Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il prefetto esamina le oltre duemila richieste di esenzione dallo stop: domani sera il verdetto
Secondo il decreto anti-coronavirus varato dal governo domenica scorsa, si tratta di attività «non essenziali». E così, ieri mattina, oltre 15 mila imprese artigiane, che tra città e provincia danno lavoro a quasi 38 mila persone, non hanno potuto far altro che chiudere i battenti. Nella speranza, evidentemente, che tale serrata duri «soltanto» per una settimana, cioè fino a venerdì prossimo 3 aprile. «Questi dati, purtroppo, si commentano da soli - allarga le braccia Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Padova - Stiamo infatti parlando di più del 60% del totale delle aziende artigiane di Padova e provincia. Abbiamo sempre detto, e continuiamo a dirlo, che prima viene la salute. Però non si può sottovalutare l’impatto tremendo che quest’emergenza sanitaria avrà, soprattutto, sulle piccole imprese come le nostre. E proprio per evitare il peggio - osserva Boschetto - abbiamo bisogno di provvedimenti urgenti. Se non altro perché gli insoluti, ormai, sono all’ordine del giorno. E se non verrà congelato il rating bancario, gli effetti di questo fermo saranno disastrosi». I settori più colpiti dalla chiusura obbligatoria, sempre secondo l’associazione di via Masini, sono quelli dell’edilizia, del comparto-benessere, della metalmeccanica e della moda. E Boschetto ammonisce: «Lo stillicidio rischia di complicare ancora di più il lavoro di quanti, garantendo servizi fondamentali, possono continuare ad operare».
Già, continuare ad operare, magari in deroga, come più di duemila aziende del territorio padovano hanno chiesto al prefetto Renato Franceschelli: «Come sapete - si limita a dire il numero uno di piazza Antenore - mi è stato dato il compito di stabilire, insieme con la Camera di Commercio, quali attività sono “essenziali” e quali invece non lo sono. La maggior parte delle domande ci è arrivata ieri sera (mercoledì, ndr), ma ce ne sono pervenute molte anche oggi (ieri, ndr), dato che, nel frattempo, sono cambiati questi benedetti codici Ateco. La selezione, chiaramente, non è una cosa che si fa in mezza giornata. La scadenza è fissata per la sera di sabato. E quindi bisogna avere un po’ di pazienza». E a dar manforte a Franceschelli, interviene Loris Scarpa,
Franceschelli La maggior parte delle domande ci è arrivata mercoledì sera, molte anche ieri La selezione non è una cosa che si fa in mezza giornata: occorre un po’ di pazienza
segretario generale della Fiom-cgil per Padova e provincia: «Il prefetto, essendo al di sopra delle parti, è la figura più indicata per decidere quali imprese possono continuare la produzione e quali invece devono fermarsi. E come sindacato, ovviamente, aspettiamo con ansia le sue valutazioni, partendo però da una certezza: è inverosimile che, nel nostro territorio, ci siano più di duemila aziende che si reputano “essenziali” in questa fase di emergenza sanitaria». Intanto, per bocca del presidente dell’ascom, Patrizio Bertin, ecco finalmente una buona notizia: «Circa l’80% dei nostri associati che, nei giorni scorsi, si sono rivolti al loro locatore per ottenere uno “sconto” oppure una rateizzazione del pagamento dell’affitto - rivela il leader della compagine di piazza Bardella - ha ricevuto una risposta positiva. D’altronde, soltanto in città, ci sono migliaia di attività commerciali che sono ferme ormai da quasi tre settimane. Il periodo, insomma, è durissimo per tutti. Siamo tutti sulla stessa barca. E dunque credo sia un obbligo aiutarci a vicenda per uscirne».
Riprende oggi, in città, la distribuzione gratuita delle mascherine prodotte per la Regione da Grafica Veneta. Oltre che, come avvenuto nei giorni scorsi, in tutte le farmacie e nei supermercati Alì, Despar, Pam, Conad e Coop, la consegna avviene pure nei supermercati Lando, In’s, Lidl e Prix e nelle parafarmacie di piazzetta Conciapelli, via da Forlì, via Nazareth, via Guasti, via Marin, via Manzoni, via Bruno, via Asolo e piazzale Stazione. Ogni persona può prendere una mascherina soltanto. (d.d’a.)
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