Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Edizione, su autostrade e scali difficoltà ampliate dal coronavirus
Autostrade e telecomunicazioni, l’emergenza coronavirus amplifica i i chiaroscuri sotto l’ombrello di Edizione. Il capitolo più controverso, per la holding di casa Benetton, resta Autostrade per l’italia, controllata dalla Atlantia di cui Edizione detiene la quota di riferimento; rispetto alla quale però, paradossalmente, la crisi di queste settimane potrebbe aprire spiragli positivi. Aspi è da un anno e mezzo sotto scacco per il crollo del ponte Morandi di Genova, il 14 agosto 2018, con la mille volte annunciata intenzione del governo di revocare le concessioni. L’ultimo affondo nell’articolo 35 del decreto Milleproroghe, con cui si prevede la possibilità di farlo; e a costi già ben più ridotti di prima.
Situazione che ne abbatte il rating e le condizioni di accesso al credito – fondamentali per affrontare investimenti in infrastrutture – così come il valore agli occhi di potenziali investitori, interessati a cogliere l’apertura di Atlantia di scendere sotto il 50%, come i fondi infrastrutturali F2i o l’australiana Macquarie. Il problema è a quali condizioni il sistema Benetton sarebbe disposto a vendere e di certo quelle attuali non sono percorribili.
Il Milleproroghe, per semplificare, da una parte rende invendibili le quote di Aspi e dall’altra sterilizza le possibilità che la società autostradale possa accedere ai finanziamenti necessari al previsto piano di investimenti, peraltro di recente incrementato del 40%. E che, all’indomani della tempesta da coronavirus, sarebbe molto utile alla riaccensione dell’economia nazionale. In conclusione, è il senso del ragionamento, il pallino è di nuovo in mano a Palazzo Chigi.
Il momento impatta ovviamente anche su altre aziende controllate da Atlantia, a cominciare dagli Aeroporti di Roma, quasi paralizzati, per proseguire con Abertis, che soffre il calo dei pedaggi ma, operando in Europa e in Sudamerica, meno di quanto non succeda anche ad Aspi e con Autogrill. Un asset, quest’ultimo, che non ha debiti, che ha dimostrato altre volte di rialzare la testa rapidamente e che si difende anche grazie al fatto di realizzare la metà del business negli Usa, dove il traffico interno continua ad affollare aeroporti e stazioni ferroviarie. Il blocco delle persone nelle case è invece condizione ideale per gli affari di Cellnex, colosso spagnolo delle torri per sistemi di telecomunicazioni (telefono e internet) e di cui Atlantia, attraverso Connect, detiene il 30%.