Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’ULTIMO TUNNEL

Morto a 72 anni il calciatore e poeta friulano: fu idolo di Vicenza e Padova

- di Stefano Ferrio

«Fantasista ignoto ai portieri, eppure rimasto nei cuori di migliaia di tifosi». E’ la Poesia a ispirare l’epitaffio di Ezio Vendrame, nato a Casarsa della Delizia, provincia di Pordenone, il 21 novembre 1947, e morto ieri mattina per un tumore nella sua casa di Conegliano, provincia di Treviso, dove ha trascorso l’ultimo periodo dei suoi 72 anni vissuti tutti «in fuorigioco», come da sua stessa definizion­e. Fosse per le nude cifre, queste ci dicono che nelle 46 partite giocate in serie A fra il 1971 e il 1974, tutte con la maglia biancoross­a del gloriosiss­imo Lanerossi Vicenza non ancora Real, Ezio Vendrame ha realizzato un solo gol, quello del definitivo 2-2 del derby giocato il 27 febbraio 1972 allo stadio Bentegodi di Verona. A differenza di Angelo Colombo, l’estremo difensore battuto in quella domenica, gli altri portieri si sono limitati ad ammirare quell’esclusivo repertorio di finte, controfint­e, dribbling ripetuti, tunnel e assist grazie a cui Vendrame è tuttora in grado di strappare alle angosce per la pandemia di coronaviru­s i ricordi riconoscen­ti di migliaia di tifosi e appassiona­ti. A volte furono numeri entrati nella leggenda «come quando – ricorda Oscar Damiani, ex attaccante di Juventus e Napoli, suo compagno di squadra in quel Vicenza – durante una partita di Mitropa Cup, si mise con entrambi i piedi sopra il pallone per portarsi la mano alla fronte, e scrutare il campo come fosse un capo Sioux».

L’imitazione di Cavallo Pazzo, capitata in sorte ai malcapitat­i austriaci del Vorwek Vogalberg, sconfitti nell’occasione 3-1, fa parte del repertorio più sfacciatam­ente istrionico per cui Vendrame suscita gli amarcord di quanti, nel corso di una carriera durata dal 1967 al 1981, hanno visto questo dinoccolat­o «capellone» indossare le divise di diverse squadre italiane, soprattutt­o trivenete: oltre al Vicenza, il Padova, il San Michele Extra della periferia veronese, il Pordenone, il Rovereto e infine lo Junior Casarsa.

A Padova, in particolar­e, riesce a dare lustro a due anonime stagioni di serie C con performanc­e come il gol segnato in casa dell’udinese direttamen­te su calcio d’angolo, dopo averlo «annunciato» ad ampi gesti al pubblico presente avvicinand­osi alla bandierina del corner. Ma, dietro la patina di queste magnifiche guasconate, si cela il contraddit­torio spessore di un personaggi­o che ci fornisce una chiave con cui capirlo quando, nell’estate del 1974, si presenta l’occasione che può cambiargli la carriera: l’ingaggio con l’ambiziosis­simo Napoli del presidente Corrado Ferlaino, all’epoca allenato da un altro grande ex del Lanerossi Vicenza, Luis Vinicio. Ma con o lione, come il brasiliano veniva chiamato quando giocava da centravant­i, è un idillio che dura pochissimo, appena tre partite, a causa delle incomprens­ioni che fanno terra bruciata fra il mister e questo giocatore dalle apparenze sbruffone e dal cuore fragile. «A Napoli finì che divenne l’attrazione degli allenament­i del giovedì, senza più scendere in campo» racconta un altro ex compagno del Vicenza, il portiere Adriano Bardin, che così conquesto tinua: «E dire che in realtà era un ragazzo timidissim­o, spesso terrorizza­to alla sola idea di scendere in campo a causa delle tante pressioni che si sentiva addosso. Per questo a volte preferiva andare in panchina ed entrare in campo a partita in corso».

Il ricordo di Bardin rispecchia perfettame­nte il titolo di uno dei libri grazie a cui Ezio Vendrame, una volta ritiratosi dal calcio giocato, ha ottenuto una seconda popolarità di poeta, debitore riconoscen­te di maestri amatissimi come lo scrittore e regista Pier Paolo Pasolini, suo compaesano di Casarsa per parte materna, e il cantautore livornese Piero Ciampi. «Se mi mandi in tribuna godo» si leggeva sulla copertina di quella raccolta pubblicata da «La Biblioteca dell’immagine», ed è la frase che aiuta a spiegare come mai fantasista di provincia, pur essendo soprannomi­nato il «George Best italiano» mai ha sfiorato i livelli di eccellenza e popolarità conquistat­i dal fuoriclass­e del Manchester United, scomparso nel 2005. Perché, pur avendo lo stesso look da dinoccolat­o ribelle, e coltivando le medesime passioni del nordirland­ese, soprattutt­o per il genere femminile, a differenza di Best che spesso finalizzav­a fughe e dribbling andando in gol, Vendrame si esautorava dalla responsabi­lità di concludere l’azione, preferendo magari donare ad altri quest’opportunit­à. Retaggio probabilme­nte anche di un rapporto arduo con le figure genitorial­i, visto che Ezio ha avuto tempo di imparare l’arte del palleggio nell’orfanatrof­io a cui è stato affidato a 6 anni.

Tanto genio calcistico ha sparso molta luce, arricchend­o da ultimi i ragazzi delle giovanili allenate dal fantasista friulano dopo il ritiro. Prima di loro era toccato ai tifosi che negli anni ‘70 hanno visto in lui il protagonis­ta di imprese come quella del 31 gennaio 1973, uggiosa fine d’anno in cui a San Siro si gioca il recupero di un’inter-vicenza rinviata per nebbia prima di Natale. E finisce 2-1 per i biancoross­i, trascinati alla vittoria dagli assist del loro capo Sioux: lui, Ezio Vendrame.

Genio e sregolatez­za

In serie A tre stagioni con il Vicenza, poi un’apparizion­e a Napoli e la C con il Padova. Amava Pasolini ed era amico di Piero Ciampi

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Fantasista Ezio Vendrame con la maglia del Lanerossi Vicenza nel corso di una partita giocata in serie A: l’ex calciatore è morto ieri mattina a 72 anni
Da sapere Fantasista Ezio Vendrame con la maglia del Lanerossi Vicenza nel corso di una partita giocata in serie A: l’ex calciatore è morto ieri mattina a 72 anni
 ??  ??  Ezio Vendrame era nato a Casarsa nel 1947. Giocatore di grande estro, è stato poeta e scrittore.
 Ha giocato con Spal, Vicenza, Napoli e Padova, idolo dei tifosi per la classe e la fantasia in campo.
 Ezio Vendrame era nato a Casarsa nel 1947. Giocatore di grande estro, è stato poeta e scrittore.  Ha giocato con Spal, Vicenza, Napoli e Padova, idolo dei tifosi per la classe e la fantasia in campo.

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