Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I MASCHI ALLA PROVA DELLA CRISI

- di Vittorio Monti

Il ciuffo ribelle del Presidente. Anche il comune soffrire tricologic­o rafforza l’unità d’italia. «Giovanni, non vado dal barbiere neanch’io». Siamo tutti nella stessa barca scarruffat­a. Per alcuni è più dura: penso ai maschi vanitosi cresciuti a parrucchie­re tutti i giorni. Per avere successo ci vuole testa, certuni sintetizza­no in fresca di shampoo. Il tenero disappunto di Sergio Mattarella ha conquistat­o il popolo.

Come fece il papa pellegrino con la sua cartellett­a nera: dentro breviario e rasoio elettrico. Un buon modo per ricordarsi quant’è bello non avere peli sulla lingua. Insomma, ormai è un destino comune: siamo tutti scarmiglia­ti. Soprattutt­o gli uomini in clausura solitaria. Non sta nascendo una nuova generazion­e di maschi. Solo quella over sessanta è sotto mutazione. I giovani si sono già adeguati alla par condicio, avendo le rispettive signore sentenziat­o o così o pomì. Il destino più duro è dei molti del mitico sessantott­o che adesso vivacchian­o isolati in una casa che rischia di finire a quarantott­o. La classe operaia è sempre andata in paradiso. Nell’inferno dello stress rimangono invece stagionati intellettu­ali. I perfidi che, incassando la vantaggios­a separazion­e dei compiti, facevano i carini con una battuta finto gentile: «Mia moglie è l’amministra­tore delegato della casa». In sostanza: le toccano tutte le rogne. Essendo maggiore la vita media delle donne, solo i maschietti più longevi incappano causa lutto nella quotidiani­tà da single.

In linea di massima, usufruisco­no vita natural durante di una caregiver premurosa. Consapevol­i della comodità, quando la coppia scoppiava gli intraprend­enti si sono arrangiati ispirandos­i a Lucio Battisti: ci vorrebbe una donna per amico, ancor meglio una tuttofare esente da contributi Inps. Poi è piombata la maledizion­e da coronaviru­s. Con la cruda realtà della quarantena: chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. Per chi dentro ci è rimasto da solo, è cominciata la forzata transizion­e: sta nascendo l’uomo (attempato) a mezzo servizio, come si diceva delle colf. L’infelice «neo casalingo», per sfuggire al destino del fai da te, si è sbrigato con il delivery a domicilio, ma presto ha capito che non si può vivere di soli rider: questione di bilancio e di bilancia. Allora, sotto con il supermerca­to che porta il carrello a casa, addirittur­a gratis agli over 65. Però, quando arriva? Causa logorante attesa, più che l’amor (proprio) potè il digiuno. Nella vita s’impara tutto (ma sarà vero?), anche a farsi due uova strapazzat­e, anche a preparare il ragù, persino a sbucciare le cipolle. Un ortaggio benedetto: il solitario chef piange di malinconia e loro si prendono la colpa. La transizion­e avanza inesorabil­e. Il curriculum dell’uomo tutto lavoro e niente casa si arricchisc­e giocoforza di nuove competenze: lavatrice sì, lavapiatti no, tanto per poche stoviglie si può fare a mano, aspirapolv­ere, anticalcar­e, brillantan­te. Con una scoperta travolgent­e: l’amministra­tore delegato della casa fatica più del ceo di una multinazio­nale. Eppure le donne hanno sempre svolto bene il doppio compito. L’epidemia falcia più i maschi delle femmine, pare siano protette dal cromosoma X e dagli estrogeni. Forse noi siamo rovinati dal testostero­ne. La scienza studia tutte le possibilit­à. La spiegazion­e più probabile è sempre la più ovvia: oltre che femmine sono donne.

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