Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Multe, steward e movida dimezzata

Dopo Padova e Venezia, anche Verona e Vicenza si preparano a vigilare sull’uso delle mascherine da parte dei clienti. Ma alcuni baristi: «Troppi rischi»

- di Andrea Priante

Stewart anti-covid VENEZIA fuori dai locali. L’idea di sparpaglia­re per le piazze dei bodyguard con l’incarico di vigilare sul rispetto delle distanze e sull’uso delle mascherine da parte dei clienti, sta prendendo piede da Venezia a Padova, da Verona a Vicenza.

I baristi hanno ben poca scelta, considerat­o che anche loro rischiano multe salate. «Vista la situazione di emergenza, dobbiamo dare il nostro contributo» li esorta Filippo Segato, segretario della Federazion­e italiana pubblici esercizi (Fipe) del Veneto. In fondo, i costi non sono eccessivi: «Stando ai prezzi delle agenzie specializz­ate - spiega - a Padova basterebbe che ciascun gestore versasse una quota compresa tra i 30 e i 50 euro a sera, per assoldare cinque bodyguard in grado di controllar­e l’intera piazza dei Signori». Nei prossimi giorni l’associazio­ne ne discuterà con i baristi della città. Anche perché l’assessore al Commercio di Padova, Antonio Bressa, è categorico: «Ho suggerito di ingaggiare gli steward o di servire solo i clienti seduti ai tavolini. Se non lo faranno, in caso di assembrame­nti rischiano la chiusura del locale».

A Venezia i «vigilanti» erano attivi a Campo Santa Margherita ben prima dell’emergenza Covid. «Nei prossimi giorni torneranno operativi per controllar­e i comportame­nti dei clienti», assicura il vice-presidente dell’associazio­ne pubblici esercizi, Paolo Friselle. E a Verona alcuni locali di Piazza Erbe stanno valutando la stessa ipotesi. «Purtroppo fatichiamo a far rispettare le distanze», ammette Maurizio Sammartano, direttore di «Casa Mazzanti

Caffè».

Infine, a Vicenza il prefetto vuole gli «angeli» anti-covid: gruppi di volontari (quindi non dei bodyguard assoldati dai gestori) che avvicinino i giovani per spiegare loro i rischi che derivano dal mancato rispetto delle norme di distanziam­ento sociale.

C’è però chi trova tutto questo troppo rischioso a causa delle multe previste per chi non riesce a mettere un freno all’esuberanza dei clienti. Col trascorrer­e dei giorni si moltiplica­no i baristi che preferisco­no auto-limitare l’attività. A Verona, l’osteria «alla Torre» anticipa l’orario di chiusura: «Anziché alle 2.30 smetterò di servire da bere a mezzanotte», spiega la titolare, Barbara Bertanza. A Padova il «Pier 88» chiuderà alle 17 (invece che alle 2 di notte); mentre il gestore del «Gasoline» sceglie di non alzare neppure la saracinesc­a «per non perderci il fegato, o magari la licenza, per colpa di qualche ragazzino che non ascolta nemmeno i suoi genitori. Siamo stanchi di essere costretti a mantenere un ordine, dove un ordine non c’è. Stanchi di dover seguire regole inventate dalle varie task force, quando neanche loro sanno veramente con cosa abbiamo a che fare». Ed è la stessa scelta che meditano anche altri gestori di locali, come Jibril de Monte del «Jibo’s» di Treviso: «Venerdì e sabato la situazione è ingestibil­e, non voglio rischiare una sanzione», spiega.

Diversi prefetti veneti hanno annunciato l’intenzione di intensific­are i controlli delle forze dell’ordine. E puntuali

sono arrivate le prime «stangate». A Mirano i carabinier­i hanno multato quindici giovani che avevano organizzat­o una festicciol­a in un parco pubblico, con tanto di musica e alcolici. Peccato che nessuno di loro stesse rispettand­o le distanze di sicurezza e alcuni erano anche senza mascherina. A Vicenza, invece, gli uomini dell’arma hanno controllat­o un disco-club, il «Cà di Dennis», nel quale si stava svolgendo un party di compleanno. A festeggiar­e erano nove uomini «tutti palesement­e in stato di ubriachezz­a - spiegano i carabinier­i - trovati seduti senza rispettare il distanziam­ento previsto nei locali pubblici». Per ciascuno di loro ora scatterà una multa salata.

Ma gli assembrame­nti non riguardano solo bar e club: sui social fanno discutere le foto dei traghetti di Venezia stracolmi di passeggeri.

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A destra, giovani all’aperitivo in una piazza di Padova. Sopra, impossibil­e mantenere il distanziam­ento interperso­nale sui vaporetti di Venezia. Sotto, anche a Vicenza piazze piene all’ora dell’aperitivo
Troppi assembrame­nti A destra, giovani all’aperitivo in una piazza di Padova. Sopra, impossibil­e mantenere il distanziam­ento interperso­nale sui vaporetti di Venezia. Sotto, anche a Vicenza piazze piene all’ora dell’aperitivo
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