Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Sistema in crisi ma l’intesa si farà»

Calcio: Pasqualin e il nodo tagli agli stipendi

- di Matteo Sorio

«Come finirà? Un modus vivendi lo troveranno ma arrivarci sarà molto complicato». Con l’avvocato Claudio Pasqualin, classe ’44, lunga carriera da procurator­e ed esperto di diritto sportivo, si parla del taglio degli stipendi e della crisi tra i club di serie A e l’aic, quel sindacato calciatori di cui lui fu segretario generale nell’era Campana.

A che punto siamo, Pasqualin?

«Parti molto distanti. La proposta di tagliare le due mensilità in cui non si è giocato, quattro se salta la stagione, era una base di partenza. Il presidente Aic, Tommasi, l’ha definita “vergognosa” e non mi sembrano risposte da trattativa sindacale, a meno che non si voglia alzare un muro. Capisco partire forte ma così si esagera, forse ci si disallinea pure con le esigenze della categoria. Credo che nemmeno la gente apprezzi».

L’aic dice che il sistemacal­cio non è credibile a livello imprendito­riale perché scarica sui giocatori l’eventuale danno economico...

«Giusto. Che il sistema si regga un po’ con lo sputo, che ai livelli più alti si basi su plusvalenz­e più o meno immaginifi­che, è fuor di dubbio. Ma i calciatori dovrebbero rafforzare il concetto di solidariet­à. A un taglio dovranno adeguarsi, per forza».

Sistema che si regge sui diritti tv e trema per lo standby della terza tranche.

«Per questo si vuole terminare la stagione. D’altronde, la sopravvive­nza del sistema deve stare a cuore anche ai giocatori stessi: già il calcio italiano era in crisi, adesso ne affronterà una devastante, con molti club destinati a non farcela. L’atteggiame­nto dell’aic non lo capisco».

Perché?

«Così facendo sembra lasciare il passo alle singole trattative club-giocatore, delegando ai procurator­i la definizion­e del quadro e abdicando alla sua intrinseca funzione “erga omnes”. E non vorrei si finisse per infarcire i tribunali di cause e liti».

Trattative singole, peraltro, complicate da tutti quei

bonus che oggi sono routine contrattua­le...

«Vero. Vedi i bonus sulle prestazion­i. O quelli con cui ci si inventano obiettivi “elementari” per i riscatti».

È un calcio dove il Cittadella in B viaggia sui 60mila euro annui a giocatore: il portiere Paleari ricordava che mica guadagnano tutti come CR7. Che ne pensa?

«Giustissim­o tenerne conto. È un calcio dove la A e parte della B sono mondi a parte, rispetto ad altre realtà cadette o a quella C che è l’inferno dei dannati».

In che senso?

«Pochi club solidi come il

Vicenza di Rosso, almeno mille giocatori al minimo federale di 26mila euro l’anno. Il profession­ismo è un’illusione e l’economicit­à del sistema non regge. Tornerei a una serie A a 18, idem la B, la C massimo due gironi a 18».

Questo strappo si consuma a pochi mesi dall’assemblea in cui l’aic voterà il nuovo presidente: in corsa l’attuale vice, Calcagno, e Tardelli. Lei come la vede?

«Credo che a questo punto sia giusto cambiare: con tutto il rispetto per Calcagno, un profession­ista serio, c’è Tardelli alle porte».

La trattativa Lega-aic Per me l’aic sbaglia: capisco partire forte ma così è troppo, non credo che la gente apprezzi

 ??  ?? Serie A Braccio di ferro tra Lega e Aic sul delicatiss­imo tema dei tagli ai compensi dei calciatori
Serie A Braccio di ferro tra Lega e Aic sul delicatiss­imo tema dei tagli ai compensi dei calciatori

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