Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Cariparo, un atto di coraggio 20 milioni solo per la crisi da Covid»
L’impegno extra della Fondazione. Muraro: quadro difficile anche per noi, non siamo la Bce
«Parlare di una decisione sofferta sarebbe sicuramente sbagliato. Ma credo che sia comunque giusto definirlo un grande atto di coraggio. Se non altro perché, checché ne pensi qualcuno, anche le nostre risorse non sono illimitate». Alludendo chiaramente al «pressing» ricevuto nelle ultime settimane dalle altre istituzioni del territorio (in primis da Palazzo Moroni), il presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro, ieri mattina in videoconferenza ha così ufficializzato l’impegno dell’ente per fronteggiare le gravi ricadute economiche e sociali dovute all’emergenza coronavirus. Un impegno, deliberato l’altro giorno sia dal cda che dal consiglio generale, che si traduce concretamente in 20 milioni destinati alla gestione della lunga fase post Covid-19. Tale contributo, ha spiegato Muraro con a fianco il suo vice Donato Nitti e il segretario generale Roberto Saro, è il frutto da un lato di una revisione del bilancio programmatico per il 2020 (il cui budget iniziale, il 20 aprile scorso, era già stato aumentato da 48 a 55 milioni di euro) e dall’altro di un’anticipazione
”
Il presidente Se si considera l’ammanco dalla sospensione del dividendo Intesa, si può capire lo sforzo
di cassa quantificabile in 13 milioni: due manovre, quelle appena descritte, che fanno salire a 68 milioni il totale delle risorse che, per quest’anno, la Fondazione Cariparo riverserà sulle province di Padova e Rovigo.
«Il presidente dell’acri, Francesco Profumo - ha ricordato Muraro, riferendosi al leader dell’associazione che rappresenta le fondazioni di origine bancaria - ha di recente dichiarato che, in tutta Italia, gli enti come il nostro hanno complessivamente stanziato 80 milioni di euro per far fronte all’emergenza coronavirus. E quindi i 20 che abbiamo appena messo a bilancio costituiscono esattamente un quarto di tale somma. Direi che non è male». La voce più sostanziosa del piano illustrato ieri, come prevedibile, è quella riguardante il sociale e le «nuove povertà», finanziata con quasi 8 milioni di euro, di cui 5 destinati ai Comuni del territorio (a Palazzo Moroni, nel dettaglio, vanno un milione e 250 mila euro). Ma all’interno della stessa voce, ci sono pure un milione e mezzo di euro per le case di riposo, mezzo milione per le associazioni di volontariato e 480 mila euro per le Caritas. Per quanto riguarda l’ambito sanitario, invece, l’istituto di piazza Duomo ha già assegnato un totale di oltre 3 milioni e 200 mila euro, di cui uno all’azienda Ospedaliera e un altro all’usl 6 Euganea. Dopodiché, senza dimenticare i 3 milioni stanziati per la ricerca scientifica anti
Covid-19, vanno evidenziati i 5 da tradurre in progetti specifici relativi al reinserimento lavorativo, alla formazione dei giovani («Per evitare che la crisi economica - ha precisato Muraro - faccia crescere la dispersione scolastica») e al sostegno delle famiglie («In particolare - ha aggiunto sempre il presidente - dei genitori che devono prendersi cura dei bambini rimasti a casa da scuola»). «Quand’ero piccolo - ha sorriso il numero uno della Fondazione Cariparo mi hanno insegnato che, quando le entrate diminuiscono, bisognerebbe ridurre le uscite. E dato che Intesa Sanpaolo ha deciso di sospendere la distribuzione dei dividendi, che per noi ha comportato un ammanco compreso tra i 65 e i 68 milioni di euro, si capisce ancora meglio l’entità dello sforzo che abbiamo fatto. Anche perché - ha concluso Muraro non siamo la Bce, non possiamo stampare moneta e, soprattutto, non possiamo sempre essere quell’ancora di salvezza nel mare procelloso che molti immaginano».