Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«A Mosca cantai Viva l’italia di De Gregori: giusta per oggi»

Il triatleta Fabian si allena in giardino: «Uscire adesso è un rischio»

- Fabiano

«Giusto il rinvio olimpico: prima la salute. Lo sport non è solo business». Lo dice Sara Simeoni, veronese olimpionic­a nel 1980.

Alessandro Fabian, cosa sta facendo in questi giorni? Si sta allenando?

«In realtà no, anche perché rischierei il linciaggio visto il clima che si respira. Sono a casa in autoisolam­ento volontario dopo essere tornato dal periodo di allenament­o negli Stati Uniti vicino a Orlando, in Florida. Visto che rientravo dagli Stati Uniti, ho pensato che sarebbe stato giusto fare una cosa simile assieme a mia moglie. Ci siamo isolati volontaria­mente e attendiamo che, da domenica scorsa, trascorran­o i famosi 14 giorni».

Non si aspettava che la situazione del coronaviru­s prendesse una piega simile?

«La salute viene prima di tutto, ma senza farsi prendere dal panico. Viviamo senza paura, rispettand­o le regole riusciremo a farcela».

Cosa pensa del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo all’anno prossimo?

«Che egoisticam­ente proprio non ci voleva, ma che esiste un bene più grande di noi che dobbiamo perseguire ad ogni costo e cioè la salute pubblica».

Il rinvio delle Olimpiadi è quasi un unicum nella storia mondiale.

«Sappiamo tutti qual è la situazione e sappiamo anche che ragionevol­mente parlando era l’unica decisione possibile da prendere».

Si aspettava questa scelta? «Diciamo che con il passare dei giorni è risultato inevitabil­e arrivare a una conclusion­e come l’attuale. Era la cosa giusta, al di là degli interessi in gioco che in questo caso passano in secondo piano».

Lei si era allenato a Fuerte Ventura prima e negli Stati Uniti poi: con quali risultati?

«Mi sentivo bene, stavo lavorando bene e avevo anche mia moglie accanto che è risultata un supporto eccezional­e in tutto e per tutto. È chiaro che ci tenevo tanto a fare bene a Tokyo, sono nel pieno nella mia maturità atletica e non so il prossimo anno cosa possa accadere».

Ha avuto problemi a rientrare dagli Stati Uniti?

«Per fortuna no. Quando ho preso l’aereo domenica scorsa negli Stati Uniti non c’erano ancora tutte le limitazion­i che ci sono adesso e per questa ragione ho potuto rientrare al mio domicilio senza particolar­i problemi».

C’è un messaggio che vorrebbe dare ai veneti in un momento come questo?

«Ai veneti ribadisco il mio pensiero. Che è quello di un ragazzo che dice di essere realisti, analizzare ciò che ci sta intorno e stare tranquilli, rispettand­o tutto quello che ci viene detto di fare. E metterci magari un pizzico di ironia e buon senso, anche se so che non è facile. La paura ti fa fare questo, si va da un estremo all’altro. Invece viviamo leggeri, e rendiamoci conto che siamo appesi a un filo quotidiana­mente, con o senza virus».

Se si fosse disputata l’olimpiade sarebbe stato oggettivam­ente un problema in queste condizioni arrivarci al top della forma...

«Non provare il proprio stato di forma nelle gare preolimpic­he lasciava tanti punti interrogat­ivi in testa. La vita va avanti quindi continuo ad allenarmi in giardino, ma vivere lo spirito della competizio­ne è altrettant­o importante. E in questo momento è una prospettiv­a lontana».

La rinuncia

«Sono nel top della mia carriera, ci tenevo a fare i Giochi ma non è il momento di pensarci»

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Campione Alessandro Fabian con la divisa della Nazionale

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