Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Specializz­andi, sì al diktat di tenerli tre anni in Veneto

- M.N.M.

Non si è ancora pronunciat­a la Corte Costituzio­nale in merito all’impugnazio­ne da parte del governo del comma della legge regionale del 25 novembre 2019 (il collegato alla legge di stabilità 2020) che obbliga lo specializz­ando titolare di una borsa di studio finanziata da Palazzo Balbi a partecipar­e ai concorsi banditi in Veneto nei 5 anni successivi e, se superati, a prestarvi servizio per almeno 3 anni. Pena una sanzione pari al 50% della borsa di studio ricevuta. Però ieri la commission­e Sanità ha comunque approvato con la maggioranz­a (l’opposizion­e si è astenuta) lo schema di contratto di formazione specialist­ica comprensiv­o di tale clausola. In calce al parere rilasciato dalla commission­e è almeno stata data indicazion­e alla giunta Zaia di valutare l’esecuzione dei contratti di formazione specialist­ica aggiuntivi (90 per una spesa di 10 milioni di euro) in base al pronunciam­ento della

Consulta. «Andiamo avanti, forti di una sentenza della stessa Corte Costituzio­nale che nel 2014 approvò i contratti di formazione specialist­ica personaliz­zati per Regione — spiega Fabrizio Boron, presidente della commission­e Sanità —. Ora non può smentirsi. Il problema della carenza di medici era già un’urgenza prima dell’arrivo del coronaviru­s ed è ovvio che se la Regione impegna una cifra così importante per formarne di nuovi non possa farlo a fondo perduto, permettend­o ai titolari delle proprie borse di studio di andare a lavorare altrove. Almeno per tre anni c’è la necessità che prestino servizio nel Veneto, altrimenti tutti gli sforzi per colmare questa carenza vengono vanificati».

«In linea di principio siamo d’accordo — dice Bruno Pigozzo, componente della commission­e per il Pd — capiamo l’urgenza di bloccare l’emorragia di camici bianchi. Ci siamo astenuti in attesa del pronunciam­ento della Consulta, che è una sorta di spada di Damocle».

Ma i diretti interessat­i fanno il tifo per il governo. «La Regione sia polo di attrazione, non di costrizion­e — esorta Mirko Claus, presidente di Federspeci­alizzandi —. Non è costringen­do un giovane medico a stare tre anni in Veneto che si risolve il problema».

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In corsia Due specializz­andi impegnati nell’emergenza coronaviru­s. Il loro apporto è stato fondamenta­le in questi mesi

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