Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tra corpo, dolore inadeguatezza e il caso «Ludwig»
Il senso di estraneità e di rifiuto, la sofferenza, la mancanza di aiuto da parte della famiglia. Paolo è un ragazzino che non riesce a stare nel mondo, non vuole crescere e a scuola va malissimo. Un giorno arriva la soluzione: per caso legge un articolo di cronaca (la storia è reale) che racconta di Chloe Jennings, americana dello Utah. Una donna che si è fatta recidere il midollo spinale perché odia le sue gambe e vuole passare la vita su una sedia a rotelle. Per Paolo è l’illuminazione: anche lui si amputerà le gambe. Anche lui passerà la vita in sedia a rotelle. Comincia così Senza (Autori Riuniti editore), il nuovo romanzo dello scrittore di Verona Massimo Cracco. Una storia nera, come lo è la copertina, che ci fa scoprire una patologia, la Biid, Body Integrity Identity Disorder. Chi soffre di questa patologia, interviene sul proprio corpo con amputazioni. L’atmosfera nera di disagio profondo e non negoziabile della storia privata di Paolo, si inserisce nel contesto della storia «nera», che ha toccato tutto il Veneto: il caso dei due serial killer che firmavano i loro attentati con la sigla «Ludwig». Nel libro, così come nella vita, Massimo Cracco frequenta la sorella di uno dei due neonazisti. Nel libro, questa frequentazione gli sarà fatale perché, nel disperato tentativo di salvare il neonazista dal carcere, famiglia e avvocati cercheranno di incolpare Paolo, facile capro espiatorio. Il libro ha una scrittura pulita che inchioda il lettore anche per la drammaticità dei fatti narrati. Nella prima parte del libro, Cracco descrive il dolore di Paolo. Struggente la scena nella quale il protagonista viene ricoverato, sedicenne, in pediatria per accertamenti. Paolo non ne vuole più uscire:
Patologia «Body Integrity Identity Disorder» è la patologia che porta ad amputare il proprio corpo sta bene con i bambini, ha trovato degli amici che non lo giudicano, che non lo fanno sentire inadeguato. Paolo continua nel suo proposito: farsi amputare le gambe. Simbolicamente è un rimpicciolimento, senza gambe la statura sarà quella di un bambino. Lo farà, si ritroverà senza gambe, in sedia a rotelle. Ma non troverà la pace, anzi. Il libro vira, accelerando dopo l’intervento. Il mondo si accanirà contro Paolo con violenza, lo travolgerà e lo contagerà, facendogli compiere azioni violente. L’angelo diventa demone. Come Lucifero, scaraventato negli abissi per essersi voluto innalzare al di sopra di Dio. Così è per Paolo, che sfida e sfregia la vita. Eppure, alla fine di Paolo resta l’immagine della purezza e innocenza della carne che grida disperata il suo dolore.