Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Così convincerò Berlino»

Il governator­e Kompatsche­r: deluso da Vienna, spero nell’accordo a giugno

- Di Nicola Chiarini

A” llarme turismo per il blocco dei confini austriaci al Brennero, il governator­e dell’alto Adige spiega la trattativa con Vienna e Berlino.

Arno Kompatsche­r BOLZANO spiega all’italia come vincere le resistenze di Sebastian Kurz sul blocco selettivo del Brennero, che rischia di mettere ko la stagione turistica. La linea proposta ieri in conferenza Stato Regioni dal presidente dell’alto Adige poggia su due pilastri, uno politico e l’altro sanitario. «Sul piano politico — spiega Kompatsche­r — gli Stati europei devono assicurare la libera circolazio­ne ai propri cittadini. Da quello sanitario emerge che nel nostro Paese si può entrare in sicurezza, alla luce dei dati epidemiolo­gici». E così il Landeshupt­mann ha persuaso non solo il «dirimpetta­io» trentino Maurizio Fugatti, ma tutti i colleghi governator­i, a partire dal veneto Luca Zaia e dall’emiliano Stefano Bonaccini, ansiosi di vedere tornare numerosi i vacanzieri tedeschi a immergersi nel lago di Garda o a rosolarsi sulle sdraio a Riccione. Obiettivo raggiungib­ile, appunto, solo se Vienna sarà indotta a pari trattament­o tra Roma e Berlino, con cui è già attivato l’iter che, dal 15 giugno, ricondurrà a piena libertà di transito sul confine austro-tedesco di Kufstein.

Presidente, come ha accolto il governo la sua sollecitaz­ione?

«Francesco Boccia mi ha detto: Arno hai ragione da vendere, rappresent­erò subito la tua posizione in Consiglio dei ministri. Riconosco al presidente Giuseppe Conte e a tutto l’esecutivo attenzione al tema e di aver dato un segnale importante con l’apertura dei confini italiani già dal 3 giugno a tutti i cittadini dell’area Schengen. Un’ottima mossa, anche se da alcuni Stati non c’è reciprocit­à. Su questo, naturalmen­te, sto dialogando pure con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio».

Kurz l’ha delusa?

«Sì. Ovvio che non mi aspettassi un via libera incondizio­nato, ma nemmeno il protrarsi di una chiusura totale. Si applichino le indicazion­i della Commission­e europea sulla circolazio­ne delle persone, con standard omogenei ed eventuali blocchi legati a misure precise dei tassi di propagazio­ne del virus».

Ha posto questo tema al Cancellier­e?

«A lui e al ministro degli Esteri, Alexander Schallenbe­rg,

negli stessi termini con cui mi sto rivolgendo a tutti gli interlocut­ori, ma con minore ascolto. In alcuni Länder tedeschi la chiusura scatta se il tasso di contagio in una sola settimana supera le 50 persone su 100.000 abitanti. Ho suggerito che questo possa essere il criterio oggettivo di riferiment­o. Tutta l’italia è nel parametro».

Chi sono gli altri interlocut­ori, quelli più sensibili?

«Li ho trovati in Germania. Mi sto confrontan­do con il ministero degli Esteri di Berlino, in particolar­e con il sottosegre­tario al Turismo, Thomas Bareiß, raccoglien­do grande disponibil­ità, analoga a quella dei governator­i dei Länder. Ma anche in Austria c’è chi è per la libera circolazio­ne, come il collega del Land Tirol, Günther Platter che, non più di tre giorni fa, si è smarcato in maniera molto chiara. Non sono scelte dettate da simpatie, ma dalla concretezz­a dei dati epidemiolo­gici. I nostri sono stati messi a disposizio­ne anche del Robert Koch Institute, la massima istituzion­e in materia nella Repubblica federale tedesca».

Nella chiusura di Kurz conta più la tutela della salute o la volontà di accaparrar­si quote di mercato turistico?

«Penso ci sia un mix di entrambe le ragioni. Forse l’italia sconta un’immagine immeritata, perché è stato il primo Paese in Europa con grandi focolai di Covid-19. I riscontri, però, descrivono ora un’altra realtà, mentre altrove si stanno scontando ancora situazioni difficili, per esempio in Belgio, Francia, Olanda, Spagna, Svezia. Va riconosciu­to ad Austria e Germania di aver avuto impatti minori. Ma, appunto, aperture e chiusure vanno decise sui dati. Nel turismo ci sarà grande battaglia sui mercati, ma di sicuro Kurz non ha la possibilit­à, né ha mai inteso bloccare i turisti tedeschi».

Cioè?

«Se la Germania, come credo, è disponibil­e a un accordo con l’italia, i turisti tedeschi transitera­nno al Brennero. Anche se il governo di Vienna, continuass­e a non allinearsi alle indicazion­i europee. Speriamo in un’intesa raggiungib­ile entro il 15 giugno, ma non mi voglio sbilanciar­e sulla data effettiva».

” Boccia mi ha detto: Arno hai ragione da vendere, porto la tua posizione in Cdm

” La Germania approverà l’accordo e i turisti passeranno per il Brennero

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