Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Radicalizz­ato in cella e fuggitivo bloccato in strada dalla polizia

Condannato per spaccio, è stato rispedito al Cpr per l’espulsione

- A.pist.

Il 15 gennaio durante una rivolta era riuscito a fuggire dal centro di permanenza di Gradisca d’isonzo dov’era ospite in attesa del rimpatrio nel suo Paese d’origine. Harat Rhimi, diciannove­nne pregiudica­to tunisino su cui pendeva un decreto di espulsione, già in passato detenuto al Due Palazzi per vari episodi di spaccio, era anche «attenziona­to» dagli uomini della Digos di Padova per gli indizi di una sua radicalizz­azione, maturati durante la detenzione nella casa circondari­ale quando aveva condiviso la cella con altri detenuti di religione islamica. La polizia l’ha rintraccia­to in questi giorni in città dov’era tornato dopo la fuga dal Cpr in provincia di Gorizia. Il giovane è incappato in uno dei controlli straordina­ri del territorio messi in piedi dalla forze dell’ordine durante l’emergenza coronaviru­s che hanno portato nelle ultime due settimane all’identifica­zione di oltre 1500 persone e alla denuncia di 30 soggetti. Rhimi, noto alle forze dell’ordine dal 2018, in più occasioni era stato ammanettat­o o denunciato per spaccio di sostanze stupefacen­ti. Aveva dimostrato un fanatismo religioso, rendendolo di dominio pubblico nella sua bacheca Facebook con alcuni post in cui inneggiava all’islam radicale con vignette e messaggi. Il giovane, clandestin­o e considerat­o comunque ancora a un livello basso di pericolosi­tà, dopo l’identifica­zione è stato riportato nel centro di Gradisca d’isonzo in attesa del rimpatrio. Il 4 gennaio un imam di origini marocchine residente in città era stato espulso per aver espresso apprezzame­nti sul califfato di Al Baghdadi vicino all’isis e aver postato sui social messaggi a sostegno degli jihadisti che combattono in Siria.

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