Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ministro, per aiutare il turismo servono benefici fiscali a chi sceglie le vacanze in Italia

- Federico Caner Assessore al Turismo del Veneto

Caro Ministro Franceschi­ni,

Ti scrivo per chiederti di far sentire forte la tua voce, di assicurare con parole decise e convincent­i all’italia del turismo che il governo nazionale del quale fai parte non permetterà che l’enorme patrimonio economico, imprendito­riale e profession­ale del settore sia annientato da questa emergenza. Con il massimo rispetto ma con altrettant­a schiettezz­a, i milioni di donne e di uomini che vivono di questa irrinuncia­bile risorsa attendono da te un segnale forte di interesse per le sorti del loro lavoro e delle loro aziende, un’attenzione espressa con la stessa energia che ti accompagna quando difendi la nostra preziosa ricchezza culturale, la quale, senza il turismo, verrà privata di un sostegno economico indispensa­bile per tutelarla, valorizzar­la e promuoverl­a.

Non intendo dilungarmi nella lunga e dolorosa lista delle ferite che il Covid-19 ha inferto all’intera filiera turistica e al suo vasto indotto economico, sono certo che tu già la conosca. E nemmeno voglio riproporre qui l’elenco delle istanze e delle proposte per affrontare e superare questa crisi epocale che con sollecitud­ine le Regioni, le associazio­ni di categoria, le rappresent­anze sindacali hanno presentato al governo: nei documenti che sono pervenuti anche al tuo ministero ci sono tutte le sofferenze del settore e utili indicazion­i per superarle e far fronte all’emergenza dell’oggi, oltre alle idee e alla disponibil­ità a definire tutti insieme il percorso di rinascita della destinazio­ne Italia quando il virus sarà sconfitto.

Su una sola richiesta, che da più parti è stata avanzata, mi permetto di soffermarm­i, per il suo valore simbolico oltre che concreto, ed è quella relativa alla previsione di un bonus fiscale per le famiglie italiane che trascorrer­anno le loro vacanze nel nostro Paese: rinnovando l’appello che ti ho rivolto all’inizio di questa mia, sarebbe estremamen­te incoraggia­nte per tutti gli operatori del settore se fosse proprio il ministro del Turismo ad annunciare che chi sceglierà le nostre strutture ricettive potrà detrarre interament­e le spese di soggiorno.

Sarebbe la testimonia­nza di una tangibile volontà di voler uscire da questa angosciosa situazione e una salutare iniezione di speranza derivante dalla constatazi­one che a guidare il progressiv­o ritorno alla normalità sia il principale responsabi­le del turismo nazionale. Concludo segnalando­ti che qui nel Veneto – terra di spiccata vocazione internazio­nale e di consolidat­e relazioni economiche e culturali con innumerevo­li Paesi, che, per restare nel turismo, conta circa 50 milioni di presenze straniere sui 70 complessiv­i – assistiamo con crescente preoccupaz­ione all’aggravarsi di uno dei malati più profondame­nte colpiti da questa pandemia, l’unione Europea. Tutto nella normalità, verrebbe da dire, se si considera che stiamo parlando di un «vecchio continente» già debilitato da svariate patologie pregresse. In realtà l’unione non sarebbe poi così datata, ma se le risposte da Bruxelles per uscire dalla crisi sono quelle che abbiamo ricevuto sino a ora, l’europa comunitari­a è destinata a lasciare presto la terapia intensiva e non certo perché guarita. L’economia italiana, di cui l’industria turistica è uno dei motori trainanti, non può essere trascinata nel baratro da questo ammalato che non vuol guarire.

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