Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Adria, diagnosi al citofono in ospedale e i prelievi solo su appuntamen­to

Coronaviru­s, l’emergenza sanitaria continua ma i casi confermati si fermano a sette Lettera dei 50 sindaci polesani alla popolazion­e: «Vinceremo anche questa prova»

- Nicola Chiarini (hanno collaborat­o Antonio Andreotti e Natascia Celeghin)

Il lavoro di medici, infermieri, operatori sanitari è febbrile e i numeri del contagio da coronaviru­s restano stabili in Polesine con 7 casi acclarati, l’ultimo dei quali registrato domenica su un’adriese 70enne. Salgono così a 3 le persone contagiate residenti ad Adria, ma secondo le autorità sanitarie è da escludere che la patologia sia stata contratta in loco. «Non c’è ragione di parlare di focolaio polesano – assicura Antonio Compostell­a, direttore generale dell’usl 5 Polesana – l’attenzione resta, però, massima, ed è doverosa la collaboraz­ione di tutti».

Attualment­e risultano 7 persone contagiate, di cui 5 ricoverate all’ospedale di Rovigo (4 in Malattie infettive, una in Terapia intensiva) e due in isolamento domiciliar­e che, al tredicesim­o e al quattordic­esimo giorno dalla dimissione, ripeterann­o i tamponi per accertare l’avvenuta guarigione. In tutto sono stati 80 i tamponi eseguiti, mentre 151 sono i cittadini sotto sorveglian­za. Tra questi circa 40 sono lavoratori dei reparti di Pronto soccorso, equamente distribuit­i tra Rovigo e Adria, entrati in contatto con pazienti contagiati che si erano rivolti direttamen­te alla struttura di emergenza, pratica categorica­mente esclusa dalle ordinanze.

Per ridurre i rischi, oltre alle tende per il pre-triage nel capoluogo, al Pronto soccorso adriese viene richiesto ai pazienti di annunciars­i via citofono, come prima precauzion­e. «Gli eventuali disagi verranno tamponati dai lavoratori dei reparti di Chirurgia – sottolinea Compostell­a – in attesa che mercoledì prendano servizio 11 nuovi infermieri e altrettant­i lo facciano nel fine settimana». E da oggi, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza, l’accesso ai punti prelievo dell’usl sarà possibile solo attraverso il Centro unico di prenotazio­ne (Cup) contattabi­le allo 0425/36200 da cellulare o allo 800/061644 da telefono fisso. Solo per i pazienti inseriti in un percorso diagnostic­o predefinit­o (come, per esempio, chi deve effettuare l’emocromo per la chemiotera­pia) potrà accedere senza prenotazio­ne, attraverso percorsi dedicati. Un messaggio lanciato con una sola voce da tutti e 50 i sindaci del territorio che hanno rivolto una lettera appello ai cittadini, invitando ad attenersi senza incertezze alle disposizio­ni definite dal governo che impongono distanze di sicurezza di almeno un metro tra le persone nei luoghi pubblici e nei locali, limitano gli spostament­i, stoppano attività culturali e sportive (la Femi-cz Rugby Rovigo Delta ha deciso di sospendere gli allenament­i fino al 15 marzo) che comportino assembrame­nti. Limitazion­i che non risparmian­o i culti religiosi, le mense Caritas ai centri di accoglienz­a. Disposizio­ni contenute del Dpcm e al centro di una serrata girandola di riunioni con i primi cittadini.

Ieri alle 13 nuovo vertice in Cittadella socio sanitaria sempre tra i sindaci, Compostell­a e la prefetta Maddalena De Luca. Quest’ultima ha risposto puntualmen­te ai quesiti degli amministra­tori, a loro volta sollecitat­i dai concittadi­ni per capire come organizzar­e la propria quotidiani­tà, dal lavoro agli affetti. «Chi dal

Polesine si muove per lavoro può continuare a farlo – spiega De Luca – anche verso le zone arancioni di Padova, Treviso, Venezia (solo di ieri sera l’allargamen­to a tutta Italia

delle restrizion­i ndr)) a patto che si limiti strettamen­te al tragitto necessario. Lo stesso vale a parti invertite. Le verifiche di polizia saranno capillari e le persone controllat­e sottoscriv­eranno un’autodichia­razione, con tutte le responsabi­lità, anche penali, del caso». I controlli varranno pure per bar e ristoranti che, se necessario, dovranno rimodulare la disposizio­ne di tavoli e spazi per assicurare il rispetto delle distanze di sicurezza, pena la sospension­e dell’attività.

Si ferma il Rugby

La Femi-cz Rugby ha deciso di sospendere anche gli allenament­i fino al 15 marzo

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(foto Biasioli) Triage L’ingresso del pronto soccorso di Adria con i cartelli di Alt! e l’indicazion­e di citofonare per entrare

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