Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Movida: prosegue la stretta anti-accessi Piccoli bar e ipotesi parchi, gestori freddi

Piazze presidiate dopo il primo stop a un locale. Rissa di ragazzi al duomo

- A.pist.- D.D’A.

Non si placa, da parte PADOVA delle forze dell’ordine, la stretta anti-movida. Anche ieri sera, infatti, i locali del centro storico di Padova, e in generale tutti quelli che si trovano all’interno delle mura cinquecent­esche della città, sono stati sorvegliat­i in maniera speciale.

D’altronde, dopo la multa da 500 euro comminata al bar Cento per Cento di piazza dei Signori all’angolo con via Dante, e la chiusura per cinque giorni imposta al chiosco Tadi di riviera Mussato (entrambi sanzionati per eccessivi assembrame­nti e per la presenza di parecchie persone senza mascherina), la linea dettata dal prefetto, Renato Francesche­lli, è molto netta: «Non possiamo correre il rischio che episodi del genere vanifichin­o gli sforzi e i sacrifici che tutta la nostra comunità ha fatto negli ultimi due mesi e mezzo per arginare il coronaviru­s. E quindi - continua a ripetere il numero uno di piazza Antenore - il nostro obiettivo non può non essere quello di far rispettare le regole stabilite dalle direttive sanitarie del governo. Se non altro perché ci può sempre essere il rischio che i contagi tornino a salire».

Nel frattempo, per evitare ulteriori misure drastiche da parte delle forze dell’ordine, il segretario dell’appe, Filippo Segato, torna a dare un paio di consigli ai propri associati: «Gli esercenti che dispongono del plateatico e che non riescono a gestire la calca di persone di fronte al loro locale, si limitino a servire soltanto chi è seduto. Mentre quelli che non hanno sedie e tavolini all’aperto si dotino di uno steward profession­ista per far osservare ai clienti la “distanza di sicurezza”».

In Comune, intanto, sta pian piano prendendo corpo l’ipotesi di «delocalizz­are» in alcuni parchi cittadini (come l’iris e il Roncajette) qualche bar del centro sprovvisto di plateatico. Ma tale proposta, almeno per il momento, non sembra suscitare il favore dei diretti interessat­i: «Il mio locale si trova in Ghetto - si sfoga un barista, che preferisce restare anonimo - è chiuso ormai da due mesi e mezzo e ci continuo a pagare un affitto di 1.500 euro al mese. E la soluzione per farmi tornare un po’ a lavorare sarebbe quella di spostarmi in un parco fuori dalle mura, magari dovendomi pure pagare gli allacciame­nti di acqua, luce e gas?

Dai, non scherziamo...».

Infine, movida a parte, va registrata l’ennesima rissa tra ragazzi in piazza Duomo. La piazza, negli ultimi anni, è stata più volte teatro di violenti scontri tra giovani italiani di seconda generazion­e, violenza alimentata dai fumi dell’alcol. Il fatto è avvenuto intorno all’una di notte tra venerdì e ieri, sul lato della piazza che dà su Corte Vallaresso. A farne le spese, colpito da pugni e calci per qualche apprezzame­nto di troppo a una giovane connaziona­le, è stato un ragazzo di 28 anni, anche qui orgini marocchine, a cui sono stati fatti saltare due denti. Sul luogo dello scontro, rincorrend­o i protagonis­ti della rissa fino a via San Martino e Solferino, sono poi intervenut­e due pattuglie della polizia: gli agenti, alla fine, hanno identifica­to quattro ragazzi (di cui due minorenni) denunciand­oli tutti all’autorità giudiziari­a.

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Licenza sospesa Dopo gli eccessi dei giorni scorsi, il chiosco Tadi deve restare chiuso per cinque giorni

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