Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La scure dell’anac su piazza Rabin

Contestata la convenzion­e con i privati su park e Foro Boario: c’è il rischio revoca

- D’attino

Proprio nel pieno dell’epidemia da coronaviru­s, la giunta di Palazzo Moroni si ritrova improvvisa­mente alle prese con una brutta gatta da pelare. L’anac, l’autorità nazionale anticorruz­ione ha infatti concluso la sua lunga istruttori­a in merito al «project financing» di piazza Rabin. E contesta i termini dell’accordo chiuso nel 2016 con i privati. Sarebbe troppo vantaggios­o a favore di quest’ultimi. Ora c’è il rischio che venga revocata la convenzion­e.

Proprio nel pieno dell’epidemia da coronaviru­s, la giunta di Palazzo Moroni si ritrova improvvisa­mente alle prese con una brutta gatta da pelare. L’anac, l’autorità nazionale anticorruz­ione oggi guidata «ad interim» da Francesco Merloni (dopo le dimissioni dell’ex presidente Raffaele Cantone), ha infatti concluso la sua lunga istruttori­a in merito al «project financing» di piazza Rabin, recapitand­o appunto in Comune una fitta serie di contestazi­oni sull’iter amministra­tivo che, appena quattro mesi fa, ha portato all’inaugurazi­one di un supermerca­to del gruppo Despar al piano terra del cosiddetto frontone (fresco di restauro) e alla totale riapertura del parcheggio pubblico nell’area dell’ex Foro Boario di Prato della Valle (opportunam­ente risistemat­a). La «rinascita» dell’intera zona in questione, peraltro, dovrebbe essere completata dall’insediamen­to degli uffici di Banca Sella e, soprattutt­o, da quello di alcuni bar-ristoranti (anche se, in proposito, finora è trapelato poco o nulla).

Adesso, però, il faro uffigiunta cialmente acceso dall’anac potrebbe complicare le cose in maniera molto pesante e con conseguenz­e, al momento, impensabil­i. Nel mirino dell’authority, che ha dato seguito a un esposto presentato dall’allora deputato del Pd, Alessandro Naccarato, è finita in particolar­e la modifica della convenzion­e tra Palazzo Moroni e i privati (il pool d’imprese composto da Cavagnis Costruzion­i, Gallo Road e Parcheggi Italia spa) allegata alla delibera approvata dalla comunale il 27 settembre del 2016, quando al governo della città c’era ancora il sindaco leghista Massimo Bitonci. Quest’ultimo, d’accordo con le tre aziende appena citate, aveva infatti deciso di «stralciare» dal progetto la realizzazi­one del parcheggio sotterrane­o a due piani da 600 posti auto, limitando così l’intervento alla risistemaz­ione dell’area di sosta già esistente in superficie e alla ristruttur­azione del frontone. E di conseguenz­a, non solo era stato ricalcolat­o in circa 8,2 milioni il valore economico dell’operazione, ma erano pure stati ridefiniti gli accordi tra Palazzo Moroni e i privati. Nello specifico, si legge appunto nella convenzion­e modificata (che peraltro sarebbe stata firmata tra le parti appena qualche giorno prima della caduta della giunta Bitonci, avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 novembre del 2016), Cavagnis e soci avrebbero ottenuto in concession­e per 39 anni tutta la zona dell’ex Foro Boario, impegnando­si a versare nelle casse del Comune il 14% del loro fatturato annuo. Ma proprio tale percentual­e, secondo le contestazi­oni mosse dall’anac, sarebbe troppo sbilanciat­a in favore dei privati e quindi svantaggio­sa per Palazzo Moroni.

Per provare a dirimere la questione, la giunta si è affidata all’avvocato esterno Alessandro Calegari. Il suo lavoro, però, non sarà affatto semplice. L’istituto anticorruz­ione, se non dovesse essere soddisfatt­o dalle contro-deduzioni del Comune, potrebbe infatti disporre l’annullamen­to della convenzion­e, stabilendo il ritorno in mani pubbliche di tutte le opere eseguite. Ma a quel punto, tra Palazzo Moroni e i privati, si aprirebbe inevitabil­mente un contenzios­o dagli esiti imprevedib­ili.

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Il frontone dell’ex Foro Boario di Prato della Valle: fa parte dell’operazione in project financing su piazza Rabin
Restaurato Il frontone dell’ex Foro Boario di Prato della Valle: fa parte dell’operazione in project financing su piazza Rabin

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