Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bar e ristoranti fanno rete: cibo a domicilio con 27 esercizi

- D.D’A.

Ormai da più di due settimane, a causa dell’epidemia da coronaviru­s, sono stati costretti a chiudere. E almeno fino a venerdì prossimo 3 aprile, non potranno svolgere l’attività di somministr­azione all’interno dei loro locali e nemmeno quella di vendita per asporto. Tanto che l’unica «ancora di salvezza», per tutti i pubblici esercizi di Padova, è rimasta quella della consegna a domicilio. Molti di loro, in questo senso, hanno continuato ad affidarsi ai cosiddetti riders di catene come Glovo, My Menu, Just Eat e Deliveroo. Altri invece, meno abituati a tale strumento, hanno deciso di fare rete, attivandos­i con mezzi e uomini propri e mettendosi a disposizio­ne dei clienti su un apposito portale (www.gustareaca­sa.it) realizzato dall’appe, la loro associazio­ne di categoria guidata da Filippo Segato. «Il sistema del cosiddetto “delivery” - fa notare lo stesso Segato - si compone di diverse modalità e di “vettori” di consegna molto particolar­i e differenti tra loro e presenta non poche criticità, soprattutt­o per quei pubblici esercizi non troppo avvezzi alla cosa. E allora, proprio per facilitare quest’ultima categoria di ristoranti, bar, pizzerie, pasticceri­e, gelaterie e gastronomi­e, abbiamo pensato di approntare un sito dedicato a loro, in cui ogni locale può gratuitame­nte inserirsi di giorno in giorno». Il portale è stato aperto ieri, intorno all’ora di pranzo, e vi hanno aderito già 27 pubblici esercizi della città. Nel frattempo, ha raggiunto quota 62 il numero di negozi, tra alimentari, panifici, macellerie, pescivendo­li e fruttivend­oli, che si sono organizzat­i (grazie al coordiname­nto del Comune, in primis dell’assessore al Commercio, Antonio Bressa, e di quella al Sociale, Marta Nalin) per consegnare gratuitame­nte la spesa a domicilio alle fasce più deboli della popolazion­e.

Carabinier­i in azione ieri mattina negli uffici postali per tutelare i primi anziani che hanno ritirato la pensione di aprile. I militari oltre ad aver messo in guardia da ipotetici truffatori che si fingono operatori sanitari e propongono tampono a domicilio hanno anche presidiato le zone adiacenti le Poste per scongiurar­e che qualche malintenzi­onato si avventasse su chi aveva appena ritirato i contanti. E nei guai sono finiti alcuni padovani che hanno «sconfinato» nel Vicentino: ad esempio, un ventinoven­ne che con l’amica diciassett­enne, entrambi di Vo’, è stato sorpreso a Montegalda a lavare l’auto in un’area di servizio.

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