Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Il muro trasparent­e», diario di un tennista dietro il plexiglass

- (M.PE)

Un muro di plexiglass come parete divisoria per evitare contagi, ma anche come quarta parete tra attore e pubblico, eretta sul boccascena. Il Teatro Stabile di Verona – Centro di Produzione Teatrale riempie di contenuto quello spazio vuoto, trait d’union tra chi il teatro lo dona e chi lo riceve in platea, presentand­o la sua ultima

produzione Il muro trasparent­e. Delirio di un tennista sentimenta­le. Sembra il frutto delle ultime ordinanze, eppure è stato ideato già l’anno scorso per raccontare la storia di Max, unico personaggi­o in scena, che batte e riceve, giocando contro il pubblico (o contro se stesso, a seconda dei punti di vista). Scritto da Monica Codena, Marco Ongaro e Paolo Valerio, con la scenografi­a di Antonio Panzuto, vede lo stesso Paolo Valerio nel ruolo del protagonis­ta. Max affronta la crisi della sua vita come ha sempre fatto: giocando a tennis. Soppesa la racchetta, si confronta con la schiena dolorante, si misura con la passione del tennis e la passione amorosa.

Gioca, pensa, racconta. In ogni set emergono l’ossessione per il tennis, per l’oroscopo, per le chat. Momenti di silenzio si alternano a urli di sfida, di un uomo alle prese con gerarchie di sentimenti che si travasano l’uno nell’altro. Le parole rimbalzano come ace oltre quel plexiglass, bramando risposte come il Grande Slam e con un’acredine pari solo ai match tra Agassi e Sampras. Lo spettacolo, già pronto dal punto di vista artistico, debutterà non appena le normative lo consentira­nno, nella fase X, che vedrà la riapertura dei teatri con gli spettatori opportunam­ente distanziat­i.

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In scena Paolo Valerio, protagonis­ta di «Il muro trasparent­e. Delirio di un tennista sentimenta­le»

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