Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cassa integrazione «Inps in crisi, niente soldi fino a maggio»
I lavoratori destinatari di provvedimenti di Cassa integrazione in seguito alla sospensione dell’attività lavorativa per l’epidemia di Coronavirus «non incasseranno un euro almeno fino al mese di maggio e se l’inps ed il Governo non porranno rimedio a questa situazione si scatenerà un’emergenza economica e sociale». L’allarme giunge dal presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro di Venezia, Patrizia Gobat, e si basa sui tempi tecnici della burocrazia combinati con l’enorme carico di domande che l’ente previdenziale si trova a dover gestire in questi giorni.
«Per quel che riguarda la Cig in deroga – rileva Gobat - ad oggi, non tutte le Regioni hanno pubblicato il decreto di recepimento delle misure previste dal decreto ‘Cura Italia’. Per quelle che invece si sono mosse in tempo c’è il problema della frastagliata procedura per l’invio della domanda di accesso e dei continui intoppi e blocchi nell’invio delle pratiche. In attesa della conversione del Decreto e che lo Stato recepisca tutte le semplificazioni richieste dei Consulenti del lavoro – prosegue l’esperto l’unica soluzione è dare un acconto ai lavoratori come è stato fatto per gli autonomi». L’ordine professionale propone di riconoscere un primo acconto di 6-800 euro a tutti i lavoratori dipendenti inviando gli Iban degli stessi con un semplice file da far acquisire all’inps attraverso il cassetto previdenziale aziende. In tal modo, spiegano ancora, l’istituto avrebbe il tempo di istruire le pratiche e poi, con i tempi giusti, procedere a conguagli nei mesi di aprile e maggio. In caso di successivo rigetto della domanda di Cigs l’indennità sarebbe recuperata entro l’anno dalle buste paga. «Si tenga presente – aggiunge Gobat che in Europa lavoratori e aziende hanno già ricevuto gli aiuti direttamente sul conto corrente senza burocrazia. Mi auguro che questo grido d’allarme di chi vive quotidianamente questa drammatica realtà a fianco delle aziende e dei lavoratori veneti – conclude non resti inascoltato».