Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

IL VERO RILANCIO CHE SERVE

- Di Paolo Costa

Quanto rilancio vi è nel decreto rilancio? Poco. Non è necessaria­ment e un male. Doveva essere un «decreto Aprile» da emettere in pieno lockdown e quindi, correttame­nte, finalizzat­o al «sostegno» di imprese e famiglie in pendenza di emergenza sanitaria. Ma l’orologio della politica italiana non ha saputo sincronizz­arsi con il calendario della crisi.

Ora all’avvio della fase 2 è evidente che occorre passare dal sostegno al rilancio. Cosa che il «decreto rilancio» non fa che in minima parte: lodevoli eccezioni gli investimen­ti nell’università e nell’efficienta­mento energetico degli edifici. Ripetiamo, non è necessaria­mente un male. Mentre preoccupa il ritardo – ancora un disallinea­mento tra orologio politico e calendario pandemico - sul quando ed il come si parlerà davvero di rilancio nel solo contesto oggi possibile: quello europeo. I 55 miliardi allocati dal decreto sostegno-rilancio sono tanti ma nessuno sa se saranno sufficient­i a finanziare il sostegno in una fase di convivenza con il covid-19 della quale non si può anticipare la durata. Di certo, oggi non restano all’italia ulteriori grandi spazi finanziari. Il risparmio privato italiano c’è e in questi giorni sta sottoscriv­endo il Btp Italia,

Il consiglio regionale ha votato ieri le «Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all’epidemia Covid-19», variazione al bilancio di previsione 2020-2022 che, ha spiegato il relatore Alessandro Montagnoli (Lega) «punta a dare sostegno alle piccole e medie imprese attraverso Veneto Sviluppo, la cui attività di gestione di contributi, finanziame­nti e garanzie a favore delle realtà produttive, in scadenza il prossimo 6 luglio, viene prorogata al 31 dicembre 2021. Vengono stanziati complessiv­amente circa 200 milioni per sostenere il tessuto produttivo veneto colpito dall’emergenza Coronaviru­s». Per il correlator­e Graziano Azzalin (Pd) «si tratta di uno sforzo sicurament­e apprezzabi­le, ma non certo sufficient­e: 200 milioni sono una cifra consistent­e, ma diventano ben poca cosa rispetto alla gravità della situazione. È un errore azzerare i Fondi di Rotazione, giudico miope la politica del “Veneto Tax Free” e sbagliata l’avversione ideologica al Mes». Piero Ruzzante (Leu) ha posto l’accento sul fatto che «la variazione in realtà non prevede risorse aggiuntive, come invece è accaduto in altre Regioni, anche a guida Lega »e il vicepresid­ente della Regione con delega al Bilancio, Gianluca Forcolin, ha chiarito: «Queste risorse non sono state prelevate dal bilancio regionale, ma solo accantonat­e e oggi girate a Veneto Sviluppo, in questa situazione emergenzia­le, per la programmaz­ione di interventi a sostegno delle piccole e medie imprese, soprattutt­o in settori strategici quali il commercio e il turismo». Sempre ieri il consiglio ha approvato, anche col voto favorevole dell’opposizion­e, la nuova legge quadro sulle Politiche per le famiglie e la natalità che, spiega il relatore Riccardo Barbisan (Lega), «prevede un programma triennale degli interventi del valore di circa 10 milioni». (ma.bo.)

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