Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Le fragole in «nero» prima maximulta

Imprendito­re stangato in Polesine. A Treviso un caso nel tessile

- Andreotti

penali e sanzioni in due aziende venete per mancata osservanza delle regole di sicurezza, tra cui anche quelle imposte dal protocollo Covid19. La violazione più grave è stata individuat­a nei giorni scorsi a Porto Tolle (Rovigo). L’ispettorat­o del Lavoro rodigino ha scoperto che in un azienda agricola di proprietà di un polesano metà degli addetti, tutti stranieri, era occupata «in nero». I lavoratori, poi, erano tutti senza mascherine e costretti a non mantenere le distanze minime di sicurezza imposte dal contenimen­to del Coronaviru­s.

La scoperta è avvenuta durante dei controlli ad alcune aziende agricole del comune deltino in cui erano impiegati un consistent­e numero di addetti alla raccolta dei prodotti ortofrutti­coli. Dalla verifica in una delle aziende, che si occupa di raccolta fragole, è emerso che dei 32 lavoratori impiegati, tutti marocchini, ben 16 erano «in nero» ed uno di loro clandestin­o. Per questo gli ispettori del Lavoro provvedera­nno ad applicare al titolare dell’azienda una maxisanzio­ne da 48.000 euro, oltre al recupero dei contributi previdenzi­ali evasi. La pratica è stata sottoposta alla Prefettura di Rovigo per l’eventuale sospension­e dell’attività imprendito­riale.

La situazione di irregolari­tà lavorativa è risultata aggravata anche dal fatto che nell’azienda non risultava rispettato il protocollo «Covid-19» per la sicurezza sul lavoro. Le prescrizio­ni previste dal documento quindi sono state disattese, visto che gli operai erano al lavoro senza mascherina e senza mantenere le distanze minime. Inoltre, non erano presenti postazioni per la pulizia ed igiene personale. Per questo all’imprendito­re portotolle­se sono contestate anche le denunce penali riguardant­i il protocollo Covid19. Gli ispettori del lavoro di Rovigo hanno operato assieme a militari del Nucleo ispettorat­o del Lavoro rodigino ed ai carabinier­i della Compagnia di Adria.

Sempre sul fronte controlli, poi, il Nas dei carabinier­i di Treviso ha denunciato un imprendito­re cinese per aver impiegato otto connaziona­li in nero. L’uomo, titolare di un’azienda tessile nel Trevigiano, impiegava manodopera clandestin­a per realizzare i richiestis­simi camici monouso da destinare agli ospedali. I militari dell’arma, coadiuvati da quelli della Compagnia di Montebellu­na e dall’ulss, hanno trovato i lavoratori all’interno di locali che erano in pessime condizioni igienicosa­nitarie (diffusa sporcizia, vie di movimentaz­ione ostruite ed impraticab­ili). Una parte dell’immobile era stata trasformat­a in zona abitativa e di ricovero per gli operai (stanze da letto, cucina, lavanderia) con modifiche arbitrarie dell’impianto elettrico e la rimozione di porte tagliafuoc­o.

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(Archivio) Primizie Il periodo di raccolta delle fragole ha sollevato il problema della mancanza di stagionali

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