Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Turismo, calo del 70% «Fate le ferie in Veneto»

Confederaz­ione dell’artigianat­o: «Stranieri 7 clienti su 10. Se mancano è durissima». Le richieste: promozione, risorse e nuovi modelli: «Il “mordi e fuggi” non va più»

- Piva

La prima regione d’italia per movimento turistico vede un numero in fondo al proprio orizzonte e trema. A determinat­e condizioni, ipotizza un rapporto di Cna Veneto e Centro studi Sintesi, la perdita di fatturato per il comparto turistico regionale potrebbe essere del 71%. Accanto al dato possibile, lo studio ne inquadra uno reale: «Le attività del settore, in appena due mesi, hanno già perso il 10% del fatturato annuo», spiega Alberto Cestari, di Sintesi. L’allarme della Confederaz­ione dell’artigianat­o parte da qui, e da un’estate che è tanto alle porte quanto decisiva per le sorti nel medio periodo di una bella fetta dell’economia veneta. Servono risorse, dice Alessandro Conte rivolgendo­si innanzitut­to alla Regione, e servono presto: «É necessario che i tempi siano rapidi - spiega il presidente di Cna del Veneto altrimenti qualsiasi misura perderebbe di efficacia».

A descrivere la «macchina» del turismo di casa nostra pensa il segretario veneto di Cna: «Prima regione d’italia nel settore, con 71 milioni di presenze - rammenta Matteo Ribon -. La filiera include quasi 35mila imprese e oltre 163mila addetti, per un valore aggiunto prodotto di oltre 9 miliardi di euro». Si ragiona sull’11% dell’economia regionale, che «dovrà non solo essere sostenuto, ma anche rilanciato attraverso investimen­ti in termini di risorse e di immagine. Restare in Veneto per le vacanze, per chi abita in Regione, significa non solo contribuir­e alla ripresa delle attività locali, ma anche avere la garanzia di godere di vacanze sicure e di qualità». Veneti in Veneto è la prima parte del messaggio. La seconda: pronti ad accogliere, dopo aver fatto tutto il possibile sul fronte della sicurezza sanitaria. Quest’ultima dovrà essere estesa ai turisti stranieri, europei in primis. Secondo Ribon si tratta di un passaggio obbligator­io: «La nostra domanda turistica si caratteriz­za per la netta prevalenza degli stranieri (68%) e per una stagionali­tà

” Conte Risorse e in tempi rapidi o qualsiasi misura di sostegno rischia di diventare inutile

” Ribon Restare in Veneto, per chi vive qui, è sostenere la ripresa e avere garanzia di sicurezza

” Michielli Su dieci, sei clienti sono stranieri... Aprire un hotel non è alzare una serranda: servono mesi

ad alta intensità. Il 65% delle presenze si concentra tra giugno e settembre. Dalla Germania arriva il 33% dei turisti stranieri, che per il 55,8% scelgono le città d’arte e per il 20,2 il mare».

Inutile fare senza far sapere, tanto più se sullo sfondo si agita lo spettro del meno 71. Lo studio di Cna e Sintesi, che presuppone, intanto, come le misure restrittiv­e precedente­mente adottate per l’epidemia non debbano essere riattivate nei prossimi mesi, prevede il ritorno degli stranieri a partighi, re da luglio, «anche se in misura pari al 30% dello scorso anno»; quanto ai turisti italiani, nei mesi di maggio e giugno saranno pari al 20% rispetto all’estate di dodici mesi fa, «quota che si auspica possa salire al 50% nei restanti sei mesi». Ecco come si ricava il dato che fa paura ma, insieme, stimola la creatività: «L’impatto delle misure di contrasto al virus - riprende Conte - imporrà un’accelerazi­one nella riscoperta di nuove tipologie di offerta turistica. Far conoscere i nostri bor

Gli hotel

E Federalber­ghi chiede al Governo immediata chiarezza sulla riapertura delle frontiere

le storie, i prodotti del territorio magari ancora poco noti, attraverso esperienze “cucite su misura” potrebbe rappresent­are la chiave di volta di una stagione il cui esito risulta per ora incerto».

Chiarezza, per il settore, chiede anche Marco Michielli. Il presidente di Federalber­ghi Veneto incalza sulla questione delle frontiere: «Gli albergator­i fremono per riaprire, ma ogni mattina leggono tutto e il contrario di tutto: alle dichiarazi­oni dei Paesi stranieri di un sostanzial­e boicottagg­io dell’italia fanno da contraltar­e gli annunci di alcuni esponenti del nostro Governo, che tendono a rassicurar­e, ma senza dare certezze». Anche nella riflession­e di Michielli l’alta percentual­e di clientela straniera delle «nostre» strutture ricettive è centrale: «Abbiamo urgente necessità di conoscere, e subito, i tempi e le modalità di riapertura. Faccio presente che per aprire un hotel non basta alzare la serranda, ma ci vogliono tre, quattro settimane di preparativ­i. È inaccettab­ile l’ipotesi di privilegia­re alcuni Paesi rispetto ad altri nell’area Schengen: ricordo che l’italia è tra gli Stati fondatori d’europa, e voce in capitolo ne dovrebbe avere».

Ieri, intanto, l’antitrust ha comunicato al premier Giuseppe Conte e ai presidenti delle due Camere come il rimborso mediante voucher di biglietti/pacchetti turistici prenotati e andati a monte per la pandemia, da parte delle agenzie di viaggi e dei tour operator, misura contenuta nel decreto «Cura Italia», debba consideras­i illegittim­a...

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