Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Spiagge, ciak si gira In scena al Lido il primo weekend di mare
Altre due località pronte: Duna Verde e Porto Santa Margherita. Zaia: «Shengen sanitaria» per gli stranieri sindaci del litorale: «Serve ordinanza in progress»
Si ri-parte. Da domani VENEZIA le spiagge venete torneranno ad animarsi grazie all’apertura dei primi consorzi balneari. Ad inaugurare la stagione saranno 4 stabilimenti del Lido di Venezia: a partire dalle 9 si potrà accedere al tratto di spiaggia centrale del Blue Moon, il consorzio gestito dalla partecipata Venezia Spiagge, e poi al Pachuka, alla Spiaggia Paradiso e allo stabilimento Alla Diga – Kuyaba. In queste ore gli addetti stanno sistemando gli ultimi dettagli per offrire ai propri ospiti, che dovranno prenotare il posto telefonicamente, un’esperienza completa come ogni estate, servizio di salvataggio compreso. Le piazzole partono da 16 metri quadrati, 6 in più rispetto al minimo fissato dalla Regione, e lungo i consorzi sono stati installati cartelli informativi e postazioni con gel igienizzante per le mani. «Insieme agli stabilimenti riapriranno un chiosco e la spiaggia libera – spiega il prosindaco del Lido Paolo Romor –. Saranno operativi anche i bagni, rifatti ex novo la stagione scorsa proprio da Venezia Spiagge, che saranno adeguatamente presidiati e periodicamente sanificati».
«I prezzi saranno gli stessi dell’anno scorso» assicura Roberto Ceolin, titolare del Pachuka dove anche quest’anno i cani saranno i benvenuti. La decisione di mantenere i costi invariati, nonostante le maggiori spese, è condivisa da tutti gli operatori. Anche da chi inizierà sabato 30 maggio. Si parte dai 9 euro giornalieri per un lettino singolo che arrivano a 12 o 16 se si aggiunge l’ombrellone e circa 6 in più per un secondo lettino. Con questo allestimento bisogna calcolare una spesa settimanale che può variare tra i 100 e i 150 euro a seconda che sia alta o bassa stagione, mensile tra i 400 e i 500, stagionale tra i 1.200 e i 1.500.
Si aggira invece tra i 30 e i 60 euro il costo giornaliero di una capanna fronte mare, il cui prezzo varia tra i 150 e i 400 euro per una settimane e tra i 500 e i 1.500 per l’affitto mensile. Sempre domani apriranno anche Duna Verde e qualche stabilimento a Porto Santa Margherita.
Un altro segnale di ritorno alla normalità nella speranza di vedere arrivare i turisti stranieri. Su questo punto il presidente del Veneto Luca Zaia ha spiegato che «si va verso uno Schengen sanitario». «Se chi arriva ha già fatto il tampone potremmo non far fare la quarantena - chiarisce Zaia -. Stiamo
parlando di impatti impressionanti, la diagnostica sarebbe impossibile».
Intanto da Bibione a Sottomarina si continua a lavorare per allestire le postazioni in attesa delle singole ordinanze comunali che consentiranno la balneazione. Per ora, infatti, fare un tuffo in mare è consentito ma a proprio rischio e pericolo dato che il servizio di salvamento non è garantito ovunque. Proprio quello delle ordinanze è stato tema di scontro a Chioggia, dove il consigliere di Forza Italia Beniamino Boscolo ha attaccato l’amministrazione definendo «vergognosa» la mancanza dell’atto che terrebbe in ostaggio gli operatori turistici. «Dopo l’apertura al pubblico del litorale – critica Boscolo - si sono riversate migliaia di persone nell’arenile in questi giorni, senza avere la possibilità di usufruire del 100% dei servizi della spiaggia». Immediata la replica del vicesindaco Marco Veronese, il quale ha sottolineato che «per ora la spiaggia è chiusa alla balneazione ma il litorale, da Sottomarina a Isola Verde, è accessibile al pubblico e può essere attrezzato per le attività balneari».
Le amministrazioni sono al lavoro sul tema e anche ieri ne hanno discusso durante la Conferenza dei sindaci della costa a cui ha partecipato anche l’ammiraglio Piero Pellizzari della direzione marittima di Venezia. Il presidente della conferenza, Pasqualino Codognotto, ha avanzato la possibilità di poter emettere un’ordinanza «in progress», permettendola cioè nei tratti di spiaggia che man mano si stanno allestendo. Ma si è discusso anche del servizio di salvataggio. Tra le misure viene proposta la riduzione degli assistenti bagnanti ad una persona a torretta anziché 2 e una rimodulazione degli orari per il servizio di salvataggio per un totale di 40 ore settimanali. Un tema seguito con attenzione dai lavoratori del settore tra cui i rappresentanti veneti della Federazione italiana salvamento acquatico che proprio in questi giorni completeranno la formazione in mare a Caorle dopo uno stop iniziato a febbraio. «Noi siamo pronti a garantire il solito servizio specializzato spiega il maestro di salvamento Matteo Giardini –. Da dieci anni usiamo strumenti che evitano il contatto, come il rescue tube o il rescue can, e per prevenire contagi come il pallone autoespansivo».