Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pasqualin: «Calcio in crisi, l’intesa arriverà ma sarà dura»
Il sottosegretario Baretta: «Prestiti possibili fino al 31 dicembre»
«Un “modus vivendi” lo troveranno ma sarà molto complicato». Claudio Pasqualin dipinge così il nodo sui tagli ai compensi nel calcio.
«Liquidità sì, ma a chi paga i fornitori» tuona il governatore Luca Zaia all’indomani dell’ormai ribattezzato, per l’appunto, «Decreto liquidità». Quattrocento miliardi che vanno divisi fra sostegno all’export, piccole e medie imprese (il cui plateau si allarga significativamente fino ai 499 dipendenti) ma che spalanca le porte anche a linee di credito milionarie per la grande impresa. E fra le pieghe delle bozze in circolazione c’è anche il vincolo (per i prestiti più consistenti) al pagamento di dipendenti e fornitori per il 50% del prestito ottenuto. L’accoglienza della «poderosa manovra» annunciata dal premier Giuseppe Conte, in Veneto, è guardinga. Bene tutto ma a patto che le tempistiche siano davvero fulminee.
Protagonisti sono Sace (società di Cassa Depositi e Prestiti) e Abi (per il sistema bancario) che annunciano già una task force, prima ancora della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto. Il tema sta rapidamente sopravanzando quello sanitario. E l’allargamento alla definizione di «Pmi» a tutte le aziende sotto i 500 dipendenti si traduce, in pratica, con la possibilità di accesso ai fondi di tutte le 490 mila aziende venete. Inevitabile l’assalto agli istituti di credito anche se, sottolinea il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, «non è un click day, c’è tempo fino al 31 dicembre. Per molte aziende la necessità di liquidità è impellente, per chi, invece, può permetterselo, vale la pena pianificare il resto dell’anno fra qualche settimana». Quanto ai tempi d’avvio, Baretta è ottimista: «Sace è una struttura già collaudata nel campo dei finanziamenti per l’estero così come lo è il Fondo di garanzia per le Pmi. Le aziende facciano una valutazione ragionata su ciò che serve. Certo, anche l’unione europea deve dare un ok visto che potrebbero essere considerati aiuti di Stato ma il confronto è già avanzato». E anche il ministro Federico D’incà D’incà,conferma: «I soldi verranno immediatamente dati, per i 25 mila euro si va in banca e si ha il finanziamento». I 400 miliardi si dividono in garanzie per 200 miliardi concesse attraverso Sace. La garanzia coprirà tra il 70% e il 90% dell’importo finanziato, a seconda delle dimensioni dell’impresa. Con alcuni vincoli come il divieto a distribuire i dividendi per 12 mesi. Nel dettaglio: le imprese con meno di 5.000 dipendenti e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi ottengono una copertura pari al 90%. La copertura scende all’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro e al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi. Regola valida per tutti: l’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda. Per le Pmi, anche individuali o partite Iva, ci sono 30 miliardi e l’accesso alla garanzia di Sace sarà gratuito (sempre che l’azienda abbia esaurito la capacità di utilizzo del credito del Fondo Centrale di Garanzia). Si parla di quel 25% del fatturato fino a un massimo di 25.000 euro che non avrà bisogno di un’istruttoria bancaria o della valutazione da parte di Mediocredito. Per l’export, arriva il sistema di coassicurazione per il 90% coperto da Sace e per il 10% dalla società (sul tavolo ci sono altri 200 miliardi). Stop ai tributi per aprile e maggio ma anche abbassamento al 5% della soglia per le comunicazioni di trasparenza a Consob. Ilario Novella, vice presidente del Credito trevigiano (e presidente della Commissione regionale Abi), ragionando sulla bozza del decreto, spiega che «si tratta di finanziamenti di 6 anni con pre ammortamento a 18-24 mesi. L’intervento sulle imprese più piccole, fino a un massimo di 25 mila euro è il più semplice perché non richiede un’istruttoria, basta un’autocertificazione e i tassi, per tutti, sono molto vantaggiosi. Attenzione, però, perché sono escluse in partenza le aziende deteriorate, che lo erano già al 31 gennaio».
Ed è qui che si inserisce la delibera regionale votata ieri in giunta: «Il nostro provvedimento di sostegno alla liquidità - spiega l’assessore regionale Roberto Marcato - attraverso il Fondo di garanzia regionale e Veneto Sviluppo copre fino alla quinta classe di rischio», vale a dire anche le aziende già in difficoltà prima dell’emergenza sanitaria. Le categorie abbozzano: Agostino Bonomo di Confartigianato dice: «Preoccupa la capacità degli Istituti a gestire, in questa situazione di emergenza, con la velocità richiesta». Sulla stessa linea Patrizio Bertin di Confcommercio: «Provvedimenti positivi ma deve essere subito e senza burocrazia». Preoccupato dei tempi legati alle verifiche bancarie e dei confidi anche il direttore generale Maurizio Franceschi «ma bene i prestiti veloci fino a 25 mila euro». Teme la burocrazia Paolo Ghiotti, presidente di Ance e Cna Treviso dice: «Ora le banche facciano la loro parte».