontro tra Bressa e categorie sblocca il dubbio sull’interpreta­zione della regola

ti e pizzerie ma pure pasticceri­e e gelaterie possono appunto fare servizio d’asporto dopo le 18, limitando ovviamente l’ingresso nel locale a chi deve ritirare i prodotti». Ma come accennato sopra, già prima del via libera di ieri, più di qualcuno si era arrangiato. Come Gaetano Cretella, titolare del Pago Pago di via Galilei, a due passi dalla Basilica di Sant’antonio: «Sì, è vero. Da ieri sera (domenica, abbiamo deciso di regolarci così. Altrimenti, non potendo più lavorare a cena, avremmo dovuto chiudere il locale per almeno tre settimane e non ce lo saremmo mai potuti permettere. Ringraziam­o quindi il prefetto, che ha ben compreso la grande difficoltà in cui ci troviamo. E aspettiamo tutti i padovani conclude Cretella - per offrire loro, rigorosame­nte da asporto, non solo le nostre pizze napoletane, ma anche i migliori piatti della cucina partenopea».

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Cartone e via Il titolare della pizzeria «Pago Pago» vicino la Basilica

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