Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sandro Frizziero Un’isola di destini e un pescatore
«Sommersione» è il nuovo romanzo del chioggiotto Carlo Frizziero. Lo scrittore si cimenta con una diversa solitudine, confinata nella vecchiaia
In mezzo alla laguna di Venezia, a separarla dall’adriatico, c’è un’isola. Non ha nome, non ha tempo. «Le piccole case alte e strette» sono quasi «opera della natura», lì «le donne sono davvero donne e gli uomini davvero uomini». È una specie di «Pompei galleggiante», un luogo ancestrale dove si muove una scabra popolazione dai sentimenti spogli, crudeli. La laguna minaccia l’esistenza stessa dell’isola, che pare «destinata a essere sommersa senza troppe cerimonie».
È in questa cupezza acquitrinosa che si agita come un pesce alla lenza un vecchio pescatore, di più di ottant’anni, vedovo della sua Cinzia, odiato dalla figlia Simonetta che attende solo la sua morte per una magra eredità, in fondo inviso anche a tutto il paese, perché «batteva» la moglie (a suo modo amata), e che i pochi amici della Taverna piangeranno poco, quando se ne andrà. È in questo scenario desolante, in cui è tutto brutto, violento, animale, persino il primo amore, in cui echeggiano bestemmie, miserie, cattiverie, che Sandro Frizziero inventa una storia importante, cruda, che genera immagini che restano nella memoria (la pesca dell’orata, la rivincita con la bomboletta spray, il segreto in mezzo agli scogli). Il giovane scrittore di Chioggia, classe 1987 con
Sommersione (Fazi Editore, 189 pagg., 16 Euro) propone il suo secondo libro dopo Confessioni di un Neet (Fazi Editore, 2018). Se il primo testo era la storia di un coetaneo confinato in una camera da letto accerchiata da pannelli fonoassorbenti, questa volta Frizziero si cimenta con una diversa solitudine, confinata nella vecchiaia ma soprattutto nell’illusoria grandezza che può dare un’isola, l’orizzonte del mare. Con qualcosa di Bernhard
e del miglior Permunian, Frizziero che «ha il dono dell’intimità con i suoi personaggi, ne è il ritrattista inesorabile» (come scrive Tiziano Scarpa nella seconda di copertina) inventa un uomo ligio nella sua antipatia, che mai ammicca o chiede perdono, vivido soprattutto nel ricordo di aneddoti spiazzanti (il migliore è il finto miracolo che copre una scappatella) in un’apnea in cui l’unico barlume di speranza è il riflesso di luce della laguna, che insieme seppellisce e ricrea. È solo affidarsi alla natura, una natura insieme leopardiana e da film di Herzog, che può dare la misura (infima) della condizione umana, di ogni forma di vita. Mentre un pesce agonizza sanguinante sulla barca, e il vecchio pescatore lo guarda, il narratore (che si rivolge al protagonista con un efficace, incalzante, «tu») gli dice: «Ecco, se tu avessi le parole (…) spiegheresti all’orata che il mondo va così, che la sofferenza è distribuita equamente in tutte le specie viventi». E forse il pregio più grande del libro è proprio la descrizione della laguna, l’aspro sapore dell’acqua, la minaccia salvifica di una grande «sommersione» di tutto.
È bello trovare scrittori capace di raccontare una diversa Venezia, una diversa laguna, vista non come un paesaggio pittoresco, ma come l’arena in cui vita e morte si battono o, forse, soltanto si alleano. Pur con qualche passaggio un po’ di maniera da medioevo novecentesco (gli uomini tutti violenti, le donne tutte bigotte, i ragazzini che uccidono i cani con le polpette avvelenate, le badanti che bramano di sposarsi e derubare i vecchi loro assegnati, il prete forse pedofilo), il romanzo di Frizziero ha il pregio di scavare senza indulgenza né compiacimento nelle pieghe più riprovevoli della natura umana, di osservarla senza spiritualità e quasi senza pietas, come un National Geographic descrive la caccia, l’accoppiamento, lo sbranare di una bestia qualunque. Uscito sfortunato l’11 marzo scorso, ossia il primo giorno di chiusura delle librerie, il libro sta trovando numerose recensioni e interesse anche perché in fondo spoglia qualcosa del mondo disabitato, indifferente e improvvisamente fragile di queste nostre ultime settimane.