Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ambulatori ed esami, Schiavonia rinasce E l’area Covid già ospita otto ricoverati
Tra i positivi dell’ala totalmente dedicata ai pazienti da virus c’è un ospite della casa di riposo di Merlara Blindata la struttura con oltre 120 persone. In ospedale una «quasi» normalità: riaprono anche i negozi
Un quinto degli iniziali posti letto è stato subito riempito anche se, si è appreso in serata, grazie alle tende la capacità potrà più che triplicarsi (vedi pagina 2). La nuova area «Covid» allestita all’ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia conta già 8 pazienti positivi al coronavirus; uno di loro arriva da una casa di riposo, e la notizia in pratica ha fatto blindare la struttura per precauzione.
L’ospedale, che il 21 febbraio ha registrato il decesso di Adriano Trevisan, la prima vittima italiana di coronavirus, e che per questo è rimasto chiuso per due settimane, ha riaperto i battenti domenica (festeggiando anche la nascita di Massimo, il primo neonato post quarantena) e ieri ha ripreso tutte le attività, che stanno gradualmente tornando a pieno regime. L’area Covid si trova al primo piano e per ora dispone di 43 posti letto, tutti con accesso indipendente, di cui 8 «ventilati» (cioè con ventilazione artificiale) e 35 «semplici» per pazienti sintomatici; la terapia intensiva inoltre può accogliere fino a un massimo di 12 contagiati da coronavirus. L’area Covid ha registrato i primi tre ingressi domenica e gli altri cinque ieri; del primo gruppo fa parte anche una persona ultraottantenne (non si sa se uomo o donna) proveniente dalla casa di riposo «Pietro e Santa Scarmignan» di Merlara, che ieri è stata completamente blindata. L’ospite in questione domenica mattina è stato visitato dal medico e, anche se non presentava sintomi che potessero far pensare subito al coronavirus, è stato ricoverato all’ospedale di Schiavonia dove è stato sottoposto al tampone. Non appena si è saputo il risultato, le porte della casa Scarmignan si sono chiuse a doppia mandata: non si entra e non si esce. I 73 ospiti e la cinquantina di operatori tra infermieri, oss, fisioterapisti, logopedisti e medici sono stati sottoposti al test e fino a che non si avranno i risultati nessuno potrà tornare a casa. «Stiamo chiedendo un grosso sforzo ai lavoratori, tutti loro hanno una famiglia che li aspetta – dice Roberta Meneghetti, presidente della casa Scarmignan – ma hanno dimostrato un grande senso di responsabilità. Purtroppo, in condizioni di emergenza come queste si devono prendere anche decisioni drastiche». L’usl potrebbe decidere di sottoporli all’isolamento fiduciario domiciliare anche coloro che risulteranno negativi al test. «Negli ultimi giorni avevamo bloccato le visite dall’esterno, proprio per prudenza – continua Meneghetti – La prima settimana le avevamo ridotte e la seconda avevamo autorizzato solo quelle necessarie per l’accudimento dell’ospite».
Tornando all’ospedale di Schiavonia, l’usl 6 Euganea ha fatto sapere che ieri il personale medico ha eseguito 21 interventi di chirurgia maggiore di cui uno in urgenza, 432 prestazioni ambulatoriali, 114 prestazioni in piastra radiologica, 35 trattamenti in chirurgia ambulatoriale per interventi ginecologici, oculistici e di chirurgia generale, 37 ricoveri (dato aggiornato alle ore 13) di cui 7 urgenti e 30 programmati
Casa Scarmignan Nessuno potrà tornare a casa prima dei test Si valuta la quarantena precauzionale
per interventi ordinari e 85 accessi al Punto prelievi. L’ospedale dunque funziona, anche se non si può certo dire che tutto sia tornato alla normalità. Il flusso dei visitatori infatti è regolato da un punto di accoglienza delimitato da due nastri segnaletici, dove due infermiere con la mascherina invitano tutti a usare il gel per le mani e distribuiscono un vademecum. L’accesso è consentito solo ai pazienti che hanno un appuntamento o un’urgenza, a un solo accompagnatore in caso di minore o persona non autosufficiente e a un solo visitatore per ogni persona ricoverata; gli altri eventuali accompagnatori devono restare nella hall, dove alcune sedie espongono il cartello «Non sedersi» per garantire la distanza di un metro. Oltre agli ambulatori e ai blocchi operatori, ieri hanno riaperto anche tutte le attività commerciali tranne l’agenzia viaggi, che resta chiusa fino al 3 aprile; il bar non fa servizio al banco per ridurre al minimo i contatti, mentre l’edicola, la farmacia, il parrucchiere e il negozio di decorazioni fanno entrare una persona alla volta.