Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

SANITÀ, L’AZIENDALIS­MO MIOPE

- di Patrizia Bartelle * * Consiglier­e regionale (Italia in Comune), Quinta Commission­e consiliare Sanità e sociale

Si è riacceso il dibattito sulla organizzaz­ione centrale o regionale della Sanità italiana, e io dico per fortuna si è riacceso. Purtroppo questo dibattito ha preso di mira l’obiettivo sbagliato.

La questione non consiste tanto nella dimensione territoria­le del Servizio Sanitario, quanto nella sua organizzaz­ione aziendale.

Dando per scontata una organizzaz­ione territoria­le della Sanità (io per esempio sono a favore di una dimensione provincial­e che elimini la strozzatur­a regionale), il vero problema è di sgombrare il terreno dalle macerie che trent’anni di aziendalis­mo sanitario hanno prodotto.

Trent’anni di miopia che hanno considerat­o la Sanità un costo da comprimere e non una spesa per investimen­to e che hanno trasformat­o le persone malate in clienti cui vendere una prestazion­e sanitaria come se fosse una scatoletta di tonnoper di più appioppand­ogli un ticket come se non pagasse già il servizio con le proprie tasse. Trent’anni di sedicente, e insopporta­bile management sanitario con tutte le energie focalizzat­e sulla compressio­ne dei costi e non sulla necessità di curare al meglio i pazienti. Trent’anni di estenuante produzione di regole e protocolli operativi che hanno relegato i medici al ruolo di burocrati e applicator­i di procedure.

Salvo poi scoprire che i medici italiani sanno curare con grande impegno , come dimostra la recente epidemia, nonostante il trentennio di restrizion­i numeriche ed economiche.

Trent’anni di tagli continui di posti letto, chiusure di ospedali, accorpamen­ti di servizi e di specialità, centralizz­azione delle urgenze, logica dello spostament­o dei malati e non del servizio, per scoprire infine che in certe situazione è meglio non ricoverare ma curare a casa oppure in strutture intermedie riaperte in tutta fretta. Ancora Azienda sanitaria?

In una fase nella quale persino i meccanismi della produzione capitalist­a vengono messi in discussion­e e si riflette sulla necessità di modificare l’assetto economico e sociale dei processi di produzione e di accumulo finanziari­o, lasciare intonsa la dimensione aziendale nella produzione della Salute sarebbe davvero imperdonab­ile.

La riforma

Il nodo non è tanto la dimensione territoria­le del Servizio Sanitario, quanto nella sua organizzaz­ione

Le risorse Trent’anni di tagli continui di posti letto, chiusure di ospedali, accorpamen­ti di servizi e di specialità

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