Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Monselice riapre? Solo per i malati Covid-19
Anche l’ospedale di Monselice potrebbe ospitare malati Covid. Non quelli gravi, che continuerebbero ad essere curati al Madre Teresa di Calcutta a Schiavonia, ma solo quelli ammalati e da tenere monitorati. Proprio ieri l’arpav ha inviato una nota in cui afferma di aver ultimato i sopralluoghi per riavviare il vecchio ospedale di via Marconi. Si tratta di una notizia - quella della riapertura in funzione coronavirus - che non ha ancora una veste ufficiale ma che ormai ha fatto il giro di tutti gli amministratori della Bassa padovana ed è giunta anche alle orecchie della sindaca di Monselice, Giorgia Bedin, presidente del comitato dei sindaci del distretto 5 dell’ulss 6: «Abbiamo presentato due richieste di chiarimento in merito alla destinazione del vecchio ospedale – spiega la sindaca della Lega - se venisse confermata l’ipotesi che anche questo secondo presidio ospedaliero deve essere destinato a Covid, ci troveremmo in una situazione complicata». Più duro il commento dell’opposizione in consiglio comunale di Monselice: «Siamo al paradosso – afferma Francesco Miazzi della lista Ambiente e Società – un ospedale privato come quello di Abano Terme, che riceve ogni anno sovvenzioni pubbliche, mette in cassa integrazione medici e infermieri, e noi residenti della Bassa dobbiamo fare centinaia di chilometri al giorno per assicurarci le cure che prima gestiva Schiavonia». Secondo il bollettino regionale di ieri sera, sono 124 i ricoverati in area non critica al Madre Teresa di Calcutta, (tre in più rispetto al giorno prima) e 24 quelli in terapia intensiva (uno in meno rispetto a martedì). Schiavonia, quindi, non sembra trovarsi in una situazione di particolare pressione. A gettare benzina sul fuoco è il sindaco di Bagnoli di Sopra Roberto Milan, primo firmatario di una lettera di 37 sindaci che chiedono di essere ascoltati: «Nel mio Comune ho 5 malati Covid e centinaia di anziani che hanno bisogno di cure ogni giorno – spiega – anche i loro bisogni vanno tutelati».