Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Da Padova a Vicenza, musei al rallentatore
Da domani possono riaprire: ma pochi decidono di affrontare rischi e costi Slittano le mostre temporanee. Accessibili i luoghi espositivi di Padova e Vicenza, Venezia ancora in attesa
Deadline 18 maggio: l’era del post Covid-19 per mostre e musei in Veneto sta per scoccare. Per poter riaprire i luoghi d’arte le linee guida fissate sono stringenti: ingressi contingentati; obbligo di mascherine per pubblico e lavoratori; utilizzo di segnaletica e barriere per far rispettare le distanze di almeno un metro nelle sale e alla biglietteria; ingressi limitati ai bookshop e punti ristoro; percorsi a senso unico e sanificazione degli ambienti. Sconsigliati touch screen, pagamenti in contanti, audioguide. Come si stanno organizzando gli spazi espositivi e quali riapriranno i battenti nella data stabilita di domani? Le incognite sembrano avere il sopravvento e si procede in ordine sparso. I problemi? Sostenibilità dei costi, incertezza sul riscontro di pubblico ma pure questioni pratiche che allungano i tempi di adeguamento, come ad esempio la difficile reperibilità del plexiglass da utilizzare per le protezioni alle biglietterie. Ecco una mappa per orientarsi.
Partiamo da Venezia e dalle undici sedi della Fondazione Musei Civici. Le prime a riaprire saranno il primo giugno Palazzo Ducale e Correr,a seguire il Museo del Vetro e via via le altre. «Stiamo ragionando – spiega il direttore Garbiella Belli - su orari flessibili, incentivazione della prenotazione online della visita con fascia oraria, itinerari particolari per piccoli gruppi». Riguardo le grandi mostre del 2020: «Opera. I Protagonisti del Melodramma» che avrebbe dovuto essere ospitata nell’appartamento del Doge - è saltata; la rassegna su Vittore Carpaccio nella stessa location spostata al 10 luglio 2021; «L’età dell’oro» di Fabrizio Plessi spaccata in due capitoli: a settembre, in concomitanza con la riprogrammata Biennale Architettura (29 agosto-29 novembre), i fiumi digitali dorati sulla facciata del Correr e, verso la coda dell’anno, a Ca’ Pesaro. Apriranno il 26 maggio le Gallerie dell’accademia: «Avremmo voluto - dichiara il direttore Giulio Manieri Elia riaprire subito, ma i protocolli di sicurezza sono complessi e vogliamo garantire le massime condizioni di sicurezza ai visitatori e ai nostri lavoratori». Riapertura della Collezione Guggenheim tra fine maggio e primi di giugno, «esclusivamente attraverso prenotazioni on line, con un percorso di fruizione obbligatorio» afferma la direttrice Karole Vail. L’attesa sarà più lunga per l’inaugurazione delle mostre su Henri Cartier Bresson e Youssef Nabil a Palazzo Grassi e la collettiva «Untitled, 2020» a Punta della Dogana a fine agosto. Dà un bel segnale la Fondazione Querini Stampalia che riapre da sabato gratuitamente per tutti, optando per la politica del solo fine settimana nel primo periodo. Rivoluzionato il palinsesto espositivo della Fondazione Cini. Sull’isola di San Giorgio, rinviata al 6 settembre la rassegna «Venice and American Studio Glass»; slittate al
2021 «Toni Zuccheri e Tapio Wirkkala alla Venini» e «Homo Faber». Aprirà il 20 giugno Palazzo Cini con l’esposizione «Piranesi Roma Basilico». Tra luglio e agosto si torneranno a vedere i gioiosi scatti di Jacques Henri Lartigue alla Casa dei Tre Oci, dove le audioguide saranno sostituite da podcast scaricabili sul proprio smartphone. Buio totale sull’m9 a Mestre. Per il Polo Museale del Veneto, «A fare da apripista a breve – spiega il direttore Daniele Ferrara - sarà il giardino di Villa Pisani a Strà. A stretto giro le altre sedi». Eccoci in provincia di Treviso, dove mercoledì riaprono il Museo Canova a Possagno e a Oderzo il Museo e Palazzo Foscolo con la mostra «L’anima delle cose», Pinacoteca Martini e Gamco. Nel capoluogo della Marca, il Museo di Santa Caterina riparte a inizio giugno insieme alla mostra «Natura In Posa». Riapre già martedì Palazzo Fulcis a Belluno. Da domani ci si potrà rituffare ne «L’egitto di Belzoni» al San Gaetano di Padova. Nella città del Santo riaprono «tutti i siti importanti cittadini, dalla Cappella
degli Scrovegni e la Pinacoteca degli Eremitani,a Palazzo della Ragione e il Museo Orientale» ci dice l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. A Rovigo, in Palazzo Roncale, si lavora per riaprire la mostra «La quercia di Dante», chiusa a sole 48 ore dall’inaugurazione; mentre per il fauvismo onirico di Chagall a Palazzo Roverella bisognerà attendere il 19 settembre. Offrono l’ingresso gratuito fino al 30 giugno i Musei Civici di Vicenza, che accoglieranno i visitatori a partire da venerdì, col Teatro Olimpico, Chiesa di Santa Corona, Museo Naturalistico e Archeologico, Museo del Risorgimento e della Resistenza aperti nei weekend. Dalla settimana seguente da martedì a giovedì Palazzo Chiericati; resta chiusa la Basilica Palladiana. Dal 28 maggio saranno visitabili le Gallerie d’italia-palazzo Leoni Montanari; il Palladio Museum «aprirà non appena termineranno i lavori per la nuova illuminazione», assicura il direttore Guido Beltramini. La monografica su Piranesi a Palazzo Sturm a Bassano del Grappa, Vicenza, è ipotizzata per il 20 giugno, ma da mercoledì riapriranno le collezioni permanenti dei Musei Civici.
Infine, Verona. I Civici Musei con le loro nove sedi stanno programmando un calendario di aperture, che potrebbe partire dall’arena; riaprirà a metà di giugno la Gam, presentando la mostra sullo scultore e collezionista Ugo Zannoni. E presto schiuderà nuovamente le porte Palazzo Maffei.
L’incognita sul riscontro di pubblico Complessi i protocolli di sicurezza: per esempio non si trova il plexiglass per «proteggere» le biglietterie