Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Daniel, il capo della Goliardia: «Nessuno stop, difendiamo il diritto a divertirci con amici»
«Fermare la movida PADOVA per colpa di qualche comportamento un po’ avventato, sarebbe un errore. Ci rimetteremmo noi universitari e i giovani padovani in generale. Ma soprattutto sarebbe un danno per l’economica dell’intera città».
Daniel «Godzilla» Alagna appartenente all’ordine della Spiga - da febbraio è il nuovo tribuno di Padova, il che lo rende il capo indiscusso della goliardia patavina, la storica «confraternita» degli universitari votata (anche) al divertimento. Tocca a lui difendere non solo la tradizione delle serate studentesche che riversano nelle piazze centinaia di ragazzi, ma soprattutto la categoria dei giovani che in questi giorni è finita sotto accusa proprio per le calche di fronte ai bar delle nostre città.
«Ci sono stati dei comportamenti sbagliati da parte di alcuni», ammette Alagna. «Ma la maggioranza di noi è responsabile e sa bene quanto sia importante mantenere le
distanze e usare la mascherina».
E allora perché lunedì sera eravate così tanti ad affollare le piazze?
«Dopo due mesi chiusi in casa, avevamo voglia di divertirci e festeggiare la fine del lockdown con i nostri amici. In questa situazione non è facile frenare l’entusiasmo, specie dopo aver bevuto un paio di spritz. E così, qualcuno può aver perso un po’ l’autocontrollo. Non lo dico per giustificarli: sappiamo che sono
stati commessi degli errori ma forse serve un po’ più di comprensione...».
La curva dei contagi potrebbe risalire. Per questo il Comune studia delle contromosse.
«Gli steward fuori dai locali potrebbero alzare il livello di tensione tra i clienti e quindi rivelarsi controproducenti. Piuttosto, occorre responsabilizzare i giovani che frequentano le piazze. Quando si esce in auto, spesso ogni gruppo sceglie un amico che
quella sera si impegna a non bere alcolici. Allo stesso modo si potrebbe affidargli il compito di far rispettare le regole di sicurezza».
Il sindaco è stato chiaro: o si rispettano le norme anticontagio, a cominciare dal distanziamento sociale, o farà chiudere i locali.
«Sarebbe incredibile, specie per una città come Padova. Le serate in centro con gli altri universitari sono momenti di formazione, “cartoline” che ciascuno di noi porterà nel cuore per sempre. Non è fermando la movida o vietando l’aperitivo che si salveranno più vite: la scelta non deve essere quella tra la salute e il divertimento. Occorre trovare il modo di far coesistere la socialità e la sicurezza».