Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Covid, altro giorno senza morti e i guariti sono oltre tremila Viola: «Vittoria dei padovani»
Ma la virologa: ora è decisiva l’uscita dal lockdown, e mi preoccupano i giovani
Superata la soglia dei tremila guariti. I numeri sulla diffusione del Coronavirus in provincia di Padova restano particolarmente rassicuranti, ormai da molti giorni consecutivi. Ieri il trend di miglioramento è continuato con zero decessi e solo 4 nuovi casi di positività nelle ultime 24 ore che hanno fatto salire a 3.885 il dato sui contagiati da inizio emergenza. Di questi, se ne sono negativizzati (e quindi guariti) 3.020, compresi gli 88 del cluster di Vo’.
Gli attualmente positivi scendono a 612 con ancora 534 soggetti in isolamento domiciliare, il dato più basso di tutte le province del Veneto. I lutti si sono fermati a 253 mentre negli ospedali del territorio euganeo restano ricoverate 132 persone in area non critica e 16 in terapia intensiva.
Ora la difficoltà è quella di capire quale saranno le conseguenze della fine del lockdown che ha consentito a migliaia di persone di spostarsi per recarsi al lavoro o dai parenti più stretti. «Il trend è molto buono - sottolinea la dottoressa Antonella Viola, virologa, direttrice scientifica dell’istituto di ricerca Città della Speranza e ordinario di Patologia generale al dipartimento di Scienze Biomediche - significa che le misure stringenti hanno funzionato. I padovani sono stati bravi, hanno rispettato le regole, contribuendo a raggiungere questo risultato. Durante le chiusure la città era realmente deserta. Nella provincia fortunatamente il focolaio di Vo’ non era troppo esteso, gli ospedali hanno subito mutato la loro organizzazione e i tamponi mirati hanno fatto il resto».
La dottoressa non nasconde comunque la sua preoccupazione per l’evoluzione del contagio e fa un appello ai più giovani: «Ho visto tanti atteggiamenti scorretti in questi giorni come quello di molti ragazzi che stanno attaccati gli uni agli altri. L’altro giorno stavo facendo una passeggiata, ho notato un gruppetto di adolescenti in un parco con la mascherina abbassata che si passavano una bibita. Poco dopo mi è capitato di vedere un operaio che starnutendo si è levato il suo dispositivo e si è coperto la bocca coi guanti. I comportamenti scorretti sono il vero pericolo in questo momento. Ai ragazzi dico di riprendere la loro vita in maniera prudente. Se si incontrano meglio lo facciano all’aria aperta e mantenendo la distanza di almeno un metro. È uno sforzo complesso ma può aiutare a non regredire. I giovani sono i meno spaventati ma anche l’anello debole della trasmissione».
Il rischio di un aumento del numero dei positivi tra una decina di giorni è comunque dietro l’angolo (e anche preventivato da più parti) e proprio la variazione contenuta o alta di quell’indicatore chiarirà il vero impatto delle aperture sulla diffusione del virus. «Se stiamo attenti la crescita sarà assolutamente controllabile - prosegue Antonella Viola - diventerebbe invece un problema se partisse un focolaio perché la velocità di contagio è importante. Finché il virus non scompare, completamente qualche nuovo positivo ci sarà sempre. La malattia dura tanto, anche 50 giorni, negativizzarsi è difficile».
La ricercatrice (e virologa) conclude raccontando gli ultimi progressi dello studio finanziato dalla Città della Speranza per scoprire nuovi approcci terapeutici al Coronavirus e favorire lo sviluppo del vaccino: «Siamo entrati in questo progetto europeo e abbiamo appena finito di protocollare e standardizzare insieme ai colleghi il metodo di esecuzione degli esperimenti così da riuscire a confrontare i dati dei vari Paesi».
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Antonella Viola
Se stiamo attenti la crescita dei positivi sarà assolutamente controllabile. Ma ho visto in città tanti ragazzi assumere comportamenti poco corretti