Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
IL VERO RILANCIO CHE SERVE
Quanto rilancio vi è nel decreto rilancio? Poco. Non è necessariament e un male. Doveva essere un «decreto Aprile» da emettere in pieno lockdown e quindi, correttamente, finalizzato al «sostegno» di imprese e famiglie in pendenza di emergenza sanitaria. Ma l’orologio della politica italiana non ha saputo sincronizzarsi con il calendario della crisi.
Ora all’avvio della fase 2 è evidente che occorre passare dal sostegno al rilancio. Cosa che il «decreto rilancio» non fa che in minima parte: lodevoli eccezioni gli investimenti nell’università e nell’efficientamento energetico degli edifici. Ripetiamo, non è necessariamente un male. Mentre preoccupa il ritardo – ancora un disallineamento tra orologio politico e calendario pandemico - sul quando ed il come si parlerà davvero di rilancio nel solo contesto oggi possibile: quello europeo. I 55 miliardi allocati dal decreto sostegno-rilancio sono tanti ma nessuno sa se saranno sufficienti a finanziare il sostegno in una fase di convivenza con il covid-19 della quale non si può anticipare la durata. Di certo, oggi non restano all’italia ulteriori grandi spazi finanziari. Il risparmio privato italiano c’è e in questi giorni sta sottoscrivendo il Btp Italia,
Il consiglio regionale ha votato ieri le «Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all’epidemia Covid-19», variazione al bilancio di previsione 2020-2022 che, ha spiegato il relatore Alessandro Montagnoli (Lega) «punta a dare sostegno alle piccole e medie imprese attraverso Veneto Sviluppo, la cui attività di gestione di contributi, finanziamenti e garanzie a favore delle realtà produttive, in scadenza il prossimo 6 luglio, viene prorogata al 31 dicembre 2021. Vengono stanziati complessivamente circa 200 milioni per sostenere il tessuto produttivo veneto colpito dall’emergenza Coronavirus». Per il correlatore Graziano Azzalin (Pd) «si tratta di uno sforzo sicuramente apprezzabile, ma non certo sufficiente: 200 milioni sono una cifra consistente, ma diventano ben poca cosa rispetto alla gravità della situazione. È un errore azzerare i Fondi di Rotazione, giudico miope la politica del “Veneto Tax Free” e sbagliata l’avversione ideologica al Mes». Piero Ruzzante (Leu) ha posto l’accento sul fatto che «la variazione in realtà non prevede risorse aggiuntive, come invece è accaduto in altre Regioni, anche a guida Lega »e il vicepresidente della Regione con delega al Bilancio, Gianluca Forcolin, ha chiarito: «Queste risorse non sono state prelevate dal bilancio regionale, ma solo accantonate e oggi girate a Veneto Sviluppo, in questa situazione emergenziale, per la programmazione di interventi a sostegno delle piccole e medie imprese, soprattutto in settori strategici quali il commercio e il turismo». Sempre ieri il consiglio ha approvato, anche col voto favorevole dell’opposizione, la nuova legge quadro sulle Politiche per le famiglie e la natalità che, spiega il relatore Riccardo Barbisan (Lega), «prevede un programma triennale degli interventi del valore di circa 10 milioni». (ma.bo.)