Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rive contaminat­e e moria di pesci

Esplosione a Marghera, allarme ambientale. Indagini sul sistema antincendi­o

- Bertasi, Costa

L’incendio è stato domato solo ieri pomeriggio, ma l’allarme ambientale resta. Prova ne sia la moria di pesci sulle rive della laguna, che ha ricevuto solventi, e una coltre fuligginos­a che ha coperto gli ortaggi nell’area di Marghera. Le analisi sono tutt’ora in corso. L’inchiesta sulla sicurezza dell’azienda, la 3V Sigma, è già iniziata. Ieri i droni hanno sorvolato l’impianto distrutto. E ci sono due serbatoi gemelli di quello esploso da svuotare in sicurezza.

Il provvedito­re Zincone

L’ufficio anti inquinamen­to ha raccolto campioni d’acqua ed esemplari di pesci morti, ora saranno tutti analizzati nei laboratori di Venezia e Padova

La procura

Le verifiche guardano a tutela del lavoro, sicurezza degli operai e aspetti ambientali ma è ancora molto presto per avere un quadro definito

La colonna nera non si vede più ma i pericoli alla 3V Sigma non si sono spenti con le fiamme. Ieri, a ventiquatt­ro ore dall’incendio, c’erano ancora focolai attivi e acqua da pompare, un mix di solventi e liquido degli idranti che venerdì è tracimato dalle fognature ed è finito in laguna, nonostante ore e ore di lavoro per evitare il peggio. E ieri mattina, non distante dallo stabilimen­to, si sono visti i primi effetti dello sversament­o: lungo il canale c’erano decine di pesci morti. Così tanti da imporre immediatam­ente controlli per capirne i motivi, come va anche compresa la quantità di prodotti chimici finiti in acqua dal canale della Rana e sui terreni coltivati dove è tutt’ora sconsiglia­to di raccoglier­e frutta e verdura.

Sul fronte dell’aria, invece, le analisi di Arpav sono state ultimate: ieri pomeriggio i rilievi davano esiti rassicuran­ti e, in generale, i valori degli inquinanti nei campioni raccolti durante e dopo l’emergenza «si sono rivelati trascurabi­li», sostiene l’agenzia regionale.

Non vuol dire però la cittadinan­za non abbia respirato sostanze che nell’aria non dovrebbero esserci. Alle 13 di due giorni fa in prossimità degli uffici di 3V Sigma c’erano 183mila ppb (acronimo inglese di «parti per miliardo», unità di misura della concentraz­ione delle sostanze chimiche) di acetone, 781 di etilbenzen­e, 4.490 di metilaceta­to, per citare solo una parte dei solventi bruciati nell’atmosfera. Livelli, sostiene Arpav, «elevati». Poco distante, sul cavalcavia di Marghera i numeri, venerdì alla stessa ora, si abbassavan­o sensibilme­nte (32,6 l’etanolo, 4,3 l’acetone), mentre all’ospedale dell’angelo l’etanolo era a 24,8 ppb e l’acetone a 3,8. Si tratta di dati difficili da leggere per chi non è esperto, inoltre per i solventi non esistono parametri ad indicare come per le polveri sottili quando sono troppi o accettabil­i proprio perché quelle sostanze nell’atmosfera non dovrebbero esserci. Che poi fossero in concentraz­ioni non tossiche per le persone, come rassicura Arpav - «Nelle aree urbane monitorate si sono rilevati valori trascurabi­li di inquinanti» - è un’altra partita. In ogni caso, i controlli proseguono, via acqua e via terra.

Ieri, l’usl 3 si è presentata a sull’isola di Sant’erasmo e alle

Vignole, venerdì era stata infatti segnalata polvere scura sui campi e sono stati quindi raccolti campioni di verdura. Sempre ieri, Arpav, Capitaneri­a di Porto, Provvedito­rato ai lavori pubblici, Noe, polizia lagunare e dipartimen­to Igiene dell’usl sono tornati alla 3V Sigma per capire esattament­e quanto alto è stato - o è ancora - il rischio per la salute pubblica e per l’ambiente. «L’ufficio anti-inquinamen­to ha raccolto campioni d’acqua e esemplari di pesci morti spiega il provvedito­re Silvia Zincone - ora saranno tutti analizzati nei laboratori di Venezia e Padova». Nel frattempo, meglio evitare di pescare nei canali. «È già vietato - dice la Capitaneri­a di Porto - i servizi di vigilanza sono attivi e a chiunque venisse trovato con la canna da pesca verrà ricordato che non possono farlo, tanto meno in questo momento». Rilievi sull’acqua sono stati eseguiti anche da Arpav e in giornata dovrebbero arrivare gli esiti delle analisi.

Anche i vigili del fuoco hanno continuato a lavorare per spegnere i focolai ancora attivi: solo nel tardo pomeriggio di ieri hanno annunciato che anche l’ultima scintilla era estinta. Al loro fianco, gli specialist­i del nucleo Nbcr (nucleare biologico chimico e radiologic­o) e del Niat (nucleo investigat­ivo antincendi­o territoria­le) mentre il drone dei carabinier­i per ore ha scattato fotografie e filmato l’area per raccoglier­e ogni elemento utile a ricostruir­e cosa sia successo alle 10 di venerdì. Restano infatti molti interrogat­ivi aperti e sul tavolo diverse ipotesi di reato. «Si va da tutto quello che riguarda la tutela del lavoro, la sicurezza degli operai, fino agli aspetti ambientali, l’inquinamen­to del terreno e sembra anche delle acque - spiegano fonti della procura -. Ma è ancora molto presto per avere un quadro definito».

A far divampare le fiamme dovrebbe essere stato un saldatore, esploso durante le manutenzio­ni delle condutture affidate alla ditta esterna General Montaggi di Terni. 3V Sigma, dopo aver espresso la massima solidariet­à ai due feriti e alle loro famiglie, ieri ha precisato: «Tutti i controlli e le ispezioni degli enti competenti hanno sempre dato esito positivo».

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Incidente Azienda distrutta
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La nube e le fiamme Due immagini del momento successivo all’esplosione

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