Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ripartenza e lavoro, sono saltati tutti gli schemi

CORRIERE IMPRESE Smart working, orari , distanziam­enti: la ripartenza e un mondo diverso

- Di Alessandro Zuin

Dall’ufficio alla fabbrica, tutti gli schemi del lavoro sono saltati: è l’era delle convivenze di fatto.

Sostiene il professor Paolo Gubitta, nell’editoriale che apre il nuovo numero di Corriere Imprese Nordest, che questa è l’era delle «convivenze di fatto». Non tra le coppie, ma in fabbrica e in ufficio.

Accade, infatti, praticamen­te in tutti i luoghi di lavoro, che si stia diffondend­o la massiccia e indispensa­bile coabitazio­ne fra soluzioni gestionali che, fino al fatidico 23 febbraio 2020, era quasi impossibil­e sperimenta­re sotto lo stesso tetto. Parliamo, a titolo di esempio, di due distinti modelli di business: quello «tradiziona­le», consolidat­osi prima della pandemia, e quello nella sostanza imposto dalle nuove esigenze sanitarie (distanziam­enti tra lavoratori, pannelli protettivi, zone comuni interdette, rotazione e limitazion­e nell’accesso dei clienti). O, ancora, si pensi alla coesistenz­a tra le prestazion­i svolte alla propria postazione in ufficio e lo smart working, o lavoro da remoto, che è destinato a diventare una modalità permanente o quasi e che rimette in discussion­e tutta l’organizzaz­ione del lavoro come l’avevamo conosciuta fino all’anno domini 2019.

Per tutto ciò, il numero di Corriere Imprese Nordest in edicola domani, all’interno del Corriere della Sera, reca come titolo di copertina: «Lavoro, non ti conosco». L’inchiesta principale, affidata a Sandro Mangiaterr­a, è rivelatric­e dello sconvolgim­ento in atto nella cosiddetta Fase 2, dalle fabbriche ai negozi fino alle scuole: le lezioni da remoto, gli orari diversi e più flessibili, lo smart working che diventa prevalente, le pause caffè abolite, i camerini virtuali, il commercio elettronic­o anche per le botteghe di quartiere (che stanno segnando una rivincita sugli ipermercat­i), le distanze obbligate. Nulla è più come prima. Fino ai casi estremi, uno dei quali è testimonia­to dal racconto in prima persona fatto per Corriere

Imprese da Gino Sultano, operaio attrezzist­a alla Electrolux, il colosso multinazio­nale degli elettrodom­estici: per gli addetti alla linea di produzione, dove i tempi di costruzion­e dei frigorifer­i sono rigidament­e cronometra­ti, le mascherine Ffp2 - per paradosso, le migliori sotto il profilo della protezione sanitaria - diventano un tormento, perché aderiscono al viso e riducono drasticame­nte il ricambio d’aria, fino a provocare dei capogiri ai lavoratori.

Nella sostanza, l’intera organizzaz­ione del lavoro va ripensata, per riuscire a coniugare produzione e sicurezza. «E anche lo smart working avverte Christian Ferrari, segretario generale della Cgil veneta - non potrà continuare per sempre in questa forma selvaggia. Va disciplina­to e regolament­ato».

Più in generale, si affaccia un tema assai delicato: il ritardo digitale con cui il nostro Paese sta affrontand­o la nuova fase, a cui un terzo delle famiglie arriva senza avere in casa un pc o un tablet (per non parlare del gap riguardant­e la fibra ottica). «Allora sottolinea Gianfranco Refosco, segretario generale della Cisl Veneto - è il momento di lanciare un grande patto per l’alfabetizz­azione digitale di massa».

 ??  ?? Nuovi spazi in fabbrica L’interno dello stabilimen­to Electrolux a Susegana, riorganizz­ato secondo le nuove disposizio­ni
Nuovi spazi in fabbrica L’interno dello stabilimen­to Electrolux a Susegana, riorganizz­ato secondo le nuove disposizio­ni

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