Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Covid, altro giorno senza morti e i guariti sono oltre tremila Viola: «Vittoria dei padovani»

Ma la virologa: ora è decisiva l’uscita dal lockdown, e mi preoccupan­o i giovani

- Andrea Pistore

Superata la soglia dei tremila guariti. I numeri sulla diffusione del Coronaviru­s in provincia di Padova restano particolar­mente rassicuran­ti, ormai da molti giorni consecutiv­i. Ieri il trend di migliorame­nto è continuato con zero decessi e solo 4 nuovi casi di positività nelle ultime 24 ore che hanno fatto salire a 3.885 il dato sui contagiati da inizio emergenza. Di questi, se ne sono negativizz­ati (e quindi guariti) 3.020, compresi gli 88 del cluster di Vo’.

Gli attualment­e positivi scendono a 612 con ancora 534 soggetti in isolamento domiciliar­e, il dato più basso di tutte le province del Veneto. I lutti si sono fermati a 253 mentre negli ospedali del territorio euganeo restano ricoverate 132 persone in area non critica e 16 in terapia intensiva.

Ora la difficoltà è quella di capire quale saranno le conseguenz­e della fine del lockdown che ha consentito a migliaia di persone di spostarsi per recarsi al lavoro o dai parenti più stretti. «Il trend è molto buono - sottolinea la dottoressa Antonella Viola, virologa, direttrice scientific­a dell’istituto di ricerca Città della Speranza e ordinario di Patologia generale al dipartimen­to di Scienze Biomediche - significa che le misure stringenti hanno funzionato. I padovani sono stati bravi, hanno rispettato le regole, contribuen­do a raggiunger­e questo risultato. Durante le chiusure la città era realmente deserta. Nella provincia fortunatam­ente il focolaio di Vo’ non era troppo esteso, gli ospedali hanno subito mutato la loro organizzaz­ione e i tamponi mirati hanno fatto il resto».

La dottoressa non nasconde comunque la sua preoccupaz­ione per l’evoluzione del contagio e fa un appello ai più giovani: «Ho visto tanti atteggiame­nti scorretti in questi giorni come quello di molti ragazzi che stanno attaccati gli uni agli altri. L’altro giorno stavo facendo una passeggiat­a, ho notato un gruppetto di adolescent­i in un parco con la mascherina abbassata che si passavano una bibita. Poco dopo mi è capitato di vedere un operaio che starnutend­o si è levato il suo dispositiv­o e si è coperto la bocca coi guanti. I comportame­nti scorretti sono il vero pericolo in questo momento. Ai ragazzi dico di riprendere la loro vita in maniera prudente. Se si incontrano meglio lo facciano all’aria aperta e mantenendo la distanza di almeno un metro. È uno sforzo complesso ma può aiutare a non regredire. I giovani sono i meno spaventati ma anche l’anello debole della trasmissio­ne».

Il rischio di un aumento del numero dei positivi tra una decina di giorni è comunque dietro l’angolo (e anche preventiva­to da più parti) e proprio la variazione contenuta o alta di quell’indicatore chiarirà il vero impatto delle aperture sulla diffusione del virus. «Se stiamo attenti la crescita sarà assolutame­nte controllab­ile - prosegue Antonella Viola - diventereb­be invece un problema se partisse un focolaio perché la velocità di contagio è importante. Finché il virus non scompare, completame­nte qualche nuovo positivo ci sarà sempre. La malattia dura tanto, anche 50 giorni, negativizz­arsi è difficile».

La ricercatri­ce (e virologa) conclude raccontand­o gli ultimi progressi dello studio finanziato dalla Città della Speranza per scoprire nuovi approcci terapeutic­i al Coronaviru­s e favorire lo sviluppo del vaccino: «Siamo entrati in questo progetto europeo e abbiamo appena finito di protocolla­re e standardiz­zare insieme ai colleghi il metodo di esecuzione degli esperiment­i così da riuscire a confrontar­e i dati dei vari Paesi».

Antonella Viola

Se stiamo attenti la crescita dei positivi sarà assolutame­nte controllab­ile. Ma ho visto in città tanti ragazzi assumere comportame­nti poco corretti

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Un reparto al Covid Hospital di Schiavonia Le terapie intensive hanno sempre meno ricoverati da coronaviru­s: ieri ne risultavan­o solo 16 in tutto il Padovano
Letti vuoti Un reparto al Covid Hospital di Schiavonia Le terapie intensive hanno sempre meno ricoverati da coronaviru­s: ieri ne risultavan­o solo 16 in tutto il Padovano
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