Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I pusher sempre più visibili nella città in quarantena «Una multa non può fermarli»
L’inviato di «Striscia» li riprende in tv e la Lega (con Salvini) si scatena
Ci risiamo. Il fenomeno dello spaccio di droga in città, anche in questa fase di emergenza sanitaria, torna nuovamente a fare notizia. E non solo per le continue lamentele di chi abita nell’area della Stazione. Ma anche per l’ennesimo video-denuncia (il quarto negli ultimi due anni e mezzo) realizzato dall’inviato di «Striscia la notizia», Vittorio Brumotti, e andato in onda l’altra sera su Canale 5.
Nelle immagini, che l’artista ha registrato in sella alla sua bicicletta con una telecamera montata sul casco, si vedono diversi gruppi di pusher africani che si scambiano dosi di sostanze stupefacenti o che sono in attesa di clienti proprio in piazzale Stazione (all’altezza della fermata del tram), in piazza De Gasperi (lato via Trieste), sul ponte Garibaldi e in piazza Salvemini. E proprio qui, in una città deserta per la pandemia da coronavirus, Brumotti viene inseguito e preso a bottigliate dagli spacciatori prima di essere «salvato» dall’arrivo dei carabinieri. Significativo, nel video intitolato «Droga a Padova, i pusher non vanno in quarantena», il passaggio in cui uno dei giovani africani, rispondendo alle provocazioni dell’inviato di «Striscia» (riferite al divieto di assembramenti e all’obbligo di rispettare la «distanza di sicurezza» di almeno un metro tra una persona e l’altra), sostiene che il coronavirus infetterebbe soltanto le persone di pelle bianca, «perché noi siamo più forti e puliti».
Le immagini trasmesse da Canale 5, come prevedibile, hanno subito scatenato le reazioni politiche, soprattutto da parte del centrodestra. Matteo Salvini, segretario federale della Lega ed ex ministro dell’interno, ha immediatamente condiviso il video, commentandolo così: «Onore a Brumotti, aggredito dai pusher, per aver documentato che, a Padova, la quarantena non ferma lo spaccio di droga e per aver dato voce ai cittadini esasperati». Parole che l’ex sindaco del Carroccio, Massimo Bitonci, non esita a rinforzare: «Cos’hanno prodotto i continui proclami dell’amministrazione comunale sulla sicurezza? Il nulla». E il consigliere regionale leghista, Fabrizio Boron, rincara: «Anche in queste settimane di emergenza sanitaria, la nostra città persiste nell’essere umiliata e violentata da questi infami venditori di morte. E mi domando quando chi è al governo di Palazzo Moroni deciderà finalmente di prendere di petto tale situazione». Inutile aggiungere che dichiarazioni dello stesso tenore arrivano da Fratelli d’italia, in particolare dalla consigliera comunale Elena Cappellini.
Alle polemiche, il sindaco Sergio Giordani preferisce non replicare. E mentre il procuratore capo Antonino Cappelleri non sembra dare molto peso al fenomeno («Mi rendo conto che, nelle strade vuote di questi giorni, tali capannelli rischino di “spiccare”, ma le forze dell’ordine sono quotidianamente al lavoro e i reati sono comunque in calo del 70%»), il prefetto Renato Franceschelli allarga le braccia: «Non c’era bisogno di Brumotti e di “Striscia” per sapere che gli spacciatori non rispettano la quarantena. D’altronde, se proprio vogliamo dirla tutta, non la rispettano nemmeno i loro clienti, visto che il consumo di droga in città era e resta molto elevato, in particolare tra i giovani. Detto questo - aggiunge il numero uno di piazza Antenore - come tutti quelli che infrangono il divieto di assembramento, i pusher vengono regolarmente multati e denunciati all’autorità giudiziaria. Ma entrambi questi provvedimenti non costituiscono un valido deterrente per non farli uscire di casa. D’altronde - sorride amaro Franceschelli - pensate che chi è abituato a vivere nell’illegalità possa essere spaventato da una multa o da una denuncia in più? Dai, non scherziamo, il problema è molto più complesso. E le forze dell’ordine tutte, compresi gli agenti di polizia locale, stanno facendo il massimo per arginarlo. Anche in questa fase in cui tutti gli sforzi dovrebbero concentrarsi su qualcos’altro».
Il prefetto A dirla tutta, i divieti vengono infranti anche da chi la droga la compra Le forze dell’ordine fanno il loro dovere ma le sanzioni non sono un deterrente